Cesali: “La giustizia? Catastrofica, serve un’unità di crisi”
Il Presidente del Movimento Forense sostiene appieno l’iniziativa degli avvocati sardi e leccesi
Dopo il grido di allarme lanciato dagli avvocati direttamente dalle pagine del Corriere della Sera, abbiamo voluto sentire la posizione del Movimento Forense e del suo Presidente Massimiliano Cesali.
Condivide l’iniziativa degli avvocati sardi e leccesi dal titolo: “Tu lo sai come è amministrata la giustizia in Italia?”
“Il Movimento Forense è l’unica associazione forense italiana che ha apertamente sostenuto e dato voce alla coraggiosa iniziativa di protesta dei colleghi sardi e di Lecce. L’iniziativa dell’acquisto della pagina del Corriere è stata divulgata, su richiesta degli stessi avvocati sardi, dal nostro Movimento a mezzo email e social. Per poter cambiare veramente le cose – spiega ancora il Presidente del Movimento Forense – occorre coinvolgere i cittadini e spiegare loro le conseguenze di una riforma errata, i motivi del mal funzionamento della giustizia; anche perché c’è chi, come Bruno Vespa, in modo errato e strumentale attribuisce la responsabilità della lunghezza dei processi a noi avvocati. Niente di più falso. I cittadini non sanno che gli avvocati nulla possono di fronte ai rinvii di mesi ed anni tra una udienza e l’altra a causa dell’eccessivo carico e dei pochi magistrati operativi rispetto alle esigenze. Ebbene, il Movimento Forense ha contribuito a dar risalto ad una iniziativa mediatica che avrebbe dovuto prendere l’Organismo di rappresentanza politica degli avvocati”.
Siamo a un punto di non ritorno, di rottura totale o ci sono ancora dei margini di trattativa per tornare ad una giustizia sana, equa ed efficiente?
“Non si può ma si deve tornare ad una giustizia sana, veloce, alla portata di tutti e contemporanea. Senza una svolta epocale le imprese straniere non torneranno nella nostra nazione ad investire e quelle italiane virtuose continueranno a preferire l’estero. Occorre umiltà da parte di tutti e spirito di servizio; siamo tutti chiamati a rimboccarci le maniche in questo momento di riforma dello Stato”.
Cosa dovrebbe fare in tre mosse il Governo per ripristinare un clima di fiducia nei confronti del sistema giustizia da parte del cittadino e degli operatori del settore?
“Certamente posso suggerire al Governo in primis – conclude Cesali – di non proseguire nel solco tracciato dai precedenti Ministri della Giustizia e cioè negare la possibilità ai cittadini ed alle imprese di rivolgersi alla Giustizia a causa dei costi troppo alti ovvero degli inutili ostacoli posti, sempre rigorosamente a pagamento. Per le mosse ne basta una che comprende tutto: trattare l’attuale situazione in cui versa la giustizia con la gravità che merita, quella di una catastrofe, quindi istituire una unità di crisi permanente sulla Giustizia composta da tutti gli operatori del settore conferendo agli avvocati, quelli in prima linea, gli unici che conoscono i reali problemi, un ruolo da protagonisti. Un Paese civile che guarda al futuro con speranza deve partire dalla riforma dei settori nevralgici, la giustizia è uno di questi”.
Parole durissime quelle di Cesali e del Movimento Forense. La protesta questa volta non si arresta e va avanti a oltranza. D’altronde, una volta raggiunta la catastrofe, in fondo non c’è poi così tanto da perdere.