Chiara Insidioso, sconto al suo aguzzino è una “vergogna”
Rabbia e dolore in aula, al termine dell’udienza la famiglia insorge
“Vergogna! Vergogna!”. E’ il grido di rabbia e dolore con cui la madre di Chiara ha commentato la condanna, ridotta in Appello da venti a sedici anni, comminata a Maurizio Falcioni, ex fidanzato della giovane. Colui che l’ha massacrata di botte, nell’appartamento di Casal Bernocchi dove i due convivevano, fino a ridurla in coma.
Falcioni, che in primo grado era stato condannato a scontare vent’anni per aver picchiato selvaggiamente Chiara nel febbraio 2014, è comparso stamani davanti ai giudici della I Corte d’Appello di Roma, imputato – come rende noto AdnKronos – “non solo di tentato omicidio ma anche di maltrattamenti per il trattamento che a lungo avrebbe inflitto all’ex compagna”. Secondo amiche e genitori di Chiara, infatti, l’uomo era morbosamente geloso della compagna, la faceva vivere da rinchiusa, controllando perfino le chiamate che riceveva.
Sempre secondo AdnKronos, l’aguzzino di Chiara oggi avrebbe chiesto perdono. “Chiedo scusa per quel che ho fatto… Chiedo perdono a Chiara”, ha detto Falcioni durante il processo. L’uomo, in un’intervista rilasciata lo scorso mese a IlTempo.it, si era già detto profondamente pentito: “la mia vita è finita quel giorno. Il carcere è il mio inferno in terra e non passa un solo minuto in cui quella scena non mi passi per la testa”.
E, a proposito di questo percorso di redenzione, l’avvocato di Falcioni sempre a IlTempo.it aveva detto: “Il mio assistito ha agito senza immaginare le conseguenze. È stata una disgrazia. Il mio cliente è cambiato, ha capito. Negli sei mesi in cui l'ho seguito ho notato una sua maturazione. Sta facendo il proprio percorso di redenzione in carcere, così come deciso in prima udienza. Il suo comportamento è assolutamente corretto e tranquillo, in direzione di un miglioramento che noi tutti ci aspettiamo e auspichiamo”.
Il percorso di riscatto e pentimento esternato da Falcioni e dal suo legale ha convinto l’Appello che, stamattina, ha alleggerito di quattro anni una pena che, in molti, ritengono inadeguata. Chiara, 19 anni, è viva per miracolo e porterà per sempre segni e menomazioni. “Che l’imputato abbia chiesto scusa in udienza conta poco, lui uscirà fra 16 anni dal carcere, Chiara invece è condannata a vita”, ha dichiarato mamma Danielle alla fine del processo. Ma sono soprattutto le foto, quelle pubblicate su Facebook dal papà della vittima, a non lasciar spazio alle congetture.
Dure critiche alla sentenza arrivano anche dalla tifoseria biancoceleste. La curva nord, i ragazzi della “sua” Lazio, che in occasione del derby 2014 avevano dedicato a Chiara uno striscione (“Forza Chiara, la Nord è con te!”, ndr), insorgono e chiedono giustizia su social e portali dedicati alla squadra.