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Chiesa di Santa Pudenziana, il mosaico prezioso e il Cristo seduto sul trono

Nella Chiesa di Santa Pudenziana la decorazione absidale a mosaico è il più antico catino absidale a soggetto cristiano custodito a Roma

Chiesa di Santa Pudenziana a Roma, mosaico

Chiesa di Santa Pudenziana a Roma, mosaico

Completiamo la nostra visita alla Chiesa di Santa Pudenziana. Nella prima parte dell’articolo abbiamo raccontato la parte architettonica della Chiesa, in questa seconda parte ci soffermiamo sui mosaici. Quello che oggi cattura di più la nostra attenzione è sicuramente la decorazione absidale a mosaico. Questo infatti è il più antico catino absidale a soggetto cristiano custodito a Roma. Più propriamente è il primo conservato a Roma, ma non possiamo sapere se ce ne fossero altri molto più antichi che purtroppo non sono stati salvati.

Ora bisogna esaminare il mosaico

In cielo pieno di nubi al centro si trova Cristo seduto su un trono riccamente decorato sia di oro che di pietre preziose, mentre sorregge con la mano sinistra un cartiglio con la scritta “il Signore protettore della chiesa di Pudenziana” e con la destra indica un qualcuno o un qualcosa.

Alle sue spalle è rappresentato un porticato che si apre su un panorama urbano, purtroppo sulla identificazione della città molti studiosi non sono ancora concordi nel dare una sola soluzione.

Chi ritiene che si rappresenti la città di Roma, con alla sinistra un edificio rotondo, identificato con il Pantheon; secondo altri raffigurerebbe Gerusalemme e l’edificio rotondo non sarebbe altro che la rotonda del Santo Sepolcro, costruito da Costantino il grande; per altri ancora potrebbe rappresentare la Gerusalemme celeste, quella città dove tutti noi ci recheremmo alla nostra morte.

Anche se non abbiamo certezze su quale città il mosaicista volesse rappresentare, possiamo apprezzare moltissimo la volontà di costruire gli edifici in prospettiva e di dare l’idea di uno spazio molto più vasto, con l’espediente di posizionare alcuni edifici di traverso sia a sinistra che a destra.

All’interno di questo porticato, su una montagna, posta in perfetta simmetria con il Cristo, si trova la croce sul monte Golgota.

La croce, come il trono, è riccamente decorata d’oro e di pietre preziose.

Il sacrificio di Cristo

Essa simboleggia infatti sia il sacrificio di Cristo che la liberazione dell’umanità. Cristo morendo sulla croce ha salvato e redento l’umanità: il suo sacrificio è simbolo della sua vittoria e della sua forza.

Ai lati della croce troviamo i quattro tetramorfi, ovvero la personificazione degli Evangelisti, identificati in forma simbolica, secondo gli incipit dei rispettivi Vangeli.

E’ presente l’angelo per Matteo, che narra l’infanzia “del figlio dell’uomo”; il leone per Marco, il cui Vangelo comincia con un racconto dedicato a Giovanni Battista, la cui vox clamantis in deserto “si eleva simile a un ruggito”; il bue per Luca: il suo Vangelo inizia con un sacrificio; e infine l’aquila per Giovanni, dal momento che il suo Vangelo è quello più spirituale e teologico rivolto unicamente verso a Dio.

Ai lati del Cristo abbiamo un tipico consesso apostolico, ovvero la scena di incontro tra Cristo e gli apostoli.

Proprio accanto al maestro sono presenti Pietro a sinistra e Paolo a destra, seguiti dai rimanenti apostoli, anche se, contandoli, ne manca qualcuno.

Pietro e Paolo vengono incoronati come principi degli apostoli da due figure femminili, di difficile identificazione: potrebbero essere la rappresentazione reale delle due sorelle Pudenziana e Prassede, di famiglia molto ricca, martirizzate a Roma, una delle quali è anche la dedicataria della chiesa. Altra interpretazione è che le figure femminili siano le personificazioni delle due chiese: quella legata ai gentili (ex-gentibus) che incorona Paolo, oppure quella legata al credo ebraico (ex-circuncisionem) che esalta Pietro.