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Ci lascia Luciano Di Bacco. Le sue foto ci hanno raccontato la Roma godona di Dagospia

Il lavoro di Luciano Di Bacco rimarrà come testimonianza del suo talento e della sua capacità di cogliere l’essenza dei momenti, rendendo eterni, istanti altrimenti effimeri

Luciano Di Bacco, Fulvio Abbate

Luciano Di Bacco, Fulvio Abbate_Foto Maurizio Riccardi

Luciano Di Bacco, il fotografo romano che ha saputo immortalare con il suo obiettivo gli eventi più scintillanti e le scene di vita quotidiana della Capitale, è morto all’età di 68 anni a causa di un’emorragia cerebrale, lasciando un vuoto incolmabile nella comunità fotografica e tra quanti lo conoscevano. Oltre alla moglie, lascia dietro di sé un’eredità visiva di grande e singolare valore.

La Roma godona di Luciano Di Bacco

Divenuto celebre per il suo lavoro con Dagospia, il sito fondato da Roberto D’Agostino, dal 2012 Luciano ricopriva il ruolo di fotografo ufficiale. Le sue immagini adornavano la rubrica “Cafonal”, dove catturava con ironia e uno sguardo critico le peculiarità e gli eccessi della società romana. Questa rubrica, seguita e apprezzata da molti, è diventata una finestra privilegiata attraverso la quale molti hanno potuto osservare gli angoli nascosti e le manifestazioni più frivole e colorate di Roma.

La sua capacità di narrare storie attraverso la fotografia ha reso Di Bacco un punto di riferimento nel panorama mediatico italiano. Le sue fotografie non si limitavano a documentare, ma esprimevano un punto di vista, uno sguardo critico sociale, con una leggerezza e uno stile inconfondibile che mescolava l’arte alla cronaca, l’estetica al giornalismo.

Il ricordo di D’Agostino e Abbate

Roberto D’Agostino ha espresso il suo cordoglio con un commovente post su Dagospia, ricordando Luciano come una figura amata e rispettata all’interno della redazione: “Un abbraccio fortissimo di tutta la redazione alla famiglia. Luciano adorato, che la terra ti sia lieve come la vita breve che hai vissuto”. Queste parole non solo rendono omaggio al fotografo, ma sottolineano l’affetto e la stima che legava Di Bacco ai suoi colleghi e amici.

Fulvio Abbate (nella foto di copertina insieme a Luciano Di Bacco), lo scrittore che a sua volta racconta Roma con i suoi protagonisti e i suoi costumi attraverso il canale Teledurruti, lo ricorda così: “Luciano Di Bacco era una persona meravigliosa, Miracolo a Milano, capolavoro di Vittorio De Sica si conclude con una frase: “Verso un mondo dove buongiorno voglia dire veramente buongiorno”. Bene, quando Luciano ti diceva “Buongiorno” sentivi il suo affetto, la sua sincerità. Era la prima persona che andavo ad abbracciare quando ci incontravamo in situazioni pubbliche, mondane, mancherà la sua macchina fotografica, la sua ironia, Roma è davvero più povera senza di lui”.

Il suo lavoro rimarrà come testimonianza del suo talento e della sua capacità di cogliere l’essenza dei momenti, rendendo eterni, istanti altrimenti effimeri.