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Ci sono Paesi in cui la convivenza è vietata per legge. Forse è un bene…

Al parte la legge, che la nostra compagna diventi la nostra consorte o si decida per una convivenza di fatto, lei finirà presto o tardi per trasformarsi

Coppia_pexels-cottonbro

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Sebbene in Italia la convivenza sia una condizione da molti decenni accettata dalla collettività e non più vista come una condizione in cui si “vive nel peccato“, in alcuni Paesi del mondo è vietata per legge. Pensate che in Marocco, da dove vi sto scrivendo, un uomo e una donna che decidessero di andare a vivere insieme violerebbero la legge e rischierebbero la prigione.

L’unica soluzione è il matrimonio unicamente in forma religiosa. Stiamo parlando ovviamente di coppie all’interno delle quali almeno uno dei due partner è di religione musulmana. per le coppie straniere la cui fede non è l’islam il problema non si pone. E’ anche per questo che moltissimi italiani che arrivano in questo paese e si innamorano di ragazze del posto quasi sempre molto più giovani di loro, finiscono per convolare a nozze con rito rigorosamente islamico previa conversione all’Islam da parte dello sposo: la conditio sine qua non.

Quante coppie davvero felici conoscete? In 55 anni, ne ho conosciute forse un paio

Al di là di quello che dice la legge, che la nostra compagna in Italia diventi ufficialmente la nostra consorte o si decida per una convivenza di fatto, lei finirà presto o tardi per trasformarsi. E non sto parlando del brutto anatroccolo che diventa cigno o della crisalide che diviene farfalla.

Il fatto stesso di diventare la vostra metà e di vivere assieme a voi sotto lo stesso tetto le fa assumere immediatamente dei poteri straordinari con licenza di poter fare qualsiasi cosa. Da condizione di uomini liberi, passiamo sotto un regime totalitario, di potere assoluto.

La vita di coppia dal punto di vista dell’uomo

I tempi felici del fidanzamento sono finiti e la nuova condizione non somiglia più ai giorni lieti in cui lei era l’angelo dell’amore, l’incarnazione di Afrodite. Prima del grande passo avevate vissuto quella che gli antichi chiamavano l’età dell’oro. Tornavate a casa, nel vostro appartamento o in quello dei vostri genitori, ed eravate uomini liberi. Facevate pipì senza dover alzare la tavoletta. Al ritorno dalla palestra lasciavate in terra i panni sporchi fino all’indomani e vi addormentavate sul divano davanti al vostro programma preferito, ricoperti di briciole di patatine e, ogni tanto, prossimi al coma etilico.

Una specie di Gasperino er carbonaro del film Il marchese Del Grillo quando si addormenta sulla poltrona durante il rosario familiare. Poi mamma vi veniva a svegliare, con la prudenza e la delicatezza che ha un domatore di leoni quando si avvicina alla belva feroce, momento in cui un gesto brusco o un suono di voce troppo forte lo farebbe divorare vivo dal felino.

Quindi vi trascinate a letto, tanto mamma pulirà tutto. Se poi avevate avuto la fortuna di vivere già da soli in un appartamento tutto vostro, rimanete lì dove vi trovate fino al giorno dopo, in balia delle mosche che banchetteranno indisturbate tutta la notte sul vostro corpo quasi esanime, in una squallida, imbarazzante ma meravigliosa libertà.

Con la vostra moglie o compagna sotto lo stesso tetto

L’idea che lei venga a vivere con te è esaltante, il pensiero della condivisione, delle cenette a lume di candela, del sesso ovunque a qualunque ora del giorno della notte è eccitantissimo. Ma la fine di  questa visione onirica della vita di coppia è certa come la morte: arriva, non sai quando, ma arriva inesorabilmente.

La prima cosa che la tua compagna fa è quella di aprire l’armadio e di “bonificarlo“, come farebbe un soldato addetto allo sminamento di un campo. Lo svuota di tutte le tue cose che lei ritiene inutili, vecchie, obsolete, inadatte alla tua persona. Lo fa in maniera fredda, meticolosa, definitiva. Come i netturbini che puliscono le strade dai rifiuti. Senza rimorsi, spinta dal senso del dovere.

Che tu sia presente o no, poco importa e non servirebbe a nulla la tua presenza perché “resistere sarebbe futile“ e chiedere spiegazioni anche peggio, poiché la conversazione finirebbe come quella che intercorre spesso tra Mario Tozzi e gli ascoltatori di Radio Radio quando esprimono idee diverse da quelle del professore.

Così dici addio ai tuoi stivali da cowboy, alla collezione di Zagor che hai conservata per anni con cura maniacale come fossero i rotoli del Mar Morto. Addio ai jeans strappati, alla maglietta sfilacciata che conservi da vent’anni in una teca, come fosse la Sacra Sindone. E non puoi neppure raccontarlo al tuo migliore amico perché ti vergogneresti di dirgli che non hai saputo reagire e sai bene che lui ti accuserebbe di essere senza spina dorsale, mentendo spudoratamente perché anche lui a sua volta, sposato da tempo, ha subito lo stesso supplizio. Quindi decidi di evitare l’imbarazzo della confidenza per te e per lui. Esci sul terrazzino e invochi il Signore in maniera poco rispettosa.

Lei si occupa della tua salute

Ti sei tenuto in forma e sei arrivato al grande passo con un corpo più che decente, corpo che hai costruito con fatica negli anni a suon di fast food, spaghettate alle tre del mattino, alcool e zuccheri ad altissimo indice glicemico. Hai faticato per adattare il tuo metabolismo a tutto questo, ma ci sei riuscito. Ma lei decide che anche la tua alimentazione deve cambiare, per il tuo bene. Dosi massicce di lecitina di soia da assumere ogni mattina per contrastare il colesterolo di cui tu non avevi mai sentito parlare se non nel film Bianco, rosso e Verdone quando Mimmo (Verdone) ammonisce la nonna (la sora Lella) urlandole: “C’hai il colesterolo!”.

E poi integratori vitaminici per la memoria e per i capelli. Anche la tua lunga chioma, che negli anni del corteggiamento a lei sembrava la criniera di black stallion, è finita, per sua decisione unanime, sul pavimento del barbiere. Il tuo corpo, privato di tutte quelle meravigliose schifezze di cui ti eri nutrito per 30 anni, non ce la fa a sopravvivere alle insalate sanissime con un filo d’olio, al petto di pollo saltato alla piastra senza sale, ad un bicchiere di vino rosso solo il sabato sera, e finisce per cedere.

Così capita che ai primi caldi d’estate tu esca dal bagno a torso nudo e incroci lo sguardo della tua compagna e ti accorgi che non è più lo stesso di una volta: non c’è più quella ammirazione, quel desiderio, ma una sorta di pietà mista a senso di potere, quella che il grande guerriero dell’antichità provava nei confronti del nemico sconfitto. Così lei ti guarda e ti dice: “abbiamo messo su pancetta, eh? non sarebbe ora di andare a fare un po’ di sport?“

Inizi ad allenarti ma rigorosamente con lei e a casa. Per la palestra, come per le cene con gli amici e le partite a calcetto, hai ricevuto da tempo una sorta di DASPO. Nell’arco di alcuni mesi riesci a ottenere un corpo dignitoso. L’estate successiva, al mare, sei fiero dei tuoi pettorali e dei tuoi bicipiti e speri ne sia orgogliosa anche lei. Ma ti illudi. Il suo sguardo rigoroso e intimidatorio come solo Leroy Jethro Gibbs sprigiona quando sprona la propria squadra di agenti del NCIS significa: “adesso non cominciare a fare il cretino sulla spiaggia con le altre donne solo perché hai messo su un po’ di muscoli“.

Il sesso: da tenero amante a porco

Anche il sesso non è più quello dei primi tempi quando avevate “battezzato“ ogni angolo della casa, dalla lavatrice al banco della cucina, dal divano al più tradizionale materasso, tutti i giorni. Improvvisamente lei comincia ad arrivare a letto la sera un po’ più tardi del solito, a trattenersi un po’ più a lungo in bagno ad avere ogni tanto delle improvvise emicranie. Così il ritmo degli incontri intimi inizia a ridursi. Prima settimanalmente, poi ogni 15 giorni e quando provi a farle capire che stai vivendo una difficoltà, una mancanza, lei ti fa notare che sei come tutti gli altri uomini e che non pensi che a quello.

Dopo un paio di anni in cui i contatti sessuali con tua moglie sono inferiori in numero a quelli di un prete in vent’anni di sacerdozio, tu provi ad affrontare il discorso esprimendo il tuo disagio, facendole capire che quell’aspetto della relazione ti manca ed è importante e che non sai quanto potrai resistere ancora, ma ti sei scavato la fossa con le tue stesse mani, perché lei ti guarda con gli occhi dell’ispettore Callaghan e ti dice: “Sei un porco come tutti gli altri uomini. Prova solo ad azzardarti a tradirmi e vedi quello che ti succede“. E tu ti domandi, peggio di così, cos’altro potrebbe accadere ancora?

La causa principale del divorzio resta il matrimonio (Jerry Lewis)

Cominci a sognare la libertà, ma la libertà ha un solo nome: separazione e se siete sposati, divorzio. Nel primo caso te la puoi cavare con qualche concessione (le regali quello che lei comunque si porterebbe via, tanto per salvare quel poco di onore che ti è rimasto e per ammorbidirla un po’) e si aprono le porte del carcere. Il divorzio è anch’esso sinonimo di “fine del regime di 41 bis“ ma il prezzo da pagare è altissimo.

Se ti va bene le lasci la casa (continuando tu a pagare il mutuo) e andrai in affitto in un monolocale di periferia. Se lei non ha un impiego le passerai il mantenimento. Non ho voluto vagliare l’eventualità “figli“. Sarebbe stato troppo…

Una volta andrai in un centro commerciale con un amico e mi accorsi che ogni volta pagava gli acquisti in contanti. Gli domandai per quale ragione non utilizzasse la carta di credito e mi disse che sua moglie, che ne era la principale utilizzatrice, se l’era fatta rubare mesi prima, ma che lui non aveva sporto denuncia perché si era accorto che il ladro spendeva molto meno della sua consorte.

Abbiamo provato a sdrammatizzare, nella speranza di avervi strappato un sorriso, tanti, troppi fatti drammatici che avvengono in contesti domestici e che negli ultimi tempi riempiono notiziari e giornali.