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Cinema chiusi a Roma: pronta la legge per la riconversione degli spazi abbandonati

Negli ultimi quindici anni, la crisi del settore cinematografico ha portato alla chiusura di ben 55 sale storiche a Roma

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Roma si prepara a voltare pagina nel suo rapporto con le sale cinematografiche storiche chiuse e abbandonate, che da anni punteggiano il panorama urbano come simboli di un passato glorioso ormai sfumato. Con l’attesa approvazione in Consiglio Regionale della nuova legge sull’utilizzo delle sale cinematografiche dismesse, la Capitale potrà finalmente mettere mano a quegli spazi che, lasciati al degrado, hanno finito per diventare rifugi di fortuna o luoghi insicuri per residenti e turisti.

Un’ecatombe cinematografica: 55 sale storiche chiuse dal 2008

Negli ultimi quindici anni, la crisi del settore cinematografico ha portato alla chiusura di ben 55 sale storiche a Roma, tra cui nomi celebri come il Metropolitan di via del Corso, l’Embassy ai Parioli, il Pasquino a Trastevere e il Fiamma di via Bissolati, dove nel 1960 si tenne la prima de La Dolce Vita di Federico Fellini.

La rivoluzione tecnologica, con l’avvento delle piattaforme streaming e della tv digitale, unita agli effetti devastanti della pandemia di Covid-19, ha lasciato il settore in ginocchio. Secondo i dati dell’Anec Lazio (Associazione esercenti cinema), gli incassi nel 2024 sono stati ancora inferiori del 20% rispetto al periodo pre-Covid.

La legge regionale: stop al vincolo di destinazione d’uso

Finora, uno dei principali ostacoli alla riqualificazione delle sale chiuse è stato il vincolo di destinazione d’uso, che imponeva che quegli spazi continuassero a essere utilizzati esclusivamente come cinema. Questo ha portato a una situazione di stallo, in cui molti immobili sono rimasti abbandonati perché i proprietari non trovavano economicamente conveniente riaprire le sale.

La nuova legge, promossa dall’assessore all’Urbanistica Pasquale Ciacciarelli e sostenuta dal presidente della commissione Cultura, Luciano Crea, introduce una maggiore flessibilità nell’utilizzo di questi spazi.

Due i punti principali della normativa:

  1. Riconversione delle sale chiuse: I cinema che hanno chiuso da oltre 15 anni potranno essere trasformati in altre attività, come esercizi commerciali, uffici o centri polifunzionali.
  2. Tutela delle sale esistenti: I cinema attualmente in funzione saranno protetti. Se un proprietario vorrà cambiare la destinazione d’uso, dovrà attendere 15 anni di chiusura ininterrotta prima di poter trasformare lo spazio.

Secondo Massimo Arcangeli, segretario di Anec Lazio, la legge rappresenta «una svolta necessaria per fermare il degrado e dare nuova vita agli spazi urbani inutilizzati».

Un doppio obiettivo: stop al degrado e incentivi per i cinema attivi

La legge punta non solo a ridurre il numero di edifici abbandonati, ma anche a incentivare chi continua a investire nel settore. Molti proprietari di cinema hanno infatti continuato a migliorare le proprie strutture per offrire comfort e standard tecnologici adeguati alle richieste del pubblico contemporaneo.

Tra le modifiche previste dalla legge c’è anche un incentivo per chi decide di mantenere una quota di attività culturali nelle ristrutturazioni. Chi lascerà almeno il 30% della superficie a uso culturale potrà costruire un 20% in più rispetto alla volumetria originaria.

Le critiche: “rischio di speculazioni”

Non tutti, però, vedono di buon occhio questa riforma. L’associazione civica “Carte in Regola” ha espresso preoccupazioni sulla possibilità che la legge possa favorire operazioni speculative, trasformando i cinema chiusi in centri commerciali o altri tipi di attività che nulla hanno a che fare con la cultura.

“È un mondo alla rovescia – denuncia l’associazione –: fino a oggi si incentivava il rilancio delle attività culturali nei cinema dismessi, ora si rischia di trasformare questi spazi in tutt’altro”.

Le icone perdute del cinema romano

L’elenco delle sale chiuse a Roma è un vero cimitero cinematografico, che comprende nomi storici legati alla cultura e alla vita sociale della Capitale:

  • Metropolitan (via del Corso): uno dei cinema più centrali e frequentati, chiuso da anni e al centro di lunghe trattative tra proprietà e amministrazione.
  • Fiamma (via Bissolati): famoso per aver ospitato la prima de La Dolce Vita di Fellini.
  • Embassy (Parioli): frequentato da un pubblico d’élite.
  • Pasquino (Trastevere): piccolo ma importante per il cinema d’autore.

Questi spazi, se non riconvertiti, rischiano di rimanere scheletri urbani, contribuendo al degrado di interi quartieri.

Con la legge ormai prossima all’approvazione definitiva, la Regione Lazio spera di dare un nuovo volto a questi luoghi simbolo della Capitale. L’obiettivo è quello di restituire decoro urbano, incentivare nuovi investimenti e dare una nuova vita a edifici che oggi rappresentano ferite aperte nel tessuto cittadino.