Cinema chiusi di Roma, il Cinema America fa la sua proposta
Una delegazione del Piccolo America stamattina in Commissione Cultura per presentare il proprio progetto
Dopo il blitz degli attivisti del cinema Preneste (qui il video), che questa mattina hanno fatto irruzione durante l’audizione degli assessori di Roma Capitale Giovanni Caudo, Marta Leonori e Giovanna Marinelli – rispettivamente all’Urbanistica, alla Roma Produttiva e alla Cultura – a prendere parola in merito alla memoria di Giunta approvata lo scorso 20 gennaio per la riconversione delle sale di Roma dismesse, arrivano anche i ragazzi del Cinema America.
Anche una delegazione degli occupanti della sala trasteverina, infatti, è intervenuta in Commissione Cultura, durante le audizioni degli assessori Caudo, Marinelli e Leonori per presentare una loro proposta per la rigenerazione dei 42 spazi. Secondo il portavoce del Piccolo Cinema America, Valerio Carocci, che ha preso la parola in Commissione, “in primis è necessaria una ricerca approfondita sui vincoli stabiliti dal Mibact”. All’interno della proposta dell’amministrazione, quindi, venga inserita “la clausola che escluda le sale vincolate da una qualsiasi riconversione”. Pertanto, a tal fine, si dispone necessaria “la pubblicazione del censimento di tutte le 42 sale con le relative caratteristiche, al fine di rendere trasparenti le motivazioni di tutela”.
La proposta dei ragazzi dell’associazione Piccolo Cinema America, elaborata di concerto con gli esponenti del cinema italiano – tra cui Ettore Scola, Bernardo Bertolucci e Paolo Sorrentino, che ieri hanno scritto una lettera proprio a sostegno del Cinema America (leggi qui) nonché rivolto un appello al sindaco Marino per non convertire le sale (leggi qui) – prevede una ‘Fase 2’ il cui obiettivo è quello di “disincentivare l’abbandono, facilitare la riapertura delle sale e salvaguardare da ulteriori chiusure le sale ancora attive”.
In che modo? “Imponendo oneri fiscali ai proprietari che intendono dismettere le sale e garantire agevolazioni per riapertura sale abbandonate e per sale ancora attive”. Inoltre, si chiede che venga istituito “uno sportello dedicato per il rilascio dei permessi necessari per l’avvio di attività cinematografica”.
Infine, riserve anche per quel che riguarda le eventuali deroghe al Prg, prospettate dall’assessore all’Urbanistica, Giovanni Caudo, che rispetto ai limiti quantitativi imposti dal Piano Regolatore, ha affermato che, qualora si renda necessario, “potranno esserci casi in cui si vada a privilegiare l’aspetto qualitativo a quello quantitativo” delle proposte di trasformazione. Invece, secondo il Prg le riconversioni non devono superare il 50% e, secondo gli attivisti del Cinema America, deve esser mantenuta “in ogni cubatura la presenza di spazi per l’audiovisivo e che si coinvolgano le scuole, i territori e i Municipi nelle finalità di tali riconversioni, in modo da garantire convenzioni per l’istruzione al linguaggio audiovisivo dei giovani e dei nuovi pubblici”.