Circo Massimo, storia e mito: il ratto delle Sabine e la Bocca della verità
Attenzione oggi alla cura del Circo Massimo: soprattutto nel caso dei concerti, c’è il rischio concreto che il piano di calpestio subisca ulteriori danni
Passeggiando sull’Aventino, una delle zone abitate da famiglie aristocratiche di Roma, incontriamo sotto al famoso colle un antico circo romano, il Circo Massimo, sede dei giochi sin dagli albori della città.
Il ratto delle Sabine al Circo Massimo
I vecchi miti romani, non sempre molto veritieri, raccontano che in questo luogo avvenne il famoso ratto delle Sabine in occasione dei giochi ordinati pubblicamente da Romolo, il primo re di Roma, per festeggiare una divinità tutelare della costruzione della città.
La zona in cui è situato il circo si trovava anticamente vicino all’approdo e godendo di un ambiente più salubre del Foro Boario, fu sede dei primissimi scambi commerciali.
Fu anche questo il motivo per cui in questa valle si crearono degli spazi dedicati al popolo romano come templi dedicati agli Dei (si pensi all’Ara Maxima di Ercole), o giochi, dedicati quindi al tempo libero e alle competizioni tra le popolazioni che commerciavano nell’area.
Le platee
Per quanto attualmente non sono visibili le strutture che dovevano ospitare il pubblico, tramite scritti e disegni è possibile ricostruire le varie fasi di costruzione dell’intero complesso
Le prime impalcature di legno furono costruite all’epoca di Tarquinio Prisco, uno dei primi re di Roma, che furono sostituite da opere in muratura sotto Giulio Cesare che edificò i primi sedili in pietra.
A causa di un incendio avvenuto prima di Augusto, l’intero complesso fu restaurato e le opere in legno sostituite in pietra. Si data a questo periodo l’arrivo dall’Egitto dell’obelisco Flaminio, dell’epoca di Ramses II che decorava la spina centrale. Successivamente questo obelisco fu rimosso da papa Sisto V e ubicato a Piazza del Popolo.
Un secondo obelisco fu trasportato negli anni successivi, dall’imperatore Costante II, attualmente si trova dietro San Giovanni in Laterano.
Il restauro del Circo Massimo
Venne restaurato sotto altri imperatori romani: Domiziano, Tito, Antonino Pio, Caracalla e Costantino e rimase in uso fino al 549 anno in cui ci furono gli ultimi giochi organizzati da Totila, re degli Ostrogoti.
Quest’ultimo dato fa intendere una cosa fondamentale ovvero che la cultura romana (in questo particolare caso i giochi) era familiare anche ad altri popoli confinanti dell’impero. Questo chiarisce come lo sviluppo della cultura e delle tradizioni romane si seguissero sia all’interno delle provincie romane che da altri popoli vicini, adottando l’antica cultura romana.
La struttura di partenza si trovava sul lato corto, dalla parte del Tevere nei pressi dell’ara massima di Ercole: formata da dodici carceres, erano messi in obliquo in modo da favorirne la partenza, ed erano dotati di un sistema che permetteva l’apertura simultanea. Le corse si svolgevano con 12 quadrighe, cioè carri con quattro cavalli ciascuno, e ogni gara consisteva in sette passaggi attorno alla spina centrale del circo.
Questa era decorata da statue e piccoli templi, e vi si trovavano sette uova e sette delfini che definivano ogni passaggio.
Attualmente, nella parte meridionale, si erge una struttura medievale, la Torre della Moletta appartenuta alla famiglia dei Frangipane.
Nelle vicinanze del Circo Massimo si stendeva il foro Boario, palude bonificata, con la costruzione e il successivo ampliamento, ad opera di Agrippa e Augusto, della Cloaca maxima.
La Bocca della verità
Tra le due aree, nel luogo un tempo sede dell’Ara Maxima di Ercole, si erge ora la basilica di Santa Maria in Cosmedin, tempio greco bizantino, e la famosa Bocca della Verità, che in realtà era un tombino della Cloaca maxima.
Sotto la costruzione si trova anche il Mitreo del Circo Massimo. Il Mitreo era un luogo di culto della religione del Dio Mitra, culto orientale particolarmente seguito dai soldati dell’impero, già dal tempo di Augusto.
Per quanto attualmente l’area del Circo Massimo non rispecchi esattamente ciò che invece doveva essere in antichità, esiste attualmente, per certi versi, una continuazione dell’utilizzo dell’area, infatti il Circo Massimo ospita manifestazioni, mercati straordinari e concerti.
Come mio modesto parere, ritengo che alcune volte, soprattutto quando si tratta di ospitare concerti musicali, esista il rischio concreto che il piano di calpestio subisca ulteriori danni, perdendo strati di terreno, facendo, in questo modo, sprofondare l’intera struttura.