Cittadini in piazza per Rodotà presidente
La protesta davanti a Montecitorio: “Non votate Marini o non vi voteremo più”
Se fosse per loro, i cittadini, bisognerebbe eleggere direttamente chiunque.
Ma non siamo in un regime presidenzialista, e quindi il popolo sovrano, in una forma di Repubblica parlamentare, deve limitarsi ad eleggere solo i partiti di maggioranza, per quel che gli è concesso oggi, vista la legge elettorale italiana.
E così, mentre nei palazzi le forze politiche arrancano tra accordi mancati e nuovi inciuci, circa 200 persone organizzano un sit-in di fronte a Montecitorio.
Una protesta contro le scelte politiche dei democratici degli ultimi giorni.
Questo è successo ieri mattina, quando alcuni manifestanti si sono riuniti per esprimere la loro solidarietà alla nomina di Stefano Rodotà, ‘papabile’ scelto dagli elettori pentastellati.
Sorprenderà sapere che non si trattava, però, della compagine dei grillini, ma di elettori della coalizione di centrosinistra (Pd-Sel), come hanno ammesso loro stessi, del tutto contrari alla scelta del partito di appoggiare la candidatura di Franco Marini al Quirinale.
I cartelloni che i manifestanti esibivano, recitavano infatti "Bersani sicario del Pd", "Rodotà senza se e senza ma", "Rodotà presidente", "Rodotà è il cambiamento, Marini il fallimento", "Com'é triste la vostra (ir)responsabilità".
Non c’erano solo loro ieri in piazza.
A fargli compagnia anche i rappresentanti di alcuni comuni che volevano manifestare il ‘rischio chiusura’ per problemi di bilancio, chiedendo l’abolizione del Patto di stabilità interno.
Alcuni parlamentari del MoVimento 5 Stelle si sono avvicinati a loro per parlare.
"Però qui si sono presentati anche parlamentari del Pd", ha spiegato il sindaco di un comune in provincia di Matera, Giuseppe Casolaro.
In senso contrario la voce degli elettori del centrosinistra che ieri protestavano contro l'immobilità politica del Pd e che hanno affermato di non aver visto nessun deputato del loro partito.
Anche Giulia Sarti, deputata grillina di Rimini, ha affermato che "il Pd sta facendo una scelta di distanza dai suoi elettori. Sul nostro candidato poteva tranquillamente convergere. Ora Bersani può stare certo, la fiducia non gliela daremo davvero mai".
E in barba ad ogni previsione, ieri Stefano Rodotà ha ottenuto più preferenze del previsto: 240 i voti espressi in suo favore nella prima votazione, 230 nella seconda, un dato che supera di gran lunga i prevedibili 163 voti dei parlamentari del MoVimento.
Questo vuol dire che il candidato del M5S, scelto con le ‘Quirinarie’ e che verrà portato avanti fino al quarto scrutinio dopo la rinuncia di Milena Gabanelli e l’endorsement di Gino Strada, non ha ricevuto solo il placet dei grillini. Evidentemente anche alcuni esponenti di Sel e del Pd lo hanno votato.
Ma Pierluigi Bersani sembra sordo, e continua per la sua strada. Franco Marini fuori dai giochi, all in per Romano Prodi.
Chissà cosa ne penseranno gli elettori.