Classe di concorso A23: parziale passo avanti dal nostro articolo
L’inesorabile, insostenibile rinvio. Ci vuole ancora tempo per il concorso. Una pioggia di ricorsi pronti contro il concorso
Aggiornamento: L’inesorabile, insostenibile rinvio. Come abbiamo già detto ci vuole ancora tempo per il concorso. Una pioggia di ricorsi pronti contro il concorso: docenti PAS, docenti TFA, docenti abilitati, docenti idonei, docenti non abilitati, docenti di sostegno, sono pronti ad una mobilitazione burocratica paralizzante. ANIEF pronta a dar battaglia. Altri sindacati borbottano. Fino a quando si respirerà profondamente e si sopporterà tutto?
Non se ne vuole più sentir parlare di contrordini, ripensamenti, cambiamenti, rinvii, ritardi, discordanze, perplessità, dubbi, incertezze, tutto ciò prolunga i tempi, snerva e non si vede mai il momento per essere certificati a svolgere un lavoro che si svolge già. Folle.
Paradossalmente, inesorabilmente, tristemente, ancora troppi punti da discutere, emendamenti da leggere, posti da definire, prove da specificare, commissioni da delineare, tabelle di valutazione da sistemate. E tutto in una settimana? I nodi sono davvero tanti da scogliere e l’iter di preparazione e approvazione prende il suo tempo.
Il concorso a cattedra è rimandato continuamente: motivi tecnici? Politici? Fatto sta che da ottobre a questa prima settimana di febbraio; da questa settimana alla prossima. Si legge già che forse sarà in giugno.
Classe di concorso A23: parziale passo avanti dal nostro articolo. Rivista e aggiornata la tabella dei titoli ma RNPI, il gruppo per il Riconoscimento Nazionale Professionalità Insegnanti di italiano L2, non ci sta. Il CSPI riconosce: in via transitoria valutare il patrimonio delle professionalità esistenti.
In queste ore è uscita la bozza di tabella delle certificazioni che saranno prese in considerazione e si è annunciato quanto speravamo, cioè un percorso di idoneità all’insegnamento che fa partecipare al concorso con un punteggio riconoscibile per la classe A23 italiano l2 per studenti stranieri. Ad una lettura approfondita si notano diverse incongruenze e dimenticanze. Non è inserito l’ampio ventaglio delle lauree umanistiche; l’esperienza professionale certificata; DITALS e altre di primo livello; perfezionamenti specifici; alcune specializzazioni come proprio quella di Perugia dove il Ministro è stato Rettore per 10 anni.
Nonostante tutto questo, troviamo dei passi in più: le specializzazioni, le certificazioni, i Master di I o II livello erogati da specifiche università. E’ tutto ancora in “cucina” e anche il parere del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione non è vincolante ma interessante: per la classe A23 è detto che “esistono docenti abilitati: sarebbe opportuno prevedere in modo esplicito la possibilità di partecipazione al concorso per i precari aventi i medesimi requisiti dei docenti di ruolo e che possano transitare in opzione su tali insegnamenti e che tali requisiti vengano enunciati chiaramente nel bando.” Così anche per la A23.
Proprio per queste mancanze, il gruppo di insegnanti di italiano L2 su Facebook, sotto il nome di “Riconoscimento Nazionale Professionalità Insegnanti di italiano L2”, non ci sta e ha deciso di scrivere una lettera con l’elaborazione di specifiche attenzioni da sottoporre al Ministro dell’istruzione Stefania Giannini.
Pensiamo essere auspicabile l’incontro: chi governa dovrebbe senz’altro ascoltare chi è in prima linea per quella specifica visione d’insieme che, comprendiamo bene, può mancare anche agli esperti. Ai docenti di italiano L2 nonostante il basso riconoscimento economico in questo settore, auguriamo che sia preso in considerazione quanto espresso dal Consiglio superiore dell’Istruzione; un percorso di idoneità in un futuro non troppo lontano che sarà per forza dopo concorso il concorso a Cattedra..
Gentilissima Ministra Giannini,
(…) Chiedevamo e attendevamo questo passo da tempo perché, come Lei ben sa, l'insegnamento dell'italiano come lingua seconda è cosa nuova a livello normativo, non certo a livello professionale. Svolgiamo il nostro lavoro con passione, spesso in condizioni contrattuali ed economiche precarie, come docenti esperti esterni in istituzioni riconosciute dal MIUR (dalle scuole per l'infanzia alle università, passando dai Cpia e dagli Istituti Italiani di Cultura), che si avvalgono della nostra professionalità. È anche grazie alla nostra collaborazione che le scuole pubbliche e le strutture della Pubblica Amministrazione possono partecipare a bandi europei o internazionali e vincerli, riuscendo così a mantenere un’offerta formativa di qualità.
(…) Nello specifico, in riferimento alla nota B della tabella A si viene a creare una discrepanza nel valore assegnato ai titoli di specializzazione (ancora in via di definizione) tra chi è abilitato e chi non lo è: per i primi i suddetti titoli sono indispensabili ai fini dell’accesso al concorso mentre per i secondi gli stessi titoli non hanno alcun valore legale. Di conseguenza si stabilisce che il valore legale dei nostri titoli di specializzazione vale nelle istituzioni riconosciute dal Miur, dove abbiamo lavorato e stiamo lavorando, ma non vale per l’accesso alla Cdc A23.
(…) L’unico modo per non perdere questo patrimonio professionale e garantire la qualità nell’insegnamento, di cui la “Buona Scuola” si è fatta portatrice, è istituire una norma transitoria, come è avvenuto finora per altre situazioni all’interno della scuola. Vista quindi la Tabella A, chiediamo che la norma transitoria: permetta a chi lavora nel settore da anni di partecipare al concorso 2016; estenda l’accesso a tutte le lauree di area umanistica ; consideri abilitanti titoli di specializzazione e servizio; In riferimento allo stato attuale della Tabella A (del 18/1/2016), vorremmo sottolineare altre incongruenze, come il valore retroattivo che di fatto, involontariamente, i requisiti individuati vanno a determinare.
Semplificando, in tutte le realtà scolastiche si andranno a selezionare docenti con un profilo corrispondente ai nuovi criteri, ove prima venivano selezionati specialisti di italiano per stranieri sulla base dei titoli postlaurea. Oltretutto, in questo modo si riscrivono regole fino ad ora valide, chiedendoci di andare a recuperare Cfu a posteriori, per percorsi accademici già conclusi, in cui tali Cfu non erano obbligatori o addirittura nemmeno previsti, e che sono, inoltre, poco pertinenti alla classe di concorso in oggetto (latino, storia, geografia, letteratura, ecc…).
Quello che chiediamo è un atto di mera giustizia: il riconoscimento dei diritti di cittadini e lavoratori che si sono formati con passione ed impegno e che per anni sono stati invisibili. Queste sono solo alcune delle lauree umanistiche inspiegabilmente assenti dalla Tabella A: LM 19/LS13 Informazione e sistemi editoriali; LM37/LS42 Lingue e letterature moderne europee e americane; LM36/LS41 Lingue e letterature dell’Africa e dell’Asia, ossia gli unici corsi di laurea magistrale che prevedono un indirizzo di glottodidattica delle lingue; LM57/LS65 Scienze dell’educazione degli adulti e della formazione continua; LM59/LS 5967 Scienze della comunicazione pubblica, d'impresa e pubblicità; LM78/LS17/LS18/LS96 Scienze filosofiche.