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Claudio Infusi alla sua 20esima Maratona

Su Francesco Totti: “Se fossi Prandelli lo porterei senz’altro ai Mondiali”

Claudio Infusi, senatore delle Maratone di Roma ed ex preparatore atletico dell’A.S. Roma, correrà oggi la sua 20esima edizione. Alle spalle, 40 Roma-Ostia finite, ma soprattutto un passato nel calcio. Di tutto questo, ne ha parlato ai microfoni di RadioRadio.

“I segreti per essere così longevi nello sport sono: vita sana e alimentazione sana, corretta ed equilibrata. E poi, tanto cuore e tanta passione” – dichiara. “Io – continua – in inverno mi alleno la mattina presto, quando ancora è buio. Indosso le mie scarpe catarifrangenti, il mio giubbotto fosforescente, e corro. Durante il periodo estivo è tutto più semplice; invece, quei 4-5 allenamenti settimanali in inverno sono difficili da affrontare. La domenica, poi, se non ci sono gare, si fa il lungo o il lunghissimo”.

Secondo Infusi, “la maratona si corre con le gambe”, ma anche e soprattutto “con il cuore e con la testa”.
“Io – spiega – ho fatto anche la 100 km del Passatore: dopo i 60 km, se non hai la testa, ti fermi”.

Come preparatore atletico, Infusi ha iniziato nella Roma Calcio. Era il 1979/80. “Poi abbiamo vinto lo scudetto nel 1982/83. Sono rimasto preparato atletico nella prima squadra, anche con Ericsson, in seguito con Ottavio Bianchi, poi Boskov. Infine, sono passato al settore giovanile, con Luciano Spinosi, Romeo Benetti; Bruno Conti era responsabile del settore giovanile. Anche col giovanile abbiamo vinto parecchi scudetti” – racconta.

In quegli anni, Claudio Infusi ha curato e conosciuto parecchi giovani “che oggi viaggiano in prima squadra”. “Sono tutti cresciuti con me: De Rossi, Totti, Florenzi”.

Tra i tanti sportivi che Infusi ha consciuto, anche Roberto Pruzzo, ex attaccante. Proprio Pruzzo ha sorpreso Infusi quando ha deciso di mettersi a correre le mezze-maratone. “Quando facevamo i percorsi lunghi in allenamento, Roberto, che è una grandissima persona, è stato un grandissimo calciatore ed è un grandissimo uomo, si nascondeva dietro gli alberi per riprendere il circuito successivo. Quando ha deciso di mettersi a correre, abbiamo fatto qualche allenamento insieme e abbiamo partecipato alla Roma-Ostia, terminandola. E per un bomber, che solitamente è più portato alla velocità, fare una mezza-maratona (21 km, ndr) è un gran bell’obiettivo”.

Ma come mai – chiede ancora RadioRadio – oggi, quando le squadre incappano in qualche sconfitta, si giustificano dicendo di “essere giù di allenamento”? “Una volta non avveniva – risponde Infusi – Le squadre europee, ad esempio il Bayern, corrono, corrono tanto. In Europa ci sono una preparazione e una cultura diverse. Le squadre che in Europa vanno per la maggiore hanno altre mentalità. Quando Ericsson venne alla Roma – racconta Infusi – si chiedeva come mai i calciatori arrivassero alla preparazione in sovrappresso, con 4-5 chili in più che poi dovevano smaltire. Lui veniva dalla Svezia, lì tutti fanno sport. Io allora gli spiegai che qui era diverso, il calciatore ha una mentalità tutta sua. È un fatto di cultura del lavoro”.

Ma da preparatore atletico, Infusi lo manderebbe Totti ai Mondiali? “Assolutamente sì – conclude – Lo merita per tanti motivi: è un grandissimo calciatore, un grandissimo uomo. Se fossi Prandelli lo porterei senz’altro ai Mondiali”.

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