Clima, Franco Battaglia: “Non c’è ragione di ridurre emissioni CO2”
In occasione della conferenza stampa “Custodire l’Ambiente custodendo l’Uomo”, lo scienziato ribadisce: «Nessuna emergenza, il cancro del pianeta sono gli eco-catastrofisti»
Quest’oggi, mercoledì 2 febbraio, si è tenuta a Roma la conferenza stampa sul clima “Custodire l’Ambiente custodendo l’Uomo. Perché le bugie ambientaliste radicali minacciano la vita umana sulla Terra”: un tema, quello del rigetto dell’eco-catastrofismo affermazionista, che anche noi abbiamo affrontato in varie occasioni.
La tavola rotonda, organizzata dall’Associazione Pro Vita & Famiglia, è stata nobilitata dagli interventi di scienziati quali il fisico Nicola Scafetta e il geologo Uberto Crescenti. Nonché dal saluto di politici appartenenti a schieramenti trasversali, da Elisabetta Gardini e Maddalena Morgante (FdI) a Marco Rizzo (Partito Comunista).
In questa circostanza RomaIT ha intervistato uno dei relatori: il professor Franco Battaglia, docente di Chimica Fisica presso l’Università di Modena.
La lezione del professor Battaglia sul clima
Professore, qual è il messaggio che dovrebbe uscire da questa conferenza stampa?
«Il messaggio principale dal mio punto di vista è che non vi è alcuna emergenza climatica e, soprattutto, non c’è alcuna ragione di ridurre le emissioni di CO2. Queste avvengono perché noi bruciamo carbone, gas e petrolio, che contribuiscono per quasi il 90% al fabbisogno energetico dell’umanità. Chi non ha queste risorse è povero. Negare queste risorse ai poveri significa lasciarli in condizione di povertà perenne, e diminuirle a chi è meno povero significa portarli verso la povertà.
In ogni caso le emissioni di anidride carbonica della sola Italia sono lo 0,8% di quelle di tutto il mondo; quelle della sola Europa sono il 9%. Quindi, anche quando noi azzerassimo queste emissioni, non si osserverebbero effetti sul clima, perché il 90% delle emissioni del mondo vengono da Cina, India, Russia, America. Che non hanno alcuna intenzione di ridurre le emissioni – e fanno peraltro bene».
Custodire l’Ambiente custodendo l’Uomo
Quindi cosa dovrebbero fare le istituzioni e la scienza, o meglio la loro alleanza, al fine di custodire l’Ambiente custodendo l’Uomo?
«L’Uomo è la vera risorsa per il pianeta, ed è l’Uomo quello che costruisce il pianeta. Noi definiamo il pianeta “inquinato” solo perché fa male a noi, quindi il pianeta è per noi, e questo dev’essere ben chiaro. Se non ci fossimo noi, il pianeta evolverebbe spontaneamente secondo natura, e l’atmosfera di Venere è un’atmosfera sulfurea, no?
Quindi quello che dovrebbero fare i Governi, se li preoccupa la questione climatica, principalmente è adattarsi a cambiamenti climatici che ci sono sempre stati. E, ove questo climate change avesse conseguenze deleterie, affrontare quelle conseguenze».
La sua risposta suona peraltro come una replica a chi afferma che l’Uomo sia il “cancro del pianeta”.
«Chi lo dice, è lui il “cancro del pianeta”. Per quale motivo l’Uomo dovrebbe essere il “cancro del pianeta”?! L’Uomo anzi è il custode del pianeta, non si capisce perché dovrebbe essere il “cancro del pianeta”. È un’affermazione misteriosa che non ha alcun senso. Ripeto: ogni pianeta evolve secondo natura, compreso il nostro. Noi ci siamo e dobbiamo cercare di adattare la natura alla nostra sopravvivenza. Questo è il nostro dovere».