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Commissione Ue, URSSula von der Leyen e l’Unione Euro-sovietica

Il nuovo Governo comunitario è ancor più a immagine e somiglianza della Baronessa: tra follie green, (pseudo)democrazia e l’utopistico Rapporto Draghi, nel complesso è “buio Fitto”

Commissione Ue

Commissione Ue (© dimitrisvetsikas1969 / Wikimedia Commons)

Ursula von der Leyen ha presentato la seconda Commissione Ue da lei presieduta, nuova nelle facce ma non nelle infauste intenzioni. Gli obiettivi annunciati, infatti, riflettono perfettamente la scelta della maggioranza in Europarlamento. Nel senso che entrambe ignorano sprezzantemente la direzione indicata dai cittadini del Vecchio Continente alle Europee dello scorso giugno.

Commissione Ue
Commissione Ue (© dimitrisvetsikas1969 / Wikimedia Commons)

La nuova Commissione Ue

«Prosperità, sicurezza, democrazia», sullo sfondo della «competitività nelle transizioni» verde e digitale. Queste le «priorità fondamentali» delineate nel “discorso della Baronessa” che ha aperto il sipario sul suo esecratissimo bis. Alcune utopistiche, altre francamente risibili.

Fa sorridere, infatti, che parli di democrazia l’unica istituzione (pseudo)democratica che non rispetta la montesquieuiana separazione dei poteri, detenendo sia quello esecutivo che quello legislativo. Fa sorridere che parli di democrazia chi ha “tradito” l’elettorato comunitario che invocava una svolta conservatrice e il contestuale abbandono delle istanze progressiste. Riproponendo invece lo stesso ircocervo popolari-socialisti-liberali che il Premier Giorgia Meloni bollò come «innaturale», addirittura innestandovi i Verdi che pure erano stati fortemente penalizzati alle urne.

Giorgia Meloni irritata
Giorgia Meloni (© Governo.it)

Eppure, e malgrado l’ostilità sempre più diffusa verso l’European Green Deal, la prossima Commissione Ue, scrive TGCom24, avrà un Commissario per la transizione giusta, pulita e competitiva. Dove l’accostamento dell’ultimo aggettivo al sostantivo è un ossimoro, basato sui teoremi affermazionisti a loro volta fondati sulla premessa erronea che l’uomo sia responsabile dei cambiamenti climatici. Ma visto che il contributo antropico è irrisorio, come hanno dimostrato scienziati del calibro di Antonino Zichichi, qualunque tentativo per mitigarlo risulterà necessariamente inefficace (e costosissimo).

Antonino Zichichi
Antonino Zichichi (© Gabriella Clare Marino / Wikimedia Commons)

Comunque, i princìpi dell’inquilina di Palazzo Berlaymont, come riporta Sky TG24, si ispirano esplicitamente al rapporto stilato, aggiunge Rai News, dall’ex Primo Ministro italiano Mario Draghi. Un piano che però, con buona pace (senza condizionatori) della pavloviana infatuazione dei media mainstream nostrani, è un libro dei sogni che talvolta sconfina nell’incubo. Cominciando dal fabbisogno stimato di 750-800 miliardi l’anno, che richiama all’istante il Maurizio Battista del «(servirebbero) pure a me… chi ce li potrebbe da’ ‘sti soldi?!»

Mario Draghi
Mario Draghi (© Governo.it)

L’Unione Euro-Sovietica

Insomma, in Europa è “buio Fitto”, volendo alludere al rappresentante del Belpaese Raffaele, appena nominato vicepresidente esecutivo con delega alla Coesione e alle Riforme. Ruolo che, come rileva l’ANSA, ha prevedibilmente suscitato l’entusiasmo di Palazzo Chigi, ma ha anche fatto frignare i Greens. I quali, in combutta con S&D e Renew Europe, ritengono che la designazione di un esponente dell’euro-gruppo sovranista ECR sposti il “Collegio” troppo verso destra.

Sia come sia, a ottobre o, più probabilmente, a novembre, come riferisce Avvenire la Plenaria di Strasburgo si esprimerà sulla nuova Commissione Ue. Se i malpancisti fossero coerenti voterebbero contro, ma alla fine “più dell’onor potrà il digiuno”, per parafrasare il dantesco Conte Ugolino per interposto Fabrizio De André.

Parlamento Europeo, Bruxelles
Parlamento Europeo (© Corvo di cenere / Wikimedia Commons)

Non a caso, l’alta papavera teutonica, sollecitata sulla questione, l’ha liquidata con un laconico: «Dovete chiedere a loro». Che poi è la versione 2.0 dell’après moi le déluge alternativamente attribuito al Re Luigi XV di Francia o alla sua amante Madame de Pompadour.

Ursula von der Leyen, Commissione Ue
Ursula von der Leyen (© Parlamento Europeo / Wikimedia Commons)

In effetti, qualcuno – tipo Il Foglio – azzarda già che il Presidente dell’euro-Governo si sia attribuita una sorta di pieni poteri. Soprattutto perché gli incarichi dei “Ministri” si sovrappongono, permettendo così a Frau URSSula di avere sempre l’ultima parola nelle decisioni importanti. E facendo fare a Bruxelles un altro deciso passo verso l’Unione Euro-Sovietica.