Comune di Roma, sondaggio su Paulo Dybala. Tagariello: “Siamo partiti dall’amore per Roma”
La domanda posta ai cittadini dal Comune di Roma “Cosa avrà convinto Dybala a restare a Roma?”, ha fatto discutere
Roma, si dibatte sulle iniziative del Campidoglio, ma questa volta, a sorprendere non è un problema urbanistico o una vicenda politica, bensì un sondaggio promosso dal Comune di Roma, che ha suscitato reazioni tra il serio e il faceto, con un pizzico di polemica. La domanda posta ai cittadini, “Cosa avrà convinto Dybala a restare a Roma?”, ha fatto discutere, non tanto per il quesito in sé, quanto per le risposte proposte e le implicazioni di un’iniziativa simile da parte di un’istituzione pubblica.
Il sondaggio e le risposte proposte: un mix tra folklore e realtà
Il sondaggio, lanciato sul canale WhatsApp ufficiale del Comune di Roma, che conta oltre 227.000 iscritti, ha proposto quattro opzioni tra cui scegliere per spiegare la decisione di Paulo Dybala, il fuoriclasse della Roma, di rimanere nella Capitale. Le risposte disponibili erano: “I romani”, “Le bellezze della città”, “La bontà del cibo” e, forse la più sorprendente, “I nasoni”, le caratteristiche fontanelle romane con la canna curva.
La risposta più votata è stata “I romani”, con oltre 1.600 preferenze, un risultato che sottolinea l’orgoglio dei cittadini per il loro carattere caloroso e accogliente, un elemento spesso citato dai calciatori e dagli artisti che scelgono di vivere nella Capitale. A seguire, “Le bellezze della città”, con 472 voti, un omaggio alla magnificenza di Roma, una città che, nonostante le sue complessità, continua a esercitare un fascino irresistibile su chiunque vi metta piede.
Ma è stata la risposta “I nasoni” a suscitare la maggiore curiosità e ilarità, con molti che hanno interpretato questa scelta come un atto di goliardia, probabilmente anche da parte dei tifosi della Lazio, sempre pronti a cogliere l’occasione per ironizzare sui rivali giallorossi. La proposta di includere i “nasoni” nel sondaggio, spiegata dagli ideatori come un tocco di leggerezza, ha tuttavia sollevato alcune domande sul senso e sull’opportunità di inserire un’opzione così folkloristica in un contesto ufficiale.
Le reazioni al sondaggio del Comune di Roma
Non tutti, però, hanno apprezzato l’iniziativa del Comune di Roma. Tra le voci critiche, spicca quella di Claudio Lotito, presidente della Lazio e senatore di Forza Italia, che non ha esitato a bocciare l’iniziativa. “Una cosa priva di senso”, ha dichiarato Lotito, sottolineando che, a suo avviso, i romani sarebbero molto più interessati a sondaggi riguardanti i servizi pubblici e le condizioni della viabilità, piuttosto che alle vicende calcistiche di un singolo giocatore.
Lotito ha inoltre sollevato un punto di vista non trascurabile: Roma è una città con due squadre di calcio di grande tradizione, la Roma e la Lazio, e un sondaggio di questo tipo, concentrato esclusivamente su un giocatore della Roma, potrebbe essere percepito come un segnale di parzialità da parte dell’amministrazione cittadina. “Roma è la Capitale d’Italia e dal punto di vista sportivo ha due entità”, ha ricordato Lotito, aggiungendo che avrebbe trovato più opportuno un sondaggio su questioni di maggiore rilevanza per tutti i cittadini, indipendentemente dalle loro simpatie calcistiche.
Il contesto e le spiegazioni del Comune: un’iniziativa per connettere istituzione e cittadini
A difendere il sondaggio è intervenuto Pierluca Tagariello, direttore della comunicazione istituzionale del Campidoglio, che ha spiegato come l’iniziativa sia stata pensata con un tono semiserio, un modo per avvicinare l’amministrazione ai cittadini e stimolare l’interazione. “La nostra idea è stata quella di partire dall’amore per Roma”, ha dichiarato Tagariello, sottolineando che il sondaggio ha ottenuto un’ampia partecipazione, dimostrando l’efficacia di strumenti moderni come WhatsApp per creare un dialogo diretto con i cittadini.
Secondo Tagariello, l’inclusione di opzioni come i “nasoni” aveva proprio lo scopo di rendere il sondaggio più leggero e accessibile, un tentativo di rompere la formalità che spesso caratterizza la comunicazione istituzionale. In effetti, il sondaggio ha registrato migliaia di interazioni, dimostrando come la formula adottata abbia colto nel segno, almeno sotto il profilo dell’engagement.
Un dibattito tra leggerezza e serietà
Il sondaggio del Comune di Roma su Paulo Dybala ha sollevato una serie di interrogativi sulla funzione e sull’immagine delle istituzioni pubbliche in un contesto moderno. Da un lato, c’è chi ha apprezzato l’idea di utilizzare un approccio più informale per coinvolgere i cittadini, dall’altro, ci sono coloro che ritengono che l’amministrazione debba concentrarsi su questioni più concrete.
In una città come Roma, dove la passione per il calcio è un elemento centrale della vita quotidiana, è forse inevitabile che anche una semplice domanda su un calciatore possa diventare un tema di dibattito cittadino. E in fondo, il fatto che un sondaggio di questo tipo abbia suscitato tanto interesse è forse la dimostrazione che, nonostante tutto, il calcio rimane uno dei pochi temi in grado di unire (e dividere) i romani, superando le barriere tra istituzione e popolo, tra serio e faceto.