“Con la mascherina non vi capiamo” la denuncia del ragazzo sordo che fa rap VIDEO
Con la mascherina non si può leggere il labiale, questo causa gravi disagi alla comunità sorda in un momento difficile come questo
‘Brazzo’ questo il suo nome da rapper è un ragazzo sordo che da anni sostiene le difficoltà della comunità con energia, ironia ed entusiasmo. Lo abbiamo intervistato con la mediazione di Agnese Arganini, interprete Lis.
Agnese Arganini, interprete Lis e assistente alla comunicazione ci ha segnalato alcuni gravi disagi che le persone sorde si trovano ad affrontare durante la pandemia da Sars-coV-2: “Moltissime persone sorde stanno lamentando l’impossibilità di comunicare con il mondo esterno perché con le mascherine non possono leggere il labiale. Questo apre diversi problemi già presenti sul territorio italiano collegati in primis al mancato riconoscimento della lingua dei segni, ma anche alla scarsa conoscenza che la popolazione ha della realtà delle persone sorde.
Mascherine con labiale trasparente
“Per la comunità sorda segnante (le persone sorde che utilizzano la lingua dei segni) sarebbe importante che almeno per i servizi essenziali vengano attivati dei corsi di lis per il personale (ad es. In ospedale, alle poste ecc). Esistono delle mascherine con la parte che copre le labbra e la bocca in plastica trasparente per poter leggere il labiale, ma ad oggi sono scarsamente diffuse. Se almeno ce ne fosse una scorta nei luoghi più importanti o nei luoghi di lavoro dove sono presenti persone sorde sarebbe un passo avanti. Inoltre spesso le persone non capiscono che la persona davanti a loro è sorda e perdono la pazienza non sforzandosi minimamente per farsi capire”.
Con la mediazione di Agnese abbiamo intervistato un ragazzo sordo di Milano per capire davvero come si vive questa condizione durante la Fase 2 e con le mascherine.
L’intervista a “Brazzo”
Al di là della pandemia, quali difficoltà comporta il fatto che la LIS non sia ancora riconosciuta ufficialmente come una lingua viva e utilizzata da molti utenti della comunità sorda?
“Per il riconoscimento della Lingua dei Segni c’è un’associazione per tutela dei sordi che ha combattuto dagli anni ’80 hanno fino ad oggi. Io come ‘Brazzo’, nome d’arte da rapper, da 4 anni faccio da megafono, da amplificatore con la mia musica rap. Lottiamo per ottenere i nostri diritti: per noi è fondamentale che venga riconosciuta la Lingua dei Segni, questa consente al bambino sordo di sviluppare abilità linguistiche e intellettive prima dell’acquisizione della lingua parlata”.
“Sono un ragazzo sordo, mica scemo”
“Se non ci sono scuole con assistenti alla comunicazione o sostegni educativi, il bambino sordo rischia di rimanere isolato e apprendere poco dalle attività scolastiche. Anche fuori abbiamo difficoltà in caso di emergenza o alcune importanti commissioni o riunioni di lavoro. Manca l’accessibilità e servizi di interpretariato negli uffici pubblici e nelle scuole. Sono tante le cose che mancano e ci siamo sempre arrangiati da soli. Questo ritardo è dovuto alla politica italiana, che in passato ci aveva dato garanzie, ma in realtà ci ha solo mentito. L’Italia ha vari problemi e soprattutto troppa burocrazia. Ha rallentato il riconoscimento della LIS e ci ha messo in secondo piano. L’Italia è l’unico Paese in Europa dove non è ancora in vigore una legge che riconosca la Lingua dei Segni. Nessuno ha capito che le nostre difficoltà sono tante. Ora con la situazione della pandemia ci troviamo ancora più a disagio”.
Quali impedimenti sono legati invece all’utilizzo della mascherina, il cui utilizzo però al momento si rivela necessario per arginare i rischi di contagio da Covid-19?
“Con le mascherine obbligatorie ci troviamo in una situazione di disagio peggiore rispetto a prima, senza sentire e senza leggere il labiale alle persone che parlano, siamo in pieno panico, ci sentiamo tagliati fuori dal mondo. In qualunque posto che andiamo o che incontriamo una persona è impossibile abbassare la mascherina per la loro sicurezza.
Se fosse riconosciuta la Lingua dei Segni forse oggi trovavamo meno disagio. Poi c’è un’altra grande preoccupazione: si tratta del controllo con il drone, nessuno ne parla ma io lo trovo important e urgente: i droni non riconoscono il nostro handicap e noi non sapremo come comportarci. Queste cose vanno messe su un tavolo di discussione. Siamo più di 60.000 sordi italiani in condizioni sempre più disagiate”.
Come possono le persone udenti essere di aiuto e di sostegno in questa fase complessa e delicata?
“Usando le mascherine trasparenti con la facilità di leggere il labiale. So che è difficile averle per tutti, ma almeno si potrebbe partire dai colleghi di lavoro dove è presente un dipendente sordo, dai supermercati, dalle banche, dalle poste, dai luoghi pubblici e soprattutto dagli ospedali, dato che siamo nel pieno di un’emergenza mondiale e lì non è possibile portare gli interpreti”.