Con Touring Club il turismo nella periferia di Roma
L’associazione no profit apre una sede a Roma, in piazza Santi Apostoli
Corviale, Trullo, Tor Marancia, Casal de’ Pazzi. Il Touring Club approda a Roma e punta a portare il turismo in periferia. Dopo 120 anni, l’associazione non profit apre una sede nella Capitale, nelle mura di Palazzo Colonna a piazza Santi Apostoli, a due passi dai monumenti della Roma eterna. Lo fa con un obiettivo preciso: diffondere il turismo negli spazi attorno al centro, in quelle periferie urbane che talvolta vengono descritte come ghetti, e che sono invece sempre più città accanto alla città.
La nuova dimensione urbana è il filo del discorso che questa mattina hanno intessuto il presidente del Touring Club Franco Iseppi, con il capo della delegazione romana Giuseppe Roma. Presenti anche l’assessore capitolino alla Cultura Giovanna Marinelli e il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini. A Roma, il Touring “sarà anche un punto di informazione turistica perché – sottolinea Iseppi – vogliamo essere un servitore civile delle istituzioni. Lo facciamo per motivi molto funzionali, visto che questo deve essere punto di riferimento verso sud e verso il Mediterraneo”. La sede di piazza Santi Apostoli ospiterà la libreria dell’associazione e anche il Punto informazioni turistiche di Roma Capitale.
“Bisogna puntare sulla cultura come volano turistico, la leva grazie alla quale ‘scoprire’ bellezze nascoste o dimenticate in periferia” – dice Giuseppe Roma. “Del resto – aggiunge – che le periferie non siano più marginali lo dicono i numeri”. A Roma centro abitano 371mila persone. Nella prima fascia periferica i residenti sono 1milione 388mila. In quella più esterna, la periferia metropolitana, 1 milione e 437mila. E per combattere l’isolamento “ci vogliono i servizi, a cominciare dai trasporti. Ma la strada strutturale deve essere accompagnata da un processo culturale che rafforzi l’identità delle periferie. Bisogna dare loro orgoglio e anima”.
Nasce da questa riflessione ‘Patrimonio Periferia’, il progetto del Touring club, in collaborazione con il Mibact e con Roma Capitale, che attraverso 7 itinerari, 7 percorsi turistico-culturali, vuole rivalutare ad esempio il Corviale, ma anche Il Trullo, Tor Marancia. O Casal de’ Pazzi, dove “il museo del Pleistocene è nato sul letto di un fiume quando una ruspa si è impiantata su una zanna di mammut. Quel mammut che ha sedotto Zerocalcare…”, ricorda l’assessore Marinelli. Architettura, industrial, creatività, popular, cine celebrità, mirabilia, smar rurality sono le sette chiavi di lettura della Roma periferica.
Alla scoperta delle “Vele” di Meier a Tor Tre Teste, della Garbatella all’Ostiense e di Corviale a Portuense. Oppure, e si parla di “industrial”, il vecchio ospedale Forlanini Spallanzani o ancora la centrale elettrica a Farfa, degli anni 20. E poi la “street art” del Trullo, del Quadraro, di Rebibbia, il “popular” del Pigneto al Prenestino, e la Roma dei film, da Cinecittà al set di Accattone, girato al Casilino. Ma in periferia c’è anche la “rurality” di Castel di Decima a Decima Malafede e tante “mirabilia”, da Villa dei Quintili al Quinto e Sesto miglio, all’abbazia Tre Fontane, al Laurentino, al parco degli Acquedotti all’Appio-Tuscolano.
“Detto senza retorica: questo deve essere il secolo delle periferie”, spiega il ministro Dario Franceschini. “Nel ‘900 siamo riusciti a conservare i centri storici, e pur con qualche ferita abbiamo vinto quella battaglia. Ma non ci siamo occupati di periferia, un patrimonio di bellezza che scopriamo magari quando ce la fa vedere un film o l’opera di un fotografo”. Tanto che, al Ministero, continua Franceschini, “c’è ora un settore ad hoc che si occupa di periferie. Alcuni progetti sono già operativi”. Un aiuto arriverà subito anche per i progetti culturali in periferia. “Tra pochi giorni uscirà il bando legato all’art bonus che prevede il cofinanziamento di interventi culturali nelle periferie. Lo stanziamento del primo anno è di 3 milioni. Possiamo finanziare 30-40 progetti”, conclude il ministro.