Conferenza Totti: “Mi dimetto, c’era spazio per uno tra me e Baldini”
Le parole del Capitano, che ha sottolineato di non aver mai avuto alcun peso nella dirigenza
Presso gli uffici del CONI è andata in scena la conferenza stampa d'addio di Francesco Totti, che ha rassegnato le dimissioni da dirigente per lasciare definitivamente la Roma. Una conferenza lunga un'ora e mezza, in cui il Capitano ha risposto alle domande dei giornalisti presenti senza risparmiarsi su qualsiasi argomento. Tanti gli spunti interessanti, che sicuramente avranno conseguenze sul club di Trigoria: da Baldini a Pallotta, passando per la vicenda De Rossi.
Questa la conferenza stampa integrale:
Dopo un'introduzione di Paolo Condò, prende la parola Francesco Totti.
"Innanzitutto ringrazio il Presidente Malagò per aver concesso questa location.
Alle 12.41 del 17 Giugno ho mandato una mail al CEO della Roma dove scrivevo delle frasi per me inimmaginabili. Speravo che questo giorno non arrivasse, un giorno per me molto brutto e pesante; ma viste le condizioni ho pensato fosse giusto prendere questa brusca decisione, anche perchè non ho avuto mai la possibilità operativa di poter lavorare sull'area tecnica della Roma. Perciò ho preso questa decisione difficile dopo tanti mesi, ma penso sia la più coerente e giusta perchè davanti a tutto deve esserci la Roma. Non è il momento di schierarsi a favore o contro qualcuno: giocatori, presidenti e dirigenti passano, le bandiere no. Ci ho pensato tanto, ma non è stata colpa mia prendere questa decisione".
Sei un mito, sei nella storia di Roma. Quando ti ho visto in giacca e cravatta mi è sembrato strano: ti sei mai chiesto "chi me l'ha fatto fare?"
"No, non l'ho mai pensato. La Roma è la mia casa e per me prendere questa scelta è stato difficilissimo, perchè ho sempre voluto portare ad alti livelli questa città".
Di chi è stata la colpa quindi?
"Non mi hanno mai coinvolto in un progetto tecnico. Il primo anno ci può stare, nel secondo già avevo capito cosa volessi fare ma non ci siamo mai aiutati l'uno con l'altro. Sapevano della mia voglia di dare tanto a questa società, ma loro mi tenevano fuori da tutto".
Cosa ti senti di dire ai tifosi? Sarà un addio o un arrivederci?
"Al popolo di Roma devo solo dire grazie per come mi hanno trattato, c'è stato sempre un reciproco rispetto in campo e fuori. Vedere la Roma così in difficoltà mi rattrista. E' un arrivederci, perchè è impossibile vedere Totti fuori dalla Roma. Per il momento prenderò altre strade: il giorno in cui un'altra proprietà vorrà puntare su di me, sarò pronto".
Cosa farai ora? C'è qualcuno più colpevole di altri?
"In questo momento sono tante le cose che posso fare: in questo mese valuterò tutte le offerte. Non sto qua a indicare di chi sia la colpa."
Ti sentivi pronto a fare il dirigente della Roma, e su quali basi? Ti hanno mai promesso qualcosa? Ti sei mai sentito scomodo?
Tutti sappiamo che sono stati loro a farmi smettere di giocare. Dal lato dirigenziale, avevo 6 anni di contratto. Di promesse ne sono state fatte tante, ma alla fine non sono mai state mantenute. E' normale che col passare del tempo valuti, anche perchè anch'io ho un carattere e una personalità: non sto lì a fare quello che mi chiedono di fare. Col tempo ho pensato non fosse più il caso di mettermi a disposizione di alcune persone".
Pensi ci siano in corso una "detottizzazione" e una deromanizzazione?
"Levare i romani dalla Roma è stato sempre un pensiero fisso di alcune persone. Alla fine sono riusciti ad ottenere quello che volevano da 8 anni a questa parte. Da quando sono entrati gli americani, hanno cercato in tutti i modi di metterci da parte. Hanno voluto questo e alla fine ci sono riusciti".
Quali sono i rapporti con Baldini?
"Il rapporto con Baldini non c'è mai stato e mai ci sarà. Se ho preso questa decisione è normale che ci siano alcuni problemi all'interno della società. Uno dei due doveva uscire, e mi sono fatto da parte io. Ci sono tante persone che mettono bocca e fanno solo danni: ognuno dovrebbe fare il suo, e sarebbe tutto più facile. L'ultima parola spettava sempre a Londra, era inutile dire ciò che pensavi: era tempo perso".
Un anno fa la Roma giocava la semifinale di Champions: com'è stato possibile sprecare questo patrimonio? Che futuro vedi per la Roma?
"Tutti sappiamo i problemi della società a causa del Fair Play Finanziario, bisogna vendere giocatori entro il 30 Giugno. Hanno fatto questa scelta difficile di cedere i giocatori più forti. Ho sempre detto ai dirigenti che alla gente bisogna dire la verità, anche se brutta. Un anno fa feci un'intervista in cui dissi che la Roma sarebbe arrivata quarta e che la Juve avrebbe vinto il campionato a Febbraio. Mi fu detto che ero un incompetente che toglieva sogni ai calciatori. Sono abituato a dire la verità, perciò non posso stare qua dentro".
E' una conferenza contro i fantasmi, visto che il Presidente non si vede a Roma da un po'. Che danno si fa a Roma con il tuo addio?
"Per me è pesata tantissimo l'assenza del Presidente da Roma. I calciatori trovano sempre l'alibi quando le cose vanno male, e lamentano l'assenza del Presidente. Ho sempre detto che il Presidente deve essere più sul posto. Quando giocatori e direttori vedono il capo, stanno sull'attenti e cominciano a lavorare come dovrebbero. Quando non c'è il capo, fanno tutti come vogliono: è come fare l'allenamento quando non c'è il Mister".
Pensi di avere fatto tutto il possibile in questo percorso dirigenziale?
"Se ho preso questa decisione è perchè non ho potuto fare niente, specialmente nell'area tecnica. Penso di capire un po' di più di calcio rispetto a tante persone che stanno a Trigoria".
Visti i tuoi workshop a Doha, pensi ci sia qualcuno interessato alla Roma?
"Quello che posso dire è che la Roma è amata in tutto il mondo e tante persone vorrebbero prendersela".
Qual è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso?
"Ormai il vaso s'era riempito, però tante cose mi hanno fatto riflettere. Non sono stato mai reso partecipe, solo quando erano in difficoltà mi chiamavano nelle riunioni. In due anni avrò fatto dieci riunioni, mi chiamavano sempre all'ultimo".
Cosa serve per riportarti alla Roma?
"Sicuramente serve un'altra proprietà, in primis. Serve che questa nuova proprietà creda nelle mie potenzialità e nel fatto che possa fare qualcosa di buono. Anche in questo momento, per me la Roma viene prima di tutto. Oggi è peggio dell'addio da calciatore perchè mi stacco dalla Roma: oggi potevo anche morire. Tanti dirigenti nella Roma hanno sempre detto che sono troppo ingombrante in questa società".
La proposta di Direttore Tecnico con adeguamento economico e con limitazione alle tue attività personali è stata mai formulata? Potresti tornare con questa proprietà senza Baldini?
Ho chiesto di fare il Direttore Tecnico perchè penso di avere le competenze. Non ho mai chiesto di comandare tutto, ho chiesto di decidere come tutti gli altri. Se però poi fanno allenatore, direttore sportivo e tante altre cose senza essere chiamato, che direttore tecnico sono? Nono sono andato a Londra perchè mi hanno chiamato due giorni prima, con allenatore e ds già scelti: cosa vado a fare? L'unico allenatore che ho sentito è Antonio Conte. Mihajlovic, De Zerbi, Gattuso e Gasperini non l'ho mai sentiti. Ho chiamato solo Conte, il resto è fantascienza.
Con questa proprietà, non tornerei neanche se se ne andasse Baldini. Se avessero voluto fare questa scelta (via Baldini), l'avrebbero già fatta".
Pallotta ha detto che hai fornito molti consigli utili nella scelta dell'allenatore e che hai avuto un peso importante nelle decisioni. E' dunque un bugiardo?
"L'unico della società che voglio ringraziare e che ci ha messo la faccia è Guido Fienga. Se Fienga non fosse diventato CEO, sarei rimasto così come sono sempre stato. L'unica decisione che ho preso, insieme a Fienga, è stato Claudio Ranieri che oggi ringrazio perchè ha fatto il massimo. Appena l'ho chiamato mi ha detto "Domani sono a Trigoria"."
Visto che Fienga (che tu apprezzi) è il più alto in grado a Roma, non poteva essere l'occasione per cominciare a lavorare con pieni poteri da oggi anche con allenatore e ds già scelti?
Sì, ma Fienga me l'ha detto tre mesi fa che avrei fatto il DT. Ma quando dall'altra parte hai una persona che ti mette sempre il bastone tra le ruote, è difficile. Non sono stupido: il DT è quello che ha l'ultimo parere su tutto. Se le cose vanno male che dico? Potrei benissimo dire non ho scelto Fonseca. Se mi avessero chiamato prima di scegliere l'allenatore sarebbe stato diverso. Conte l'abbiamo chiamato io e Fienga per conto nostro, poi Pallotta si è detto d'accordo. Conte ci aveva dato l'ok ma poi purtroppo ha cambiato idea".
Avresti rinnovato De Rossi?
"A Settembre avevo suggerito ai dirigenti di avvertire subito De Rossi se non avessero voluto rinnovare. Poi ci sono stati infortuni, la questione di allenatore e ds e perciò si è rimandato. Con Daniele ci ho parlato da amico e gli ho detto che probabilmente non l'avrebbero rinnovato, volevo fargli aprire gli occhi. Non so se l'hanno fatto di proposito o no, ma da quello che ho capito loro volevano levare i romani dalla Roma".
Il nome di Sarri l'hai mai fatto? Come mai non è venuto alla Roma?
Non l'ho mai sentito. E' una domanda che dovresti fare a lui. So che Sarri era un pallino di quella persona di cui parli (Baldini). Sarebbe stato un grande allenatore ma era sotto contratto col Chelsea. Però stiamo parlando del nulla. Parliamo dell'attualità: Fonseca deve trovare un ambiente sereno e tranquillo, senza intoppi. E' un bravo allenatore, ha studiato e ha fatto bene allo Shakhtar. Spero possa fare bene a Roma".
Perchè secondo te Conte e Sarri dicono no alla Roma?
"Parlando di Antonio, perchè sarebbe dovuto venire qua a fare una rivoluzione. Ma lui non voleva fare una rivoluzione, bensì una continuazione. Però qua bisogna vendere".
Verrai l'anno prossimo allo stadio?
"Alcune partite sì. Magari verrò anche in Curva Sud con Daniele, se non andrà a giocare da qualche altra parte".
La proprietà americana avrebbe potuto fare di più anche dal punto di vista economico?
"Purtroppo ci sono dei problemi finanziari che vanno rispettati. Se bisogna vendere perchè stai a -50 milioni, devi vendere giocatori importanti. La squadra si indebolisce, è normale".
Cos'è una Roma senza Totti? In una Roma senza americani sarà necessario per te avere romani in società?
"Se io fossi il Presidente e ho due bandiere come Totti e De Rossi, gli darei in mano tutto. Per quello che hanno fatto, perchè ti possono spiegare cosa significa la romanità. Pallotta si circonda di persone sbagliate e ascolta solo alcune persone. Tutti sbagliano, ma se sbagli per 8 anni mi devo fare alcune domande. Se sbagli 10 interviste, devi porti una domanda".
C'è qualcuno che ti ha pugnalato? Chi?
Sì. Non farò mai nomi, ma ci sono persone dentro Trigoria che non mi vorrebbero lì dentro.
Chi riporta a Pallotta cosa succede a Trigoria?
Purtroppo ci sono delle persone a Trigoria che fanno il male della Roma. Il problema è che Pallotta alcune cose non le sa, e si fida sempre di queste persone. Io conosco Trigoria come le mie tasche, so gli spostamenti di tutti, so per filo e per segno come andrebbe gestita Trigoria. Come fai ad andare avanti tutti insieme se ognuno fa il bene di se stesso? Poi di tutte le cose che riportano a Boston, arriverà 1% di verità"
Che ruolo ha avuto Baldissoni? Ti ha aiutato?
Baldissoni è stato un dirigente della Roma. Ha cercato di direzionarmi non so dove. Mi ha aiutato sotto alcuni punti di vista. Non ce l'ho con lui. E' vice-presidente, ha una carica importantissima.
C'è chi dice che tu non ti sia impegnato abbastanza: cosa rispondi?
"Paddle, calcetto, vacanze (ride). Quando io faccio partite nel mondo, loro mi danno la disponibilità. Mi hanno detto che anche per loro era importante perchè porto la Roma nel mondo. Pure gli altri dirigenti vanno in vacanza, ma non li riconosce nessuno e non hanno di questi problemi".
Ci sono stati alcuni articoli usciti in tempi sospetti: che idea ti sei fatto?
"Le mail sono vere, inutile negarlo. Io però mi fido al 100% di De Rossi".
Perchè non sei riuscito a creare un rapporto diverso con Pallotta? Com'è possibile che ti abbia lasciato andare così?
"Nelle ultime settimane ha cercato in tutti i modi di trattenermi, sempre in terza persona. In due anni non ho mai sentito nessuno, nè Pallotta nè Baldini. Cosa devo pensare?
Cosa pensi dell'eventualità di Malagò come Presidente della Roma?
"Con lui tornerei, avrei le porte aperte perchè è mio amico. Sicuramente avrei più poteri".
Cosa ti ha fatto più male in questi ultimi anni?
"Ti dico solo che penso di essere stato un peso, perchè mi è stato detto che sono un personaggio troppo ingombrante".
Secondo te Pallotta è qui per lo stadio o per la Roma?
E' una domanda che dovresti fare a lui. Non ti posso rispondere, falla a lui. E' una risposta sua, personale, potrei non dire la verità?"
Prenderai in considerazione offerte da altre squadre?
"Prenderò in considerazione tutto, proprio stamattina ho ricevuto un'offerta dall'Italia. Anche Juve o Lazio? No.
Tanto lo sapete meglio di me, le varie federazioni…"
C'è anche una sola cosa per cui ti senti di ringraziare Pallotta?
"Grazie perchè mi ha fatto rimanere a Roma. Mi ha dato la possibilità di conoscere tante altre cose da dirigente, cose che non avrei mai pensato di conoscere. Non sputo nel piatto in cui mangio. Spero che la Roma possa tornare in alto, ma ora dovrà essere bravo a riconquistarsi l'amore della gente. Spero che si fiderà delle persone giuste".
Ti stai immaginando che effetto avranno queste parole nella testa dei dirigenti?
Da qui deve ripartire il progetto Roma. Lui deve capire veramente i problemi dentro Trigoria quali sono. Io speravo di potermi confrontare con lui ma non ne ho avuto la possibilità. Non sto contro Pallotta, sia chiaro. Dovrà essere bravo a cambiare registro".
Hai sentito Florenzi e Pellegrini? Ti piacerebbe lavorare con Mancini in azzurro?
"Florenzi non l'ho sentito, ho sentito Pellegrini e gli faccio i complimenti per ieri. Non ci credeva. Gli ho promesso tante cose che spero possano avverarsi. E' un ragazzo speciale, forte in campo e fuori, può dare tanto a questa maglia. Onorerà questa maglia fino alla fine. Serve sempre qualche romanista alla Roma: c'è gente che ride dopo le sconfitte, i romanisti no.
Mancini spero possa fare bene con la Nazionale".
Nella tua testa c'è l'idea di tornare alla Roma?
"In questi due anni ci sono stati dei problemi. Se dovessi avere la possibilità di rientrare, con un'altra proprietà, sarò un dirigente a 360 gradi. Se loro avessero fatto quello che ho chiesto, non mi sarei mai dimesso".
Che rapporto hai avuto con Monchi?
Il primo anno che ho smesso, tornato dalle vacanze, mi hanno chiesto un parere su un giocatore. Ho detto che non era il caso perchè non si sposava col modulo di Di Francesco, non giocava da tanto e aveva problemi fisici. Mi è stato detto che mi stavo opponendo come al solito. Avrei preso un giocatore dell'Ajax (Ziyech). Monchi non l'ho più sentito".
Su Nainggolan come la pensavi?
"Ho preso posizione. Gli altri dirigenti non volevano dare punizioni forti, ma quando uno sbaglia deve pagare. Può essere anche Messi o Ronaldo, ma ci deve essere rispetto".
Il contratto da dirigente fatto da Rosella Sensi cosa prevedeva?
"Direttore Tecnico".
Dopo la semifinale di Champions sembrava potesse partire una nuova era per la Roma. A Trigoria c'era la stessa sensazione?
"Non voglio difendere Di Francesco, che non ho scelto io ma Monchi. Di Francesco aveva chiesto 4-5 giocatori ma non glieli hanno mai presi. Le cose si devono sapere, è inutile nascondersi. Non sto difendendo il Mister, che sicuramente avrà sbagliato, però le cose stanno così".
Se domani un calciatore ti chiamasse perchè potrebbe andare alla Roma, cosa gli diresti?
"La verità. Non voglio ingannare un calciatore solo per farlo venire qui, gli direi le cose come stanno".