Conte e la Fase 2, se i provvedimenti sono questi è giusto disobbedire
Conte e la fase 2: se il presupposto è che le regole vadano rispettate è sbagliato disobbedire ma se le regole sono sbagliate allora no
Conte e la Fase 2 sono andati in scena ieri sera in conferenza stampa ma hanno deluso le aspettative. Mi sembra evidente che lo stare a casa abbia le ore contate. Per diverse ragioni, alcune palesi ed altre tenute in sordina. La prima è che alcuni Presidenti di Regione hanno deciso, senza aspettare il Governo, di riaprire le attività, magari non tutte ma la gran parte. La seconda è che la gente non ne può più. Molti hanno la necessità disperata di lavorare, ma anche di tornare a vivere, soprattutto coloro che non dimorano nelle ville dell’Olgiata o negli attici dei Parioli, dove la clausura è decisamente più sopportabile. Una minuta disobbedienza civile comincia a farsi strada, senza troppo clamore, ma in modo deciso; la gente comincia a uscire e tornare lentamente a rivivere le piccole piacevoli sensazioni di stare per strada, farsi una passeggiata, incontrare qualche amico. Quasi tutti si muovono indossando la mascherina e seguendo le regole basilari del distanziamento.
Le limitazioni inutili cominciano a scricchiolare e cresce la disobbedienza
E’ successo il 25 aprile, che è coinciso col sabato e succederà ancora. Nelle piccole realtà territoriali, spesso circondate da campagna e prati, dove separarsi è più facile, la cosa appare in tutta la sua evidenza. Nelle città un po’ meno, ma secondo “Il Mattino” di Napoli, questo sabato è stata quasi una normale giornata di shopping nel capoluogo partenopeo.
Quando è giusto disobbedire
Disobbedire è giusto o sbagliato? Se partiamo dal presupposto che le regole vadano rispettate è certamente sbagliato. La disciplina e il rispetto delle regole sono alla base della convivenza civile. Ancor di più se le regole sono finalizzate a tutelare la salute dei cittadini. Dunque, disobbedire è sbagliato. Ma se fosse sbagliato il presupposto delle regole? Allora sarebbe giusto disobbedire. Martin Luther King disse: “Esistono due tipi di leggi, quelle giuste e quelle ingiuste. Tutti noi abbiamo il dovere di obbedire alle leggi giuste e l’obbligo morale di disobbedire a quelle ingiuste”. E aggiunse anche: “quando un uomo disobbedisce ad una legge che ritiene ingiusta, dovrebbe farlo pubblicamente, gioiosamente, amorevolmente, in modo civile”. Sottoscrivo in pieno.
I legittimi dubbi sui numeri del lockdown
Conte e la Fase 2. Il punto decisivo è dunque questo e cioè che la decisione di continuare il lockdown appare errata, perfino nella sua forma ridotta; la regola sarebbe ingiustificata e di conseguenza ingiusta. Lo dicono i numeri, che continuano, dopo due mesi, ad essere a quattro cifre per gli infetti e a tre cifre per i morti. Qualcuno potrebbe contestare che altrimenti infettati e morti sarebbero stati molti di più, ma anche questo è smentito dai numeri, quelli degli altri Paesi che hanno numeri assolutamente inferiori ai nostri, senza aver attuato il blocco totale e senza aver dato la caccia, strada per strada – che manco la battaglia di Stalingrado – o aver inseguito, con droni ed elicotteri, qualche sparuto runner.
Quattro certezze discutibili
Come tutti, seguo i dibattiti televisivi e le dichiarazioni di esperti e scienziati sul web. Sono quindi preda di uno stato confusionale da eccesso di informazioni. Tuttavia, nonostante la confusione del bombardamento mediatico, ho raggiunto qualche piccola ma solida certezza.
Il Covid-19 è come Alien, se cresce è micidiale
La prima di tutte è che il Covid 19 non sia affatto così micidiale. Tutti quei morti e non sarebbe micidiale? No. Questo virus ha una caratteristica chiarissima, se lo lasci crescere ti uccide. Somiglia al terribile Alien dei film di Ridley Scott con Sigourney Weaver. Non riuscire a colpire il piccolo mostro che si insedia dentro di noi, lo fa crescere e diventare micidiale. Come Alien, uccide senza distinzioni, vecchi malandati ricoverati nelle RSA, dove colpire è più facile, ma anche giovani in perfetta forma, come dimostra il caso di Sambià, 23enne calciatore del Montpellier finito in rianimazione. Insomma, come ormai ripeto da tempo, col rischio di diventare noioso, la miglior difesa dal virus è attaccarlo prima che diventi troppo forte. Voglio aggiungere anche, unendomi ad altri più autorevoli di me, che la paura, della quale ho parlato in un mio precedente articolo, lo alimenta. Quella paura che ci fa stare chiusi nelle nostre case, mentre dovremmo stare all’aria aperta e al sole. Quel timore che obbliga i nonni a non vedere i nipoti, gli anziani a non usufruire dell’assistenza dei loro cari, tutti noi a rinunciare a ciò che può renderci felici. Ma se la felicità è la migliore delle cure, rinunciarci a priori, senza trovare una soluzione alternativa, è sbagliato. Se proprio dobbiamo morire, moriamo felici!
Bisogna utilizzare tutte le cure efficaci
La seconda è che esistono diverse cure valide. In Tv, ad eccezione dell’ottimo programma “Petrolio”, si parla solo di infettati, morti e vaccini futuribili. Ma ci sono tante cure che hanno dimostrato di essere efficaci. Nessuna di esse è risolutiva al punto da essere l’unica da seguire, ma questo vale per tutte le cure di tutte le malattie. Il virus d’altronde, sembra comportarsi diversamente da soggetto a soggetto.
Le precauzioni sono la prima difesa
La terza è che il virus non ti colpisce se adotti le dovute e quasi banali precauzioni che ci hanno indicato i virologi: disinfettare le mani ogni volta che si tocca qualcosa che possa essere stato contaminato e che possa infettarci nel breve periodo di sopravvivenza del virus; mantenere le distanze minime con chi non fa parte del nostro nucleo famigliare; usare la mascherina quando si entra in spazi dove la distanza di separazione sia difficile da mantenere.
Rivedere le regole illogiche
La quarta è che le regole devono essere ragionevoli e coerenti; quindi basta con l’idea di delimitare gli spazi in spiaggia col plexiglas, che impedirebbe la ventilazione soffocando i bagnanti; ripensare le norme per l’accesso ai negozi, dove le file sono esagerate, perché se sugli autobus di 35 mq si può salire in 15, che senso ha che in un negozio entri una persona ogni 40 mq.?
Secondo i punti che ho elencato e seguendo le semplici ma indispensabili regole basilari che tutti ormai conosciamo, possiamo pensare seriamente di togliere le limitazioni che sono illogiche o prive di efficacia ma il Governo Conte e la Fase 2 la pensano evidentemente in maniera diversa.
La felicità è una cura
Tra le regole bisogna invece introdurre quelle che ci consentono di scegliere come comportarci e di agire responsabilmente. Si chiamano buonsenso e senso del dovere. Gli avvertimenti ci sono stati dati quindi: “uomo avvisato mezzo salvato”. L’altra metà della salvezza possiamo ottenerla mediante la felicità, di tornare a vivere, quasi, la nostra vita di tutti i giorni.