Conte-ter, chi dovrebbe sostenerlo è d’accordo solo sul terrore per il voto
Il Premier dimissionario continua la caccia ai “costruttori”, senza grande successo: e, mentre Mattarella avvia le consultazioni, si fanno altri nomi, da Di Maio a Franceschini
Conte-ter, un nuovo Presidente del Consiglio o le elezioni anticipate. Da questo mazzo uscirà la carta che risolverà definitivamente la partita della crisi di Governo. Partita che, come un match di poker, al momento si snoda ancora tra tatticismi e bluff. Ma che, essendo ormai partite le consultazioni del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, si avvia lentamente verso lo showdown.
L’ipotesi del Conte-ter
Se chi entra Papa in conclave esce cardinale, saremmo curiosi di sapere come potrebbe uscire dal Colle il bi-Premier dimissionario Giuseppe Conte. Probabilmente barone, se non si rischiasse il doppio senso. Vero è che il Conte-ter tanto agognato dal fu Avvocato del popolo è solo una delle opzioni sul tavolo del Quirinale. E, forse, nemmeno la più probabile.
Molto, infatti, dipende dall’eventuale emergenza (qui il doppio senso è voluto) dei cosiddetti “responsabili” che, nell’idea di Giuseppi, dovrebbero rimpiazzare la pattuglia di Italia Viva. Non a caso, ha avuto grande risalto la nascita, a Palazzo Madama, del gruppo “Europeisti Maie Centro Democratico”, che ha proprio l’obiettivo di puntellare l’attuale Governo rosso-giallo.
C’è però un piccolo, insignificante dettaglio: tutti e dieci i senatori volenterosi avevano già votato la fiducia al leguleio volturarese. Per il quale, dunque, la caccia ai 10-15 “costruttori” necessari a disinnescare la mina rappresentata dal leader italovivo Matteo Renzi riparte da zero. E con la sabbia del tempo che gioca contro di lui.
Ieri, infatti, il Capo dello Stato ha rovesciato la clessidra, sentendo il suo predecessore Giorgio Napolitano e i Presidenti del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, e della Camera, Roberto Fico. Il quale, curiosamente, è uno dei protagonisti (forse suo malgrado) delle trame che potrebbero far avverare un’ipotesi diversa dal Conte-ter: la nomina di un diverso Capo del Governo.
Gli scenari alternativi
A dispetto (o forse a causa) di tutte le rassicurazioni, non è scontato che i due principali azionisti di maggioranza siano disposti a “morire con tutti i Filistei”. E, dunque, alla fine potrebbero risolversi a sacrificare il Signor Frattanto, che del resto il Rottamatore non fa mistero di voler rottamare. Non a caso iniziano a circolare nomi alternativi per Palazzo Chigi – tutti, non sorprendentemente, provenienti dall’alveo demo-grillino.
Per il M5S, oltre al succitato numero uno di Montecitorio, sarebbe in lizza anche il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Per il Pd, invece, in pole ci sarebbero i titolari della Cultura, Dario Franceschini, e della Difesa, Lorenzo Guerini. E c’è anche chi ipotizza un clamoroso scambio di poltrone italo-europeo, col Premier dimissionario a Bruxelles e il Commissario Paolo Gentiloni nuovamente a Roma. Anche se, in questi scenari, si rischierebbe l’irritazione della forza politica che non esprimerebbe il successore del BisConte dimezzato.
C’è comunque un particolare che non va sottovalutato. Il fatto che, se c’è una sola cosa su cui tutti i sostenitori del Conte-ter (e perfino Pittibimbo) concordano è il terrore delle urne. Che, in una specie di hysteron proteron e con una certa ironia della sorte, mai come in questo caso ne decreterebbero la morte. Politica, ça va sans dire.