Coordinatore sanitario Fatebenefratelli: “Covid uccide con emboli non per polmonite”
Le autopsie sui deceduti per Covid-19 rivoluzionano ogni teoria: dalla causa di morte alle possibili cure
Il Covid-19 causa emboli, emboli che possono essere fatali se non trattati con la terapia giusta. Che forse già c’è. Abbiamo parlato con Alfredo Arìsta, coordinatore sanitario dell’ospedale Fatebenefratelli di Roma, che ci ha fatto da mediatore con il suo staff clinico. Ci ha parlato di una vera propria rivoluzione nella comprensione del virus Sars-coV-2.
“Le autopsie effettuate dai nostri medici hanno evidenziato un fatto ormai certo: la maggioranza delle persone colpite da Covid-19 non erano affette da una polmonite interstiziale ma da una vasculite tromboembolica.
Covid-19 ed emboli
Il polmone umano funziona come un mantice. Il cuore quando ossigena il sangue del polmone lo manda a pressione negativa quindi il polmone deve essere come una spugna. Elastico e lasciare che il sangue che attraversa gli alveoli polmonari si ossigeni. Perciò se con la polmonite si crea una difficoltà del polmone nel fare questo, il problema è che la persona muore per paralisi respiratoria. Ma questo, che è ciò che inizialemente si è pensato succedesse, non è ciò che accade. Il virus parassitando delle cellule dell’endotelio delle arterie causa dei microemboli e quindi vasculite tromboembolica. Dunque la difficoltà respiratoria non era dovuta alla polmonite interstiziale, ma piuttosto a questa vasculite trombotica”.
Dottore questo cambia la causa di morte del virus, il suo comportamento, il tipo di cellule che attacca, è uno sconvolgimento. È una pandemia da rivalutare.
“Quello che le sto dicendo è sicuro, ci sono evidenze scientifiche. Non è qualcosa in fase di studio. Sono state fatte le autopsie e sono stati trovati questi microemboli. Massimiliano Ortore è un medico di base che si è impegnato e ha studiato notte e giorno per arrivare alle conclusioni che le sto dicendo. Inoltre questo studio è stato svolto anche consultandosi con Pavia e altre strutture italiane e abbiamo anche informato con una lettera i medici di base sul territorio nazionale.
Emboli ed Eparina
Inoltre questo cambia anche le possibilità di cura: l’eparina è efficace nella gran parte dei casi.
Se la causa di morte fosse stata la polmonite interstiziale molti pazienti si sarebbero dovuti riprendere e salvare con la respirazione artificiale, cosa che non è avvenuta. Questo perché il problema sono i microemboli. Vasculite tromboembolica non polmonite. Questo è accaduto una settimana prima di Pasqua. Noi avevamo 20 ricoverati e con l’enoxaparina, (a basso peso molecolare) che scioglieva i trombi. L’abbiamo somministrata quando il d-dimero che è la spia del fenomeno embolico, è 5/6 volte il normale. Circa il 60% delle persone miglioravano. Siamo stati sopraffatti dalla paura del virus, dal pericolo di perdere vite umane, di non sapere come affrontare la situazione. Ma ora sappiamo delle cose importanti che danno prospettive ottimistiche. Noi da scienziati, medici, che hanno fatto un giuramento etico e hanno scelto una professione di questa importanza, non possiamo far finta di niente”.
Ricordiamo che potete consultare in ogni momento il sito dell’Istituto Superiore di Sanità.