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COP29, se con Trump si respira già un “clima” migliore…

Quest’anno l’internazionale affermazionista sfila a Baku: ma, con l’annunciato ritiro Usa dall’Accordo di Parigi, per i deliri dell’ecocatastrofismo green potrebbero essere, finalmente, gli ultimi fuochi

COP29

COP29 (© IAEA Imagebank / Wikimedia Commons)

Puntuale come una cambiale, si è aperta la COP29, la ventinovesima “Conferenza delle Parti sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite”. Ovvero, la sfilata annuale dell’internazionale affermazionista che per questo 2024 ha scelto come palcoscenico Baku, in Azerbaijan. E per i cui deliri ecocatastrofisti, alla luce dell’esito delle Presidenziali americane, potrebbero essere (finalmente) gli ultimi fuochi.

COP29
COP29 (© IAEA Imagebank / Wikimedia Commons)

La COP29 di Baku

«Siamo al conto alla rovescia finale per limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5°C. E il tempo non è dalla nostra parte». Così, come riporta Rai News, António Guterres, segretario generale dell’ONU, si è sobriamente rivolto ai (pochi) leader mondiali presenti alla COP29. Aggiungendo, scrive La Repubblica, che «tutti i disastri a cui stiamo assistendo sono aggravati dal cambiamento climatico provocato dall’uomo», e definendo il 2024 «masterclass di distruzione climatica».

António Guterres
António Guterres (© Kremlin.ru / Wikimedia Commons)

E pazienza se le recenti calamità naturali (sia in Emilia-Romagna che in Spagna) sono “figlie” del maltempo almeno quanto lo sono dell’incuria e dell’ideologia. O se – a monte – l’attività antropica incide sul clima in una percentuale irrisoria, stimata tra il 5 e il 10% da un luminare quale Antonino Zichichi. «Il mondo deve pagare o l’umanità pagherà il prezzo» ha concluso, come rileva l’Agenzia Dire, l’ex Premier portoghese, confermando l’ancestrale abbinamento tra verde e verdoni.

Antonino Zichichi
Antonino Zichichi (© Gabriella Clare Marino / Wikimedia Commons)

Nel frattempo, come riferisce il Corsera, Copernicus, il servizio meteo della Ue, ha lanciato un ulteriore allarmismo. Comunicando che l’anno in corso «sarà quasi sicuramente il più caldo mai registrato», con la temperatura media globale annuale probabilmente a +1,55°C rispetto all’era preindustriale. E ritenendo già «virtualmente certo» che il termometro supererà di oltre 1,5°C i valori del periodo 1850-1900.

Logo di Copernicus, COP29
Logo di Copernicus (immagine dall’account X – ex Twitter – di Copernicus)

Anche fosse, in passato la Terra è stata molto più calda di oggi, senza alcuna conseguenza catastrofica (e senza, evidentemente, alcun contributo della CO2 umana). In effetti, la succitata soglia è meramente psicologica, essendo stata fissata, in modo arbitrario e del tutto utopistico, dall’Accordo di Parigi del 2015. Che in questi giorni è tornato a balzare, suo malgrado, agli onori della cronaca.

Con Trump c’è già un clima migliore

Il merito o la colpa è di Donald Trump, neo-Presidente (ri)eletto degli Stati Uniti. Il quale, secondo indiscrezioni del Wall Street Journal, porterà nuovamente gli Usa fuori dal Trattato francese, come già aveva fatto nel suo primo mandato. E, precisa l’ANSA, lo farà firmando un ordine esecutivo il giorno stesso del suo insediamento-bis alla Casa Bianca, il prossimo 20 gennaio.

Altro, quindi, che emissioni a zero, di azero dovrebbe restare, con buona pace dei talebani del green, solo la COP29 stessa. E, visto che la transizione ecologica è inutile per gli scopi che si prefigge e dannosa per gli insostenibili costi socioeconomici che comporta, verrebbe da commentare: MAGAri! Perché questa svolta più che auspicabile sarebbe il segno che, col tycoon, si respira già un… clima migliore.