Coronabond ed Eurobond: rischi e differenze analizzati con chiarezza
In questi giorni sentiamo parlare di questi meccanismi di distribuzione del debito ma cosa comportano effettivamente nella nostra economia?
Il commercilista e fiscalista, esperto di economia, Mauro D’Ambrogio, ci spiega con chiarezza in cosa differiscono i Coronabond e gli Eurobond, quali vantaggi e svantaggi comportano e ci fornisce un esame semplice e nitido di questi ipotetici meccanismi di distribuzione del debito.
“I cosiddetti ‘Coronabond’ vengono emessi non con garanzia della Comunità Europea, ma con garanzia del singolo stato. Questi Coronabond potrebbero essere utili ma potrebbero anche creare dei problemi sui mercati finanziari per la loro valutazione e quindi comportare grosse oscillazioni o addittura mancate sottoscrizioni dagli investitori finanziari, perché possono non avere fiducia nell’ente che emette questo tipo di debito. Per quanto riguarda invece un modo diverso che potrebbe dare tranquillità agli stati, gli strumenti per questa tranquillità sono gli Eurobond, però ancora non sappiamo con certezza chi può emetterli; se può emetterli la BCE o i singoli stati, e dunque vi sono ancora forti difficoltà e resistenze nel realizzarsi di questa possibilità. Gli Eurobond darebbero però una stabilità all’Euzona e agli stati che ne possono usufruire come titoli di debito e quindi come denaro che entra fresco nelle casse dei singoli stati.
A mio avviso se l’Europa funzionasse, gli Eurobond sarebbero una grande opportunità per l’Eurozona e anche per il mercato finanziario globale, però se gli egoismi continuano a prevalere dovremo davvero ricorrere a quegli aerei dei film che lanciano banconote per le strade, immettendo denaro liquido nell’economia di ogni paese. La mia ipotesi è che piccoli stati raggruppati insieme come Francia, Spagna e Italia potrebbero trovare un accordo in vista di una formula che permetta loro di emettere titoli di debito maggiormente sicuri, da tre stati quindi con maggiori garanzie. Questo però vorrebbe già dire sfaldamento dell’Europa. In ogni caso credo che se l’Europa agisse con più coesione questa emergenza sanitaria non sarebbe così grave e pesante da sostenere”.