Coronavirus, la Cina blocca il rimpatrio in Italia del 17enne a Wuhan
Slittano i tempi del ritorno di Niccolò, questa volta il volo è stato fermato per una mancanza tecnica nell’aeroporto
Niccolò, questo il nome del 17enne di Grado, studente in Cina, non è potuto rientrare nel suo paese neanche questa volta. La prima volta non ha potuto lasciare Wuhan con gli altri 56 connnazionali per via della febbre, e anche la seconda data di rientro, di 8 italiani, non è stata per lui la volta buona.
A bloccare il ragazzo friulano non è la febbre, il ragazzo è risultato negativo alla Covid-19, (non più il nome del virus ma della patologia) ma è la mancanza di alloggiamenti di atterraggio liberi a impedire a un aereo militare italiano di recuperarlo; infatti è rimasta una sola porta aperta tra il mondo e il territorio cinese. Dunque motivi logistici del traffico aereo che collegano l’unico spiraglio di scambio, spiraglio che serve a consegnare alla Cina mascherine, disinfettanti e medicinali di prima necessità, perché il paese a livello industriale e di forniture è in ginocchio.
Forse il ragazzo potrà riabbracciare i suoi cari e tirare un sospiro di sollievo domani, 14 febbraio. Una volta in Italia dovrà per prassi affrontare un periodo di quarantena al Celio.
La situazione attuale
Nel frattempo mentre l’OMS ha mandato messaggi tutt’altro che rassicuranti sull’epidemia, affermando che i contagi esteri siano solo “la punta dell’iceberg” del fenomeno e che la destabilizzazione politica e sociale che deriva può essere “più grave del terrorismo”, a Roma sono state dimesse tutte le 20 persone sottoposte al test, che hanno viaggiato con la coppia contagiata. La coppia di turisti di Wuhan rimane stabile, ma sempre in prognosi riservata.
L’animale untore del virus, resta un anello della trasmissione ancora sconosciuto, in questa epidemia dall’eziologia misteriosa. Gli scienziati, dopo aver ipotizzato serpenti e pipistrelli, propendono ora per il pangolino, mammifero insolito, dotato di corazza a scaglie.
Tra ipotesi di un virus creato in laboratorio dal governo cinese, o sfuggito da un laboratorio che studia i coronavirus, effettivamente esistente a Wuhan, o addirittura creato dagli Usa per piegare l’economia cinese, si combatte il contagio che arriva ormai a 14.840 soggetti. La mortalità pare restare al 2%.