Coronavirus. Roma, scovate mascherine non conformi e con logo squadre calcio
Oltre 130mila mascherine protettive monouso non conformi alla normativa comunitaria sono state scovate dai Finanzieri in un magazzino del Prenestino
Continuano senza sosta i controlli del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma in attuazione del piano messo in atto per contrastare i comportamenti illegali che sfruttano l'emergenza sanitaria determinata dal Covid-19 per trarne profitto. Oltre 130mila mascherine protettive monouso non conformi alla normativa comunitaria e nazionale sono state scovate dai Finanzieri del 3° Nucleo Operativo Metropolitano in un magazzino situato nel quartiere Prenestino, nella disponibilità di una società riconducibile a un cittadino cinese, sorpreso mentre stava riproducendo le etichette con il marchio CE utilizzando un computer e una stampante professionale.
Queste ultime erano presumibilmente destinate ad essere applicate sugli scatoloni per conferire una parvenza di legalità ai dispositivi di protezione. Ulteriori 10mila prodotti – tra gel igienizzanti e guanti di protezione non sicuri – sono stati rinvenuti all'interno di locali e magazzini di 16 esercizi commerciali ubicati nei quartieri Tuscolano, Bufalotta, Torre Angela e Prenestino: alcuni riportavano illecitamente il marchio CE, pur non essendo in linea con i previsti standard di sicurezza; altri erano sprovvisti delle certificazioni rilasciate dall'Istituto Superiore di Sanità e dall'Inail a garanzia della loro sicurezza ed efficacia. Nel corso degli accertamenti sono emerse anche manovre speculative sui prezzi, in alcuni casi superiori del 400% a quelli di mercato.
Inoltre, la Compagnia di Frascati ha scoperto in una rivendita di Ciampino alcune mascherine protettive in stoffa che, oltre ad essere sprovviste del marchio CE, riproducevano illecitamente i colori e i loghi delle più note squadre di calcio del campionato di serie A.
Complessivamente, sono state denunciate alle Procure della Repubblica di Roma e Velletri 17 persone, responsabili dei reati di frode in commercio, manovre speculative su merci, detenzione per la vendita di capi con marchi contraffatti e ricettazione. A 9 imprese è stata contestata l'inosservanza dell'obbligo di chiusura. Le operazioni testimoniano l'impegno profuso dall'Autorità Giudiziaria e dalla Guardia di Finanza per reprimere qualsiasi tipologia di frode commessa approfittando della situazione emergenziale in atto. (Com/Ago/ Dire)