Coronavirus, sospese messe e funerali. La Chiesa: misura fortemente restrittiva
“L’accoglienza del Decreto è mediata unicamente dalla volontà di fare, anche in questo frangente, la propria parte per contribuire alla tutela della salute pubblica”
Stop a messe, cerimonie e funerali. La Chiesa recepisce le disposizioni governative per l'emergenza coronavirus. In relazione al Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 4 marzo 2020, a cui hanno fatto seguito la "Comunicazione" del Segretario Generale del Vicariato di Roma del 5 marzo 2020 e la Lettera ai fedeli del Cardinale Vicario del 6 marzo 2020; considerate le nuove e più cogenti disposizioni del Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri pubblicato in data odierna, 8 marzo 2020, in particolare l'articolo 2 lettera v:
'l'apertura dei luoghi di culto è condizionata all'adozione di misure organizzative tali da evitare assembramenti di persone, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi, e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro.
Sono sospese le cerimonie civili e religiose, ivi comprese quelle funebri"; considerato, altresì il Comunicato 11/2020 in data odierna dell'Ufficio Nazionale per le Comunicazioni sociali della CEI, in cui si riferisce: 'l'interpretazione fornita dal Governo include rigorosamente le Sante Messe e le esequie tra le cerimonie religiose. Si tratta di un passaggio fortemente restrittivo la cui accoglienza incontra sofferenze e difficoltà nei Pastori, nei sacerdoti e nei fedeli.
L'accoglienza del Decreto è mediata unicamente dalla volontà di fare, anche in questo frangente, la propria parte per contribuire alla tutela della salute pubblica", confermate altresì le restrizioni alle attività ordinarie nelle parrocchie e negli altri luoghi di culto già poste dalla Comunicazione del Segretario Generale del Vicariato di Roma in data 5 marzo 2020.
Si dispone quanto segue: sino a venerdì 3 aprile 2020 le chiese parrocchiali e non parrocchiali della Diocesi di Roma rimarranno, come di consueto, aperte per la preghiera personale alle condizioni sopra citate; Papa Francesco, introducendo la preghiera dell'Angelus odierno, ha detto: "Questo modo di oggi di pregare l'Angelus lo facciamo per compiere le disposizioni preventive, così da evitare piccoli affollamenti di gente che possono favorire la trasmissione del virus".
"La Chiesa di Roma, fedele al suo Pastore, assume un atteggiamento di piena responsabilità verso la collettività nella consapevolezza che la tutela dal contagio esige misure anche drastiche, soprattutto nel contatto interpersonale. Pertanto, sino alla medesima data del 3 aprile p.v. sono sospese le celebrazioni liturgiche comunitarie (eucarestie feriali e festive, esequie, ecc…). Il tempo di Quaresima ci aiuti a vivere evangelicamente questa grande prova. Vi benedico affidandovi tutti alla Madonna del Divino Amore". (Comunicati/Dire)