Prima pagina » Opinioni » Corte Usa e aborto, per noi donne la libertà è precaria e sempre in pericolo

Corte Usa e aborto, per noi donne la libertà è precaria e sempre in pericolo

Aborto, la decisione Usa ci riporta indietro di un secolo: monito per tutte le donne che credono definitivi i diritti femminili conquistati

Medici in corsia di ospedale

Il 25 giugno scorso la Corte Suprema Federale degli USA ha abolito la sentenza del 1973 Roe vs Wade riguardante il diritto all’interruzione di gravidanza. Si torna quindi, per alcuni Stati, come il Texas alla legge del 1925 che vieta l’aborto e lo punisce con la detenzione. Un salto indietro di un secolo; e oggi l’aborto non viene riconosciuto come diritto costituzionale. Dipenderà dallo Stato americano in cui si vive e dal reddito della donna la possibilità di poter abortire trasferendosi in uno Stato vicino.

Il presidente Biden ha commentato che si tratta di un “tragico errore”. J. Biden è attualmente impegnato nella guerra in Ucraina e il tema dell’aborto è stato sollevato anche da tante donne ucraine violentate dagli invasori e fuggite in paesi vicini dove l’aborto è vietato. Quindi è molto grave che un tema come l’aborto sia ridotto a questione meramente politica.

Aborto, decisione sofferta

Quando una donna arriva a decidere di abortire non lo fa a cuor sereno e sta decidendo non solo per il suo bene ma anche e soprattutto per il bene del bambino. Sarà lei a pagare le conseguenze di tale scelta e il ricordo l’accompagnerà per la vita intera. L’interruzione volontaria di gravidanza causa, in alcune donne, delle conseguenze a livello psichico simili a chi ha avuto un’interruzione spontanea. Uno studio su donne che avevano abortito da due mesi ha evidenziato nel 44% dei casi la presenza di disturbi mentali, il 35% aveva disturbi del sonno, il 30% era pentita e l’11% aveva iniziato a prendere psicofarmaci.

L’approvazione della legge del 1978

In Italia nel 1978 viene approvata la legge sull’aborto. Nel 1974 iniziò una campagna per un referendum al fine di abrogare le norme che lo penalizzavano. Gli articoli dal 546 al 551 del Codice penale stabilivano, infatti, che la donna che si procurava un aborto dovesse essere punita con la reclusione da uno a quattro anni (ma, se l’aborto era effettuato per “salvare l’onore”, era prevista una riduzione, che andava da un terzo alla metà della pena).

La libertà delle donne: una conquista mai definitiva

Per molte donne la legge sull’aborto è stata una conquista e un diritto acquisito definitivamente. Purtroppo però si è visto che non è così. “Non dimenticate mai che sarà sufficiente una crisi politica economica o religiosa perchè i diritti delle donne siano messi in discussione. Questi diritti non sono mai acquisiti. Dovrete restare vigili durante tutto il corso della vostra vita”. Questa riflessione attribuita a S. De Beauvoir nel secolo scorso ci deve far riflettere su come sia precaria la nostra condizione di donne libere. I diritti che abbiamo conquistato con la forza possono essere messi in discussione dai governi, dalle guerre, dai potenti che si arrogano il diritto di annientare la democrazia. Di contro però la detenzione legale di armi in USA produce stragi nei supermercati, in strada e tristemente recente la strage in una scuola del Texas dove vengono uccisi 19 bambini e due insegnanti.