Cos’è la Sindrome di Asperger al femminile. Non si sa ma all’autismo dobbiamo tanto
Le asperger o gli asperger dimostrano sempre dieci o quindici anni in meno, sono affetti dalla cosiddetta neotenia, non invecchiano
La sindrome di Asperger ha acquistato in questi anni una certa popolarità per coloro che recentemente sono risultati suoi illustri portatori: Elon Mask, Greta Thunberg, Steve Jobs, Bill Gates tra i più noti. Illustri perché sembra che chi la possiede debba per forza dimostrare un’eccellenza in qualche maniera, una qualità di superdotato intellettualmente e, se guardiamo il web, sembra che in questa categoria rientrino quasi tutti i geni della storia: Mozart, Einstein, Nikola Tesla, Isaac Newton, Tim Barton, Michelangelo e molti altri.
Essere Asperger al femminile
Una lista di eccellenze tanto geniali nel proprio campo di studi, quanto fallimentari nel campo della vita sociale. Perché, giustamente, essere asperger significa essere lievemente autistici e quindi riscontrare effettive incapacità relazionali e incomprensioni che non sono così facili da risolvere a patto di continuare a camuffarsi sotto a una dose di apparente normalità.
È quello che Rudy Simone, un’affermata scrittrice americana, ha rilevato nei suoi bellissimi libri sull’autismo al femminile che ci riportano a una realtà su questo spettro, molto diversa da quella registrata per la controparte maschile di per sé orientata maggiormente allo schematismo, alla razionalità, al numero, al calcolo.
C’è una porzione di società al femminile che da decenni è stata completamente trascurata da psicologi e studi perché l’asperger delle donne non è mai così evidente e sfugge ai vecchi criteri di diagnosi, al punto che sembrava che solo i maschi ne fossero affetti proprio per questa differenza basilare. E questo libro con le sue ricerche viene in soccorso proprio di quelle donne che da anni hanno avvertito che qualcosa non andava. E che questo essere diverse non si riferiva a una semplice qualità caratteriale, che la percezione alterata del mondo andava a influire troppo su di loro diventando insopportabile e causando sindromi che spesso non erano quelle giuste.
I sintomi della sindrome di Asperger
Le ansie, depressioni, crisi isteriche, sintomi maniaco-depressivi o ossessivo-compulsivi, con una cascata di eccentricità patologiche da manuale. Tutte manifestazioni che catalogavano ragazze disadattate, ribelli, infelici, in categorie che l’occhio attento di Rudy Simone risolve nello spettro conclusivo della sindrome di Asperger e come suoi possibili derivati, ma mai chiusi in sé stessi. E così facendo assolve le pazienti asperger da questa pesante spada di Damocle: “Perché io sono così diversa da loro, le altre?“
Le altre sempre viste come diverse, irraggiungibili in quella loro apparente felice normalità mentre da questa parte della barricata solo sensi di colpa per non essersi mai riuscite ad adattare a qualcosa che non si è mai capito.
Una volta che una donna riceve ufficialmente la diagnosi di sindrome di asperger si sente liberata. Finalmente capisce perché da piccola preferiva salire sugli alberi a contemplare le foglie in solitudine invece di giocare con gli altri bambini, perché disegnava o scriveva ore invece di giocare a nascondino in cortile, perché nell’adolescenza contemplava le coetanee come esseri alieni, cercando il modo di farsi accettare da quella congrega strana di ragazze a cui piaceva mettersi i primi trucchi e lo smalto mentre lei si imbottiva di trattati filosofici.
Il disagio della bambina Asperger
A non capire perché le ragazze usassero tanti giri di parole, o meglio raggiri verbali, per esprimere concetti in modo subdolo, riservato, al femminile, mentre era così semplice parlare in modo diretto come gli uomini. E così via.
Rudy Simone spiega in modo esaustivo il disagio della bambina asperger che cresce e diventa donna con questo senso di esclusione che supera cominciando ad imitare le altre e ci riesce perfettamente. La simulazione e l’imitazione la rendono camaleontica, la donna asperger è bravissima a camuffarsi al punto che nessuno riesce più a distinguerla da chi rientra nella normalità, e pure lei riesce a dimenticarsene mentre continua a indossare la maschera. Tranne quando, all’improvviso, qualcosa crolla e la ragazza asperger deve tornare a fare i conti con sé stessa.
La sua enorme sensibilità che la rende di poche parole visto che tutto si può percepire con l’anima, quasi telepaticamente, la capacità di interpretare i voleri altrui, i desideri, perfino le emozioni come in un’osmosi animica, al punto da farti bloccare in una sorta di stasi ghiacciata pur di non sentire troppo, di non soffrire. Ecco: questa ipersensibiità che fa sentire troppo di tutto al punto di essere invasi e non capire più nulla, rende l’asperger apparentemente fredda, automatica, distaccata. Chi, guardando un video di Elon Mask, non pensa: ma perché parla in modo così robotico? È vero o falso?
Le asperger accusate di essere finte, proprio perché indossano maschere o diventano emozionalmente frigide pur di scappare dal tumulto delle emozioni che le confondono. Le asperger braccate da un mondo troppo violento che le colpisce lasciandole frastornate.
Devono trovare la calma di ritrovarsi, di ricostituirsi, se si mescolano alla folla devono scappare dopo un’ora o due ore per riprendersi e rimettere insieme i pezzi di sé stesse.
Non invecchiano come gli altri
Le asperger o gli asperger che dimostrano sempre dieci o quindici anni in meno, sono affetti dalla cosiddetta neotenia, anche questa definita una forma di sindrome: non invecchiano o invecchiano molto meno degli altri perché sono perennemente bambini, curiosi e indifesi. Posseggono l’innocenza di chi non ha malizia o cattiveria ma una tale sorta di idealismo da buttarsi solo in alto, nel mondo astratto dei principi planetari, nei mondi alieni o delle fate o mistici, comunque oltre alla concreta solidità del tempo e dello spazio dove ti vengono le rughe.
Sarà per quello che gli asperger sono accusati di non avere espressione, di essere assenti, astratti e impalpabili. Al punto di dimenticarsi delle questioni materiali anche per quanto riguarda le relazioni umane: non si legano ai torti subiti, non hanno memoria di rabbie passate o di litigi, se li incontri dopo aver litigato furiosamente con loro, ti accorgi che al tuo risentimento essi opporranno un sincero senso di stupore: “perché sei arrabbiato, che mai ti ho fatto?”
Sono così genuinamente concentrati nel proprio magico mondo, da non ricordarsi di esser stati trattati male da te o di averti trattato male, per quanto questo possa sembrarti strano.
Pessimi compagni, mariti o mogli
Pessimi compagni, mariti o mogli a meno che tu non condivida i loro stessi interessi, completamente ignari delle regole sociali a cui riescono ad adattarsi per un brevissimo periodo, spesso finiscono male, poveri o soli, a perseguire solamente quelle ricerche e quegli studi a cui hanno aspirato una vita (guardiamo Mozart o Tesla, che inseguivano la purezza della creazione più che ai soldi). Ma a loro dobbiamo tante scoperte e un modo nuovo di vedere il mondo.
Perché il loro cervello funziona a ramificazione, invece di quello lineare che segue la logica delle persone normo-neuronali: quando affrontano un problema, immaginano soluzioni ramificate parallele, lampi di idee intuitive che appaiono istantaneamente fornendo cento possibilità contemporanee. Gli universi paralleli, la realtà quantica, le teorie sull’antimateria: tutte scoperte derivanti da qualche forma di autismo.
Invece di seguire la logica della causa ed effetto, gli asperger seguono le piste della contemporaneità intuitiva. E così facendo aprono strade nuove, inedite: all’autismo dobbiamo tante fondamentali scoperte della matematica, della scienza e filosofia e un enorme salto nel progresso della storia umana che sarebbe altrimenti risultato più lento.