Covid-19 e il virus delle fake news: un video su quattro è falso
Da uno studio è emerso che un video su quattro contiene fake news sul Covid-19: dai falsi rimedi ai complotti, fino alle tesi razziste o discriminatorie
Covid-19 e il virus delle fake news, chi peggio? In tempi di precarietà e paure è facile aggrapparsi a una falsa speranza. Oppure scagliarsi contro un presunto colpevole. Un facile abbrivio per chi cerca conforto o un bersaglio per sfogare la propria rabbia.
Il Covid-19 ha minato le nostre certezze
Il Covid-19 ha minato le nostre certezze e reso il nostro futuro imprevedibile. Un magma incandescente dove informazione e controinformazione quotidianamente svelano ai nostri occhi verità (o presunte verità) in un gioco di specchi spesso indecifrabili. In queste pieghe, le “fake news” imperversano. Come mai in passato. E la narrazione del nostro presente è un confuso bombardamento che rende sempre più complicato distinguere la realtà dalla fandonia.
L’epidemia delle fake news
Il database EUvsDisinfo, una task force messa in piedi dall’Unione Europea, ci racconta che solo questa settimana sono stati individuati 494 casi che diffondono fake news sul virus. Notizie che hanno generato oltre un milione e mezzo di reazioni, condivisioni e commenti su diverse piattaforme social media. Un’epidemia nell’epidemia. La notizia che ha raggiunto il maggior numero di persone è un articolo pubblicato sul sito Sputnik Italia. L’articolo sostiene che la Polonia non abbia concesso lo spazio aereo agli aerei russi che trasportavano aiuti umanitari e una squadra di medici in Italia. Una fake news che però ha ricevuto 112.800 tra reazioni, condivisioni e commenti su Facebook, Twitter, Pinterest e Reddit.
Covid-19, social media e fake news
Non spaventa certo l’idea che possano circolare false informazioni, in fondo la bufala esiste da che esiste l’uomo. Il corto circuito della nostra epoca sono però i social media e il potenziale esplosivo che una ‘balla’ possa non solo circolare ma affermarsi come una verità parallela grazie al meccanismo perverso della rete. Soprattutto, in tempi di coronavirus, con oltre il 70% delle persone che cerca proprio sul web informazioni sanitarie e mediche.
I super diffusori di fake news sul Covid 19
NewsGuard, una community di giornalisti e analisti che si occupa di monitorare siti di informazione e verificare l’attendibilità delle notizie online, ha svelato dieci pagine Facebook che alimentano teorie del complotto, veicolano falsi rimedi medici, pubblicano notizie prive di fondamento. Li hanno definiti “super diffusori”: il perché è semplice, hanno un così elevato numero di follower che una fake news sul coronavirus ha una capacità di contagio quasi come un virus. Esagerazioni? Non proprio. La pagina Facebook di RaiNews ha circa 500 mila follower, un quarto rispetto agli oltre 2 milioni di follower di Semplicemente Charlie, una delle pagine che compare nell’elenco di NewsGuard.
I 150 video più visti su You Tube
Uno studio postato in pre-pubblicazione sul Lancet e prodotto da tre ricercatori della Facoltà di Medicina dell’Università di Ottawa e del Dipartimento di Scienze Mediche dell’Università Carleton (Ottawa), ha esaminato nel mese di marzo il contenuto dei 150 video più visti in tema di Covid 19 su YouTube, piattaforma video utilizzata da più di due miliardi di utenti web in tutto il mondo. Ed è emerso che un video su quattro contiene informazioni fuorvianti: dai falsi rimedi ai complotti (“il mondo è guidato da una setta che vuole controllarci e il Covid 19 è una di queste tattiche per controllare l’economia è distruggere le piccole imprese”) fino alle tesi razziste o discriminatorie (“il virus cinese”).
Attenti alle bufale sulla rete
In Italia, il Ministero della Salute promuove fin dai primi giorni dell’emergenza sanitaria una rubrica chiamata “Attenti alle Bufale”, aggiornata ogni settimana sul portale online. Difficile tenere il conto di falsi miti o errati consigli presenti in questa pagina, in alcuni casi talmente assurdi da far quasi sorridere, eppure in molti casi possono indurre i più ingenui a comportamenti pericolosi. Qualche esempio? Dal pulirsi la cute con la candeggina al bere alcol etilico per proteggersi dal virus, dalla infondata correlazione tra l’epidemia e la rete 5G al presunto ruolo protettivo di miele, peperoncino, alcolici e yoga, fino agli essiccatori per mani ad aria calda che ucciderebbero il nuovo coronavirus.
Fake news, un virus più resistente del Covid-19
Il mondo è cambiato e il coronavirus ci ha sbattuto in faccia anche l’incredibile peso che ormai possono assumere le fake news nel quotidiano. Un ultimo dato per rendercene conto: negli ultimi quattro mesi, da quando cioè il 9 gennaio scorso il China CDC (il Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie della Cina) identificò il nuovo coronavirus, le pagine che parlano di fake news utilizzando il motore di ricerca di Google sono oltre 24milioni e mezzo. Ben 6 milioni in più dei quattro mesi precedenti. Un virus che neppure l’atteso vaccino contro il Covid-19 riuscirà a debellare.