Covid 19, gli studi adesso dicono che il lockdown non diminuisce i contagi
Come si può impedire a un bambino di correre, giocare, sorridere, fare sport e abbracciare il compagno di scuola e imporre il lockdown?
Scienziati di tutto il mondo hanno esaminato compiutamente e a fondo tutte criticità del lockdown. Studiosi di una università Californiana hanno approfondito il rapporto tra misure restrittive e diffusione del contagio causato dal COVID 19. Hanno posto a confronto la situazione della pandemia in Svezia e in Corea del sud, che non hanno adottato alcuna misura restrittiva e la situazione di altre nazioni tra cui l’Italia.
Il lockdown non garantisce effetti significativi
E’ emerso chiaramente che le le misure troppo restrittive non portano effetti significativi per diminuire i contagi da COVID 19. Gli scienziati sostengono che per ottenere i risultati raggiunti non è necessario adottare misure di blocco e chiusura. Mentre è acclarato che le misure applicate in Italia da una classe politica di incompetenti hanno indotto la cittadinanza a trascurare la cura delle altre patologie altrettanto serie e preoccupanti come il COVID 19.
Tutte le morti con Covid sono state probabilmente catalogate come morti per COVID. E le ripetute chiusure hanno creato notevoli problematiche di salute e comportamentale negli adulti e in particolare nei bambini che stanno soffrendo maggiormente per la mancanza di socialità. Come si può impedire a un bambino di correre, giocare, sorridere, abbracciare il compagno di scuola o di sport. Non possiamo far vivere i bambini nel terrore e nella paura. Sta di fatto che i reparti dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù si stanno riempiendo di giovanissimi con problemi alimentari e psicologici. Le continue chiusure in casa per troppo tempo hanno causato questi effetti. I bambini sono passati da una vita frenetica colma di impegni scuola con orario prolungato, socialità e attività sportive e di tanti altri impegni ad una quotidianità totalmente statica.
La salute dei cittadini non è solo lotta al Covid
I bambini privati da stimoli, curiosità, impossibilitati a scorrazzare all’aria aperta e a vivere momenti di gioco con gli amici. Sono stati privati di tutto e adesso iniziano ad accusare seri problemi di salute ed esistenziali: depressione e stati d’ansia che conducono inevitabilmente a disturbi seri alimentari. Di che è la colpa di tutto questo? Se il precedente governo si fosse approvvigionato di vaccini e avesse messo in sicurezza le persone avanti con l’età e non avesse perso tempo nella vaccinazione per categorie, con molta probabilità non avremmo raggiunto sicuramente le centomila vittime e non si sarebbero provocati danni alla salute dei giovanissimi.
Studi scrupolosi con supporto di dati statistici hanno dimostrato che con la riapertura delle scuole e con le lezioni in presenza, non esiste alcun aumento di contagiosità della pandemia COVID 19. Per cui si deve procedere con una certa urgenza almeno alla riapertura di asili nido, scuole dell’infanzia e primarie. Riaprire immediatamente e vaccinare in base all’età anagrafica anziché per categorie di appartenenza che più delle volte lavorano da postazione remota.
Cesare Giubbi