Covid-19, la ripartenza e la salutare lezione della pandemìa
Stiamo attenti a ciò che adottiamo o accettiamo con facile entusiasmo. Può essere una lezione per la ripartenza dopo il Covid-19
Il Covid-19: la ripartenza dovrebbe essere annunciata a breve ed esperti d’ogni genere e formazione scientifica e culturale insistono sull’inevitabilità di mutamento degli stili di vita. Il sovraffollamento del pianeta, la fulmineità e scarsa controllabilità degli spostamenti geografici dei viaggiatori e la delicata complessità della società tecnologica di massa, hanno in effetti portato in piena luce le nostre debolezze. La fragilità di qualsiasi componente, gruppo, famiglia, attività economica e di lavoro, di fronte alla catastrofica e inizialmente sottovalutata potenza devastante di una patologia virale. Assai meno letale rispetto alle pestilenze dei secoli passati, ma ugualmente in grado di sconvolgere l’intero assetto planetario dell’economia e della vita delle persone.
Gli esperti di Covid-19 e la ripartenza
Questo allarme degli esperti è indubbiamente sensato e condivisibile. Ma rischia di apparire banale e tardivo, se non addirittura sprovveduto come il rimedio di chi chiude la stalla dopo che sono già scappati i buoi. Tardivo e facile, predicare saggezza sanitaria, economica ed ecologica quando il disastro ha già colpito ciecamente dovunque e i suoi danni sono già sotto gli occhi di tutti.
Molto più saggi e meritevoli furono gli allarmi previsionali, alcuni lucidamente profetici, altri sovrastimati o inesatti ma comunque degni di attenzione e riflessione. Allarmi magari lanciati quaranta o perfino cinquanta anni fa e rimasti puntualmente ignorati o criticati con la miope faciloneria di giudizi sommari centrati sulle effimere esigenze di rapido profitto o di soddisfazione di presunti bisogni di massa di rilevanza quanto meno discutibile. Con queste premesse non si poteva evitare di giungere ad un penoso degrado del pianeta oramai per molti aspetti difficilmente reversibile.
Gli errori dell’uomo che pesano anche sulla ripartenza dopo il Covid-19
Sottopongo pertanto ai Lettori alcuni spunti di riflessione sugli errori economici, tecnici e politici già alquanto rilevanti mezzo secolo fa ma stoltamente snobbati dagli inesperti direttamente interessati come pure dagli esperti:
Controllo delle nascite: non occorreva il genio di Leonardo per capire che il sovraffollamento della Terra avrebbe portato ingenti e costosi problemi ai paesi sviluppati e ben più drammatici problemi ai paesi in via di sviluppo. Erano e sono indispensabili accorgimenti, sia educativi che giuridico-politici e sanitari drasticamente neo-malthusiani. Non certo illusori e controproducenti principi filo-procreativi di ispirazione tribale, religiosa, nazionalistica o pseudo-sociologica. “Lo sviluppo, a lungo andare, farà diminuire i tassi di natalità…”. Rivelatisi alla fine illogici oltre che criminalmente rovinosi e per i quali in teoria stuoli di presuntuosi sostenitori dovrebbero risarcire danni trilionari.
Covid-19, la ripartenza: il fai da te
Eccessiva interdipendenza funzionale: Il logico e tanto sbandierato “principio di sussidiarietà” ha trovato alla fine applicazioni ridicolmente minimali e non certo adeguate alle attuali e future esigenze degli esseri umani. Fin dove possibile, “sbrigarsela da sé”, coibentando le abitazioni, installando pannelli solari, raccogliendo le acque piovane, riciclando sul posto o poco lontano i rifiuti riciclabili.
Usando obbligatoriamente solo in città piccoli mezzi di trasporto coperti, mono-biposto elettrici o a bassissimo consumo e costo di esercizio. E coltivando su piccole superfici domestiche vegetali commestibili e aromi e ancora diffondendo su scala universale il tele-lavoro. Infine disponendo in prossimità dell’abitazione di piccoli ma tecnologicamente e operativamente efficienti servizi medici, anagrafici, bancari, postali, scolastici, culturali e di ogni altro genere ed utilità.
Covid-19, la ripartenza: la vita di single e famiglie
Tutto questo renderebbe la vita dei singoli e delle famiglie molto più capace di adattarsi flessibilmente agli eventi e processi di mutamento della società. E di sottrarsi alle aleatorie dipendenze obbligate verso altri soggetti ed entità, come pure alle trappole infernali del traffico automobilistico o dei mezzi pubblici modello “sardine in scatola”. Perdendo tempi assurdamente prolungati, salute ed equilibrio nervoso per accedere a colossali strutture amministrative. Oppure in strutture di servizi o di commercio ubicate a chilometri di distanza e rese anch’esse infernali dalle masse oceaniche di frequentatori costretti a recarvisi.
Altrettanto manicomiale si presenta l’assetto burocratico, tutt’altro che sussidiario, per cui non posso ottenere il servizio X o il documento Y. Se non impegnandomi con folle scempio di energie e di tempo ad accedere, perfino implorando, all’ufficio A, poi alla struttura B, quindi allo sportello C, e poi ancora al dipartimento D. Fino ad arrivare ad altri innumerevoli ridicoli organi parassitari di presunta responsabilità amministrativa, per ritrovarmi infine all’ufficio ZX che però deve attendere il futuro pronunciamento del ministero YZ. Amen.
Covid-19, la ripartenza: le case orizzontali
Eccessiva verticalizzazione degli insediamenti abitativi: Non è il caso di dilungarsi. Se al posto delle torri gemelle di New York apocalitticamente annientate dal famigerato attentato terroristico ci fosse stata una vasta costruzione di due-tre piani magari con un piano sotterraneo, forse l’attentato non ci sarebbe stato. Non solo, qualora si fossero verificati danni incendiari o esplosivi gli occupanti avrebbero quasi tutti usufruito di molteplici e agevoli vie di fuga e di soccorso.
Nell’infausta era degli attentati suicidiari di massa, un tempo pressoché inesistenti, saltano in aria non solo le persone e le cose, ma anche i più naturali e logici accorgimenti difensivi collaudati nei secoli. Le torri gemelle potevano inoltre causare una strage anche solo per un banale ma esteso incendio fortuito avvenuto ai primi piani. E se in ardite strutture di quel tipo altrettanto banalmente si guastassero gli ascensori o l’impianto elettrico? O si allagassero i locali per rottura delle tubazioni? In sintesi, è ragionevole costruire con demenziale entusiasmo strutture forsennatamente complesse? Inoltre contraddistinte da rigidissime interdipendenze spaziali e funzionali suscettibili di diventare fatali strumenti di tragici danni e di morte?
Non finisce qui. (Fine prima parte)
*di Gaetano Arezzo