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Covid, casi quasi raddoppiati in una settimana: i numeri

Anche se c’è stato un aumento dei tamponi, questi hanno influenzato, secondo Gimbe, solo di poco la crescita delle nuove positività al Covid

super green pass, tampone rapido

Tampone

Secondo quanto emerso dal monitoraggio della Fondazione Gimbe, in Italia si è registrato un incremento di nuove positività al Covid, di circa il 49%, in una sola settimana. Dal 5 all’11 gennaio infatti, sono stati 1.207.689 i nuovi casi, rispetto ai 810.535 della settimana precedente. In crescita anche il numero sulle persone attualmente positive e quelle in quarantena: rispettivamente 2.134.139 (contro 1.265.297) e 2.115.395 (contro 1.250.993).

Tasso di positività

Sebbene si sia registrato un aumento anche nel numero dei tamponi totali (6.8%), sia rapidi che molecolari, il report di Gimbe ha sottolineato che questi hanno influenzato solo di poco la crescita delle nuove positività, visto l’aumento dei tassi di positività dei tamponi. La media mobile, infatti, è salita dall’8.2% al 14.3% per i rapidi; dal 24 al 25.5% per i molecolari.

Crescono anche i ricoveri, sia in area medica che in terapia intensiva, per una percentuale rispettiva di +32.2% e +20.5%. Per quanto concerne i decessi, inoltre, si è assistito a una media giornaliera di 216, rispetto ai 157 della settimana precedente (1.514 contro 1.102).

Vaccini

Dal 3 al 9 gennaio, in aggiunta, si sono registrate 483.512 prime dosi di vaccino anti-Covid, una crescita del 62.1% in più rispetto ai 298.253 della settimana precedente. A crescere maggiormente, però, non è stata la fascia di età over 50 (sottoposta all’obbligo), che ha visto 73.690 nuovi vaccinati, bensì quelle 5-11 e 12-19, che sono aumentate del 53.3% e del 65.5%. Quelli che non hanno ancora ricevuto alcuna somministrazione sono 8,61 milioni, di cui 2,98 tra i 5 e gli 11 anni, e 800.000 tra i 12 e i 19.

Cartabellotta: “Importante fare delle precisazioni”

Nel merito, Nino Cartebellotta, il Presidente della Fondazione Gimbe, ai microfoni di Cusano Italia Tv, ha spiegato: “È importante fare delle precisazioni riguardo quella che al momento potrebbe sembrare una comunicazione contraddittoria. Da una parte i ricercatori e gli scienziati ci dicono che Omicron è una variante meno aggressiva che, soprattutto nelle persone vaccinate, provoca poco più di un raffreddore, dall’altra parte però ci stiamo ritrovando con gli ospedali pieni.

Siamo di fronte ad una variante estremamente contagiosa. Il problema è che questo elevatissimo numero di casi incontra una popolazione suscettibile che è ancora troppo numerosa. Abbiamo 2 milioni e 200mila bambini sotto i 5 anni che ancora non possiamo vaccinare perché non c’è nessun vaccino autorizzato. Poi ci sono 8 milioni e 600mila persone non vaccinate in tutte le fasce d’età e 15 milioni di persone in attesa della terza dose. Questo fa sì che di fatto stiamo progressivamente riempiendo gli ospedali, sia in area medica che in terapia intensiva e molte regioni purtroppo si avviano verso la zona arancione”.

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