Covid, Conte e Speranza indagati per “epidemia colposa”
Tra gli inquisiti eccellenti, il Governatore lombardo Fontana e i vertici del Cts. Contestati la mancata zona rossa ad Alzano e Nembro e il piano pandemico non aggiornato
La Procura di Bergamo ha chiuso l’inchiesta sulla prima ondata di Covid-19, emettendo, scrive l’ANSA, 19 avvisi (e quanti, sennò?) di conclusione delle indagini. Di cui i principali hanno per destinatari l’ex bi-Premier Giuseppe Conte e l’ex Ministro nomen omen della Salute Roberto Speranza. Le cui posizioni dovranno comunque essere valutate preventivamente dal Tribunale dei Ministri.
Nel registro figurano anche Attilio Fontana, neo-rieletto Governatore della Lombardia, l’allora capo della Protezione Civile Angelo Borrelli e vari membri di spicco del Cts. In primis, sottolinea il Corsera, il coordinatore Agostino Miozzo, oltre ai presidenti dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, e del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli.
Le ipotesi di reato, come riferisce TGcom24, sono epidemia colposa aggravata, omicidio colposo plurimo, rifiuto di atti d’ufficio e falso, con particolare riferimento a due episodi. Il primo è la mancata creazione di una zona rossa ad Alzano e Nembro, che secondo gli inquirenti avrebbe potuto risparmiare migliaia di morti. L’altro è l’assenza di un piano pandemico aggiornato, nonché la disapplicazione di quello esistente che, seppur datato (2006), avrebbe probabilmente permesso di contenere la trasmissione del Covid.
Conte e Speranza indagati per la gestione della prima ondata di Covid
Le contestazioni dei magistrati orobici, onestamente, lasciano molto perplessi, non foss’altro per via dei dati globali sul SARS-CoV-2. Come infatti riporta il Dicastero di Lungotevere Ripa, in circa tre anni sono stati registrati oltre 750 milioni di casi, con quasi 7 milioni di morti.
Ora, una cosa sono le critiche nei confronti della gestione politica della pandemia, che neppure noi abbiamo lesinato. Tutt’altra cosa è far passare da capro espiatorio quanti governavano (sia a livello nazionale che territoriale) in uno dei periodi più drammatici della storia internazionale contemporanea. Che molto probabilmente avrebbero potuto fare di più e meglio: ma, da quanto ci risulta, l’incapacità non è (ancora) un reato penale.