Covid, cosa succede ai figli minorenni dei No Vax che si vogliono vaccinare?
“Ci ho provato con tutti i mezzi. Mi sono rivolto anche ai servizi sociali ma non possono fare niente”, spiega un ragazzo a “Le Iene”
Cosa succede ai figli minorenni di No Vax che vogliono somministrarsi alla vaccinazione anti–Covid? Sulla questione ha provato a far luce Giulio Golia, in un servizio de Le Iene andato in onda su Italia Uno. La “iena” ha ricevuto numerose richieste di aiuto da parte di tanti ragazzi, minorenni, che intendono vaccinarsi ma non possono farlo per via dei loro genitori.
“Ho chiamato anche i servizi sociali ma non hanno potuto fare nulla”
Come raccontato da un ragazzo nel servizio, infatti: “Senza vaccino non posso fare più nulla, sono l’unico della mia classe a non essere ancora vaccinato. I miei compagni mi prendevano anche in giro… Ci ho provato con tutti i mezzi. Prima di chiamare voi (Le Iene, ndr), mi sono rivolto ai servizi sociali ma mi hanno detto che non potevano fare niente, anzi. L’assistente mi ha risposto ‘tuo padre ha ragione, neanche io vaccinerò mia figlia’. Certe cose ti mettono davvero alla prova. Ho parlato anche con i professori a scuola ma non possono fare niente”.
L’escamotage dell’avvocato Baldini per i figli di No Vax
All’interno del servizio, spazio anche al parere dell’avvocato Gianni Baldini, docente di Biodiritto, che lo scorso anno ha assistito Matteo, un 17enne figlio di No Vax, che si è potuto vaccinare con un escamotage. Grazie all’avvocato, infatti, il ragazzo si è potuto vaccinare con una liberatoria, in cui il genitore autorizza il figlio ad effettuare la vaccinazione, precisando però che non si ritiene moralmente responsabile di questo fatto.
“Combattere contro due genitori No Vax è impegnativo per un avvocato, figuriamoci per un ragazzino” commenta Baldini, che aggiunge: “Per uno che fa questo passo ce ne sono cento che non hanno trovato una soluzione come il coetaneo”. E ancora un’altra testimonianza da parte di un altro ragazzo, che rivela: “Passare per vie legali contro un genitore dà tristezza, non è mai piacevole.”
Dal tribunale ai servizi sociali
Nei casi in cui la liberatoria non basta, bisogna fare ricorso in tribunale, ma su questo non c’è omogeneità di prassi. Se non interviene il tribunale arrivano i servizi sociali a casa. “Noi abbiamo avuto quattro decisioni del giudice di procedere alla vaccinazione” prosegue Baldini. “In uno un giudice ha detto che la commissione vaccinale deve prendere prima di tutto il consenso del minore. E su questo c’è un parere del Comitato nazionale per la bioetica che dice che in caso di contrasto deve prevalere la volontà del ragazzo, perché è un atto di autonomia sul proprio corpo”.