Covid, Cts lavora alla quarantena breve per chi ha ricevuto il booster
La mini quarantena per chi ha ricevuto il booster, questo il tema su cui lavorerà il governo nella riunione di mercoledì 29 dicembre
Una riduzione della quarantena per chi ha effettuato la terza dose. E’ questo il focus della riunione del Comitato tecnico scientifico che avrà luogo domani, 29 dicembre.
Mini quarantena breve per chi ha ricevuto il booster
Una richiesta avanzata da più fronti quella di ridurre le tempistiche dell’isolamento per chi ha completato il ciclo vaccinale. Ieri il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia e presidente della conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, si è detto favorevole: “Sicuramente deve esprimersi il Cts ma penso si debba garantire la sicurezza e allo stesso tempo non fermare il Paese. Si possono fare valutazioni per ridurre o togliere la quarantena per chi è particolarmente coperto dal vaccino”.
“Aspettiamo il Cts. C’è evidenza scientifica che la variante Omicron è più rapida non solo nei contagi ma anche nel completare il suo ciclo nel corpo. E’ sensato ridurre sia la quarantena che l’isolamento” ha detto il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri. “L’ideale – ha aggiunto – sarebbe di ridurre entrambe”, sia quindi per il contagiato che per il contatto stretto “in modo sicuro per la popolazione”. “Il Cdc negli Stati Uniti ha già ridotto l’isolamento a 5 giorni per i positivi asintomatici mentre sulle quarantene si parte da chi ha completato il ciclo vaccinale con la terza dose”
Stessa opinione anche il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, secondo cui “la riduzione della quarantena per chi ha già ricevuto la terza dose, è una riflessione necessaria. Chi ha fatto la terza è più difficile che si contagi e quindi probabilmente si può rivedere la regola per questa categoria”. Abbiamo “la necessità di avere una sollecita e precisa indicazione sul tema da parte dagli scienziati del Cts. La risposta al Covid si deve adeguare al mutare della aggressione del virus, così come in questi due anni è sempre avvenuto”.
Gimbe: rivedere le regole per la quarantena di chi ha fatto la terza dose
Chi ha fatto il vaccino con la terza dose è più difficile che si contagi e bisognerebbe quindi rivedere le regole per questa categoria, ha spiegato il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta. La persona vaccinata anche con terza dose “deve vedere la sua quarantena ridotta, visto che l’impatto sugli ospedali non è ancora così preoccupante”, ha aggiunto, evidenziando come sia necessario avviare una gestione sanitaria, economica e sociale della pandemia. “Sono un fautore della mascherina fp2 nei locali al chiuso, perché quella chirurgica può considerarsi ormai un rimedio ‘omeopatico’, che protegge molto poco”, ha chiarito.
“Sono anche un fautore dell’obbligo vaccinale”, ha proseguito. “Basta parlare di prime, seconde e terze dosi. Bisogna che il vaccino diventi una misura di sanità pubblica che andrà somministrato periodicamente. Del resto il vaccino, nonostante il virus circoli, permette di non affollare gli ospedali”, ha spiegato. “La variante Omicron è molto più presente di quanto non dicano i dati delle flash survey effettuate dall’Iss. È una variante talmente contagiosa che nel momento in cui si stabilisce la reale presenza la stessa variante si è ulteriormente diffusa”, ha sottolineato.
La buona notizia, ha sottolineato il presidente della Fondazione Gimbe, “è che a fronte dell’incremento così importante dei contagi l’impatto sugli ospedali è percentualmente modesto. Le persone ricoverate in area medica sono l’1,8 per cento dei quasi 520 mila attualmente positivi. Lo 0,21 per cento è in terapia intensiva per un totale di 1081 casi”. Bisogna “essere pronti a vedere crescere ancora la curva dei contagi”, ha aggiunto. “La cosa certa è che più persone si vaccineranno anche con la terza dose e minore sarà l’impatto sugli ospedali”, ha concluso.
Il commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo ha spiegato ieri che sulle quarantene è stata fatta una riflessione con il ministro Speranza. “Gli scienziati stanno studiando la questione per vedere cosa mettere in campo. Una valutazione che si sta facendo anche assieme all’Istituto di sanità. Noi stiamo guardando le decisioni e i dati intorno a noi. E sulla campagna vaccinale, ad esempio, gli altri hanno fatto lo stesso con noi. Siamo stati dei battistrada in questo senso. Poi ovviamente c’è la cabina di regia composta dagli scienziati e dalla parte politica che deciderà cosa fare in futuro”, ha spiegato.