Covid e influenza, è allerta: il picco durante il periodo natalizio
Di fronte a un soggetto con sospetta malattia di Covid-19, conviene “sempre adottare le misure basilari di prevenzione della diffusione: mascherine, distanziamento e lavaggio mani”
Il medico di famiglia e quello di guardia medica non possono abbassare il livello di attenzione nei confronti dell’infezione da SARS-CoV-2, trovandosi sempre più nella posizione di dover attuare le scelte migliori per la gestione domiciliare dei pazienti.
I sintomi generalmente lievi e prevalentemente a carico delle alte vie respiratorie: rinite, tosse stizzosa, faringite, laringite, febbricola, che caratterizzano la maggior parte dei soggetti colpiti dalle ultime subvarianti di Omicron attualmente in circolazione mantengono alta l’allerta nel caso dei soggetti più fragili.
“Siamo ancora in tempo per somministrare le dosi booster del vaccino anti-COVID disponibile nelle preparazioni aggiornate (Omicron XBB. 1,5)”– fa sapere il dottor Alessandro Rossi, presidente SIMG- “soprattutto utile come rinforzo delle difese immunitarie per i soggetti con particolari cronicità e comorbosità a rischio elevato di ricovero. Stiamo parlando di pazienti immunodepressi per malattia o farmaci, oncologici, diabetici, cardiopatici, ma soprattutto anziani e comunque ultra 60enni”.
Per contrastare i sintomi più lievi ma molto fastidiosi delle infezioni virali intercorrenti con attenzione particolare al Covid-19, allora, ci si basa sulle “pratiche della buona medicina“- sottolinea il professor Claudio Cricelli, presidente emerito SIMG- “Si raccomanda l’uso di comportamenti chiari che ribadiscono l’appropriatezza prescrittiva sia di farmaci in conformità con le indicazioni registrate, ma anche al dosaggio ed ai tempi di somministrazione, considerando anche gli aspetti amministrativi e normativi. In presenza di infezioni virali è da evitare l’uso improprio di antibiotici, cortisonici ed ossigeno in assenza di chiare necessità cliniche“.
Cosa fare se si è positivi
Restano attuali le indicazioni presenti nei documenti di raccomandazione prodotti alcuni mesi fa e che vedono l’intervento prescrittivo del medico esclusivamente in base a decisioni di tipo clinico. L’approfondita conoscenza del paziente e dei suoi fattori di rischio (vedi l’applicativo HS-CoVI(Vulnerability Index)d), elementi tipici della Medicina Generale, permettono la corretta valutazione del paziente da parte del medico e di optare per soluzioni terapeutiche personalizzate.
“Il monitoraggio a distanza del paziente infetto è il primo intervento medico, avvalendosi di saturimetro e scale di valutazione dei sintomi più importanti (dispnea, affanno)” ribadisce il dottor Ignazio Grattagliano, responsabile attività Covid-19 e vicepresidente SIMG- “Nei casi sintomatici, l’utilizzo di farmaci registrati per indicazione e sicuri risulta essere rapidamente efficace”.
Tra questi il paracetamolo per contrastare febbre, cefalea, artro-mialgie, i FANS (ketoprofene sale di lisina, ibuprofene a basse dosi, morniflumato, …) particolarmente utili anche in forma topica (colluttori) se le manifestazioni flogistiche del faringe sono importanti, gli antitussigeni in caso di tosse stizzosa e frequente, i lavaggi nasali ripetuti anche con sola acqua fisiologica.
Nei soggetti ad alto rischio inclusi gli immunodepressi, soprattutto se con vaccinazione non effettuata o non aggiornata con ultimi richiami, l’avvio precoce alle terapie specifiche con antivirali a disposizione della medicina generale permette nella stragrande maggioranza di casi di risolvere infezione e sintomi. Attenzione ad interazioni farmacologiche, presenza di gravidanza e insufficienza renale di grado importante.
Utilizzo di mascherine e distanziamento
Di fronte ad un qualunque soggetto che presenti una sospetta malattia di Covid-19, conviene dunque “sempre utilizzare le misure basilari di prevenzione della diffusione (mascherine, distanziamento, lavaggio mani)“- suggerisce il professor Massimo Andreoni, direttore scientifico SIMIT- “accertare l’infezione con tampone e rivolgersi quanto prima al medico curante, il quale potrà inquadrare da subito il paziente in base alla eventuale presenza di fattori di rischio”.
Ne consegue la decisione del medico di trattare il paziente con validi farmaci sintomatici o avviare la prescrizione di antivirali. Gli specialisti infettivologi restano a disposizione per eventuali suggerimenti consentendo così una efficace gestione domiciliare del paziente con Covid-19″, conclude. (Agenzia Dire)