Covid, il dottor Fauci ammette: “Restrizioni senza base scientifica”
L’ex immunologo della Casa Bianca rivela davanti al Congresso Usa di aver inventato le regole pandemiche, dal distanziamento sociale alle mascherine: che non erano giustificate da nessuno studio
Le principali restrizioni anti-Covid non avevano nessun fondamento scientifico. Non che nessuno, per usare un eufemismo, si fosse fatto qualche domanda in merito, ma ora non possono proprio esserci più dubbi. Perché a dissiparli è stato in prima persona il dottor Anthony Fauci, che delle misure pandemiche è il papà d’America.
Le misure anti-Covid non avevano nessuna base scientifica
L’imposizione del distanziamento sociale e delle mascherine durante l’emergenza coronavirus fu «una decisione empirica [sic!] che non era basata sui dati». Lo ha rivelato l’ex immunologo della Casa Bianca Anthony Fauci, aggiungendo che non era «a conoscenza di studi» che supportassero l’efficacia di tali provvedimenti. E di fatto ammettendo, conclude il Daily Mail, di essersi inventato di sana pianta le principali regole contro il SARS-CoV-2.
Il medico newyorchese ha parlato in audizione davanti all’House Committee on Oversight and Reform (il principale comitato investigativo della Camera Usa). Il cui leader, il repubblicano James Comer, ha commentato amaramente che «agli Americani fu detto di fidarsi della scienza, ma salta fuori che non c’era alcuna scienza».
Considerazione, peraltro, valida anche per il Belpaese, che seguì a ruota coi Governi Conte-bis e Draghi, sempre con Roberto Speranza come Ministro nomen omen della Salute. Il che, sia chiaro, non implica alcuna malafede, considerando che il virus ha messo in crisi leader politici molto più capaci e preparati dei nostri.
La scienza è l’arte del dubbio
In ogni caso, a paragone suona molto più “galileiano” ciò che l’esperto italo-statunitense, come riporta Il Fatto Quotidiano, ha risposto quando interrogato sulla possibile origine del Covid-19. Affermando di credere che il microrganismo abbia un’origine naturale, ma senza necessariamente escludere l’ipotesi che sia «fuoriuscito da un laboratorio», ed esortando a «tenere la mente aperta».
La scienza, infatti, è l’arte del dubbio, e dev’essere sempre pronta a mettere in discussione le proprie teorie per adattarle a eventuali nuove scoperte. Diversamente, essa si fa dogma, come per inciso sta accadendo coi teoremi affermazionisti del fondamentalismo green. I cui adepti, come denunciava il direttore editoriale di Libero Daniele Capezzone, mirano a «sequestrare il dibattito pubblico».
Comprimere le libertà fondamentali (di espressione come fisica) è sempre sbagliato, ma ancor più in questo contesto, perché il metodo sperimentale non prevede certezze né verità assolute. Pena il rischio di finire tra le Fauci dell’ignoranza che, soprattutto in combinazione con la supponenza, può essere più dannosa di qualunque (altra) patologia.