Covid. In arrivo la (sacrosanta) commissione d’inchiesta
L’emergenza Covid era diventata la giustificazione, preventiva per un verso e permanente per l’altro, di qualsiasi atto. E di qualsiasi atteggiamento
Tutto cristallino e inoppugnabile, nella gestione del Covid? Ossia nel modo draconiano e arrogante, draconiano nella sostanza e arrogante nella forma, con cui è stata condotta dai governi di allora?
Non scherziamo.
Quanto erano necessarie le restrizioni anti Covid?
Prima ancora dei giudizi che se ne possono dare, a cominciare da quanto fossero davvero necessarie le restrizioni imposte via via, almeno su questo non ci dovrebbe essere alcun dubbio: le questioni da approfondire sono ancora moltissime. Perché all’epoca, in quei terribili due anni e oltre che vanno dall’inizio del 2020 sino a buona parte del 2022, è accaduto esattamente il contrario. Nulla poteva essere discusso. Tutto doveva essere accettato.
L’emergenza era diventata la giustificazione, preventiva per un verso e permanente per l’altro, di qualsiasi atto. E di qualsiasi atteggiamento. L’architrave, il dogma, è stato che le posizioni ufficiali fossero la verità con la V maiuscola. Indiscutibili sul piano “scientifico” e sufficienti, perciò, a calare dall’alto ogni sorta di obblighi e di divieti. A colpi di Dpcm. A suon di proroghe. In un crescendo di disposizioni cervellotiche e brutali che hanno stravolto e avvelenato la vita di noi cittadini. Dalla sfera economica a quella relazionale. Gente che ha perso il lavoro, che ha chiuso o rischiato di chiudere l’attività imprenditoriale, bambini e ragazzi segregati dalla DAD, la didattica a distanza.
Mascherine e Green pass
Le mascherine dappertutto, prima quelle chirurgiche e poi le Ffp2. Le autocertificazioni anche per andare a fare la spesa, o per fare il giro del palazzo a piedi, e da soli. Il green pass per entrare ovunque, compresi gli uffici pubblici dove si era obbligati ad andare per un adempimento necessario e le banche in cui c’erano depositati i propri soldi.
E in aggiunta, ma a getto continuo, gli sbeffeggiamenti e le demonizzazioni contro chi si azzardava a sostenere delle tesi diverse. Le “virostar” alla Burioni, alla Bassetti, alla Crisanti. Un ostracismo sprezzante che nel luglio 2021 spinse Mario Draghi a lanciare il suo monito terroristico – e infondato: «Non ti vaccini, ti ammali, muori. Oppure fai morire: non ti vaccini, ti ammali, contagi, qualcuno muore».
Chi non abbia buona memoria è invitato a recuperare le cronache, dettagliate, di quanto è accaduto.
Ieri inflessibili, oggi stizziti
La commissione d’inchiesta ha appunto questo scopo: superare la logica, fuorviante, del “non si poteva fare diversamente”.
Si poteva eccome. O quantomeno è doveroso domandarselo. A mente fredda. E scavando a fondo. Senza necessariamente configurare in anticipo dei reati specifici, come avviene in vista di un processo penale, ma con un’amplissima facoltà di approfondimento. Che è prevista dall’art. 82 della Costituzione: “La Commissione di inchiesta procede alle indagini e agli esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell’autorità giudiziaria”.
Giovedì è arrivato il via libera della Camera. Ora si attende quello del Senato. E poiché la vicenda da affrontare è complessa, gli aspetti da prendere in esame sono numerosi e dettagliati.
Il sito quotidianosanita.it ne offre una buona panoramica, dando anche la possibilità di scaricare il testo integrale della pdl presentata il 18 ottobre dell’anno scorso. Tra i tanti obiettivi vi segnaliamo questi due.
Primo: “la valutazione delle misure di contenimento adottate dal Governo nelle fasi iniziali e successive della pandemia sotto il profilo della ragionevolezza, proporzionalità ed efficacia, del fondamento scientifico delle stesse anche attraverso la valutazione comparativa con la condotta ed i risultati ottenuti da altri Stati europei, e del rispetto dei diritti umani e delle libertà costituzionalmente garantite nell’applicazione delle stesse (lettere t ed u)”.
Stato di emergenza
Secondo: “la valutazione della legittimità della dichiarazione dello stato di emergenza e delle sue proroghe nonché dello strumento della decretazione d’urgenza (lettera v)”.
Valutazioni, non accuse. Necessità di riflessione, che è un compito più che mai politico, e non indagine penale, che spetta agli inquirenti. Chi fosse con la coscienza a posto, certo di aver agito sempre e comunque per il meglio, in un quadro normativo limpido e con spese oculate, non dovrebbe battere ciglio.
Viceversa, sia l’allora premier Giuseppe Conte, sia l’ex ministro della Sanità Roberto Speranza, hanno subito gridato alla persecuzione.
Tuona Conte: «Questa commissione è una farsa, uno schiaffo agli italiani. Per come l’avete confezionata questa commissione di inchiesta sul Covid è un plotone di esecuzione politico. Di cosa avete paura? Noi nei tribunali ci entriamo a testa alta a differenza dei vostri esponenti politici».
Si lamenta Speranza: «Questa commissione, ignorando tutte le proposte delle opposizioni, ha un’unica finalità: mettere su un tribunale politico per colpire i membri dei governi che vi hanno preceduti».
Esemplare.
Quando al governo ci sono loro, incarnano la più fulgida espressione delle virtù istituzionali. Quando tocca agli altri, apriti cielo: sono degli usurpatori piovuti dal nulla, l’antitesi della democrazia e della legalità, i biechi aguzzini che si accaniscono sui campioni, integerrimi, della lotta al Covid.
Gerardo Valentini – presidente Movimento Cantiere Italia