Covid, Massimo Clementi vede la fine della pandemia: “Omicron una fortuna”
Il professore e direttore dei laboratori di Microbiologia e virologia dell’Ospedale San Raffaele di Milano Massimo Clementi vede la fine della pandemia
Il tema della guerra in Ucraina e le varie riaperture stanno ponendo in secondo piano la questione pandemia già da qualche settimana. E il termine dello stato d’emergenza il 31 marzo da qualcuno può essere visto come una sorta di “libera tutti”. Così non è, anche se si diffonde una sorta di ottimismo a cui si aggiunge anche l’intervista del professore e direttore dei laboratori di Microbiologia e virologia dell’Ospedale San Raffaele di Milano Massimo Clementi a Il Giornale.
“Verso un Covid meno pericoloso”
Il primo tema trattato da Clementi è riferito a Omicron 2, che potrebbe prendere il posto dell’altra variante. “La maggior diffusione la dobbiamo soprattutto ad Omicron 2 che sembra realmente molto diffusiva e anche nel nostro Paese sta soppiantando quella originaria. In pratica oggi provoca il 50% delle infezioni e questo prelude che subentrerà tra qualche settimana a Omicron 1” ha dichiarato, affermando poi anche che il virus può circolare di più ma senza creare dei danni particolari se non dei raffreddori.
“Bisogna continuare a proteggere le categorie a rischio”
“Le infezioni modeste sono impossibili da fermare. Ma se l’evoluzione del virus rimane nella linea di Omicron, stiamo andando verso un Covid endemico fastidioso stagionalmente ma che non ci procurerà delle patologie gravi se non nei soggetti fragili. E io sono pienamente d’accordo con l’appello lanciato dal collega Andrea Crisanti: dobbiamo concentrare gli sforzi di protezione per i soggetti fragili che rischiano anche con Omicron” ha dichiarato poi in merito alla variante meno pericolosa che, comunque, potrebbe causare dei problemi sui soggetti fragili.
“Pandemia verso la sua conclusione”
Ha poi parlato del fatto che non crede che il virus possa diventare più cattivo in quanto “non è mai avvenuta una regressione dello stesso virus“. “Questa del Covid la vedo alla sua conclusione, ma non è escluso che possa arrivare un altro virus animale che si trasferisca all’uomo. L’influenza aviaria ha fatto 850 morti in dieci anni ma solo perché, per il momento, non si trasmette all’uomo salvo in caso di contatto diretto con animali vivi” ha poi aggiunto Clementi, donando ottimismo per lo sviluppo della pandemia.