Covidstrofismo, la festa degli Azzurri scatena di nuovo i profeti di sventura
Torna l’allarme contagi come dopo lo Scudetto dell’Inter (quando non vi fu alcun aumento): ma anche per Sileri va considerato il numero dei ricoveri, che è molto confortante
Arrivati a questo punto, ci sia concesso di coniare un neologismo e parlare di covidstrofismo. Versione 2.0 di quell’allarmismo pandemico incarnato dai moderni profeti di sventura, tanto saccenti quanto fallaci nelle previsioni. Nonostante ci sia un precedente, anche piuttosto recente, che dovrebbe suggerire loro un surplus di quella cautela che così accanitamente esigono da tutti gli altri.
La festa degli Azzurri e il covidstrofismo
«Dovrei divertirmi a guardare il contagio avvenire davanti ai miei occhi? La pandemia non si prende una pausa stanotte, la variante Delta approfitterà di persone non vaccinate, in ambienti affollati, senza mascherine, che urlano/gridano/cantano». Così, cinguettando questa ventata di ottimismo, Maria van Kerkhove, responsabile tecnico dell’Oms per la crisi da Covid-19, ha salutato il trionfo azzurro a Euro 2020. O meglio, la notte di festeggiamenti che ha portato in piazza l’Italia intera, concludendosi però con diversi feriti e un morto in un incidente vicino Catania.
Non erano però questi gli eccessi che la funzionaria dell’Organizzazione Mondiale della Sanità stigmatizzava, bensì quelli (vagamente) legati all’emergenza sanitaria. Timori condivisi dal sottosegretario di Lungotevere Ripa Pierpaolo Sileri, secondo cui è «bellissimo vedere la gente nelle piazze, ma inevitabilmente vedremo salire i contagi».
Considerazioni che, en passant, riflettono una scarsissima conoscenza del mondo dello sport in generale, e di quello nostrano in particolare. Che infatti i tifosi (soprattutto) italici potessero giubilare ricordandosi razionalmente delle regole, come auspicava Roberto Speranza, Ministro nomen omen della Salute, era una pia illusione.
In ogni caso, la prospettiva dell’esponente pentastellato e della rappresentante della WHO è tutto tranne che ineluttabile. La risalita della curva epidemiologica, infatti, era stata profetizzata in maniera analoga dopo la festa per lo Scudetto dell’Inter. Però non si è mai verificata – e comunque, secondo Guido Bertolaso, ex Capo della Protezione Civile, la si sarebbe potuta affrontare. E questa non è l’unica ragione per cui – una volta di più – le cassandre pandemiche non dovrebbe suscitare alcun timore.
Non c’è da preoccuparsi
Le principali preoccupazioni istituzionali, ça va sans dire, sono legate allo spauracchio indiano che presto dovrebbe diventare prevalente anche nel Belpaese. Tanto che c’è chi comincia a preconizzare l’imminente ritorno di alcune Regioni (Sicilia, Campania, Abruzzo e Marche, ma anche il Lazio) in fascia gialla.
Eppure, come abbiamo spiegato, se è vero che la mutazione del SARS-CoV-2 è più infettiva, non è comunque più letale né più virulenta dell’originale. In effetti, «i dati su decessi e ricoveri in terapia intensiva sono molto più confortanti grazie alle vaccinazioni» ha confermato Franco Locatelli, coordinatore del Cts. E Sileri ha aggiunto che ormai bisognerebbe «fare riferimento al numero di ricoveri, più che a quello dei contagi», come d’altronde ha stabilito la Germania.
Una bella lezione per i manutengoli del covidstrofismo, che sono la prova vivente di come anche i detti del Divo Giulio Andreotti possano essere aggiornati. Perché, oltre al potere, pare proprio che anche la libertà logori chi (evidentemente) non ce l’ha.