Crisi di Governo, i “poteri forti” minacciano l’Italia per interposto Pd
Nel lessico politico-mediatico rispunta l’odiatissimo spread, e la Bce si dice pronta alle contromisure: ma – precisa il segretario dem – aiuterà l’Italia solo se rimarrà Premier Draghi
Che nell’ambito dell’attuale crisi di Governo scendessero in campo anche i cosiddetti “poteri forti” non era esattamente qualcosa di inatteso. Così come non sorprende che la loro preferenza vada in modo spiccato – ancorché non sempre ortodosso – all’attuale Premier Mario Draghi. Sconcerta invece che uno dei principali partiti nostrani si faccia megafono delle loro istanze, soprattutto visto che sanno di velata minaccia all’Italia.
La crisi di Governo
Eravamo stati facili profeti quando, non più tardi di un mese e mezzo fa, avevamo preconizzato l’imminente ritorno dell’odiatissimo spread. Il differenziale tra Btp italiani e Bund tedeschi che, in piena crisi di Governo, dopo un decennio è prontamente tornato a far capolino nel lessico economico-politico-mediatico. Tant’è che, come riporta l’ANSA, la Banca Centrale Europea dovrebbe varare un apposito “scudo” nella riunione di domani, giovedì 21 luglio.
Lo ha cinguettato anche il segretario dem Enrico “stai sereno” Letta, aggiungendo però un’inquietante postilla in riferimento all’attesissimo discorso dell’economista romano alle Camere. Se «in Parlamento non siamo noi a tirarci su da soli sarà più difficile poi chiedere agli altri di salvarci». Che, tradotto dal politichese, significa che l’istituto guidato da Christine Lagarde userà la sua “potenza di fuoco” solo se a Palazzo Chigi rimarrà l’attuale inquilino.
Giovedì la BCE presenterà i nuovi strumenti per aiutarci a combattere lo spread. Ma se il giorno prima, mercoledì, in Parlamento non siamo noi a tirarci su da soli sarà più difficile poi chiedere agli altri di salvarci. #Fiducia
— Enrico Letta (@EnricoLetta) July 18, 2022
Gli avvertimenti dei “poteri forti”
Ora, che le élites internazionali tifino per qualcuno a loro vicino (lo scriviamo senza nessun intento polemico) non è certo qualcosa di scandaloso. A maggior ragione se si tratta della Bce, che dal Nostro è stata presieduta.
Allo stesso modo, checché ne dica Giorgia Meloni, presidente di FdI, non c’è alcun vulnus istituzionale nell’appello dei mille sindaci in favore di SuperMario. Almeno fintantoché non pretendono che la loro posizione sia rappresentativa dell’orientamento di tutti i cittadini che amministrano.
Domani sera fiaccolata al Colosseo per convincere #Draghi a restare
— Le frasi di Osho (@lefrasidiosho) July 18, 2022
A essere irrituale, semmai, è l’ennesima euro-ingerenza, e soprattutto il fatto che quest’ultimo sibillino “avvertimento” sia stato lanciato per interposto Pd. Il cui Serenissimo segretario avrà anche (comprensibilmente) paura delle elezioni anticipate. Ma intanto assomiglia sempre di più (absit iniuria verbis) a uno “scendi-Letta” dei poteri forti.