Crisi di Governo: peggio la maggioranza o l’opposizione?
Tornano alla mente tutte le parole ascoltate e pronunciate dai nostri politici durante l’ultimo anno, prima della Crisi di Governo
Condividiamo i nostri incubi comuni. Perché tornano alla mente tutte le parole ascoltate e pronunciate dai nostri politici durante l’ultimo anno. Con la speranza di vedere finalmente attuati veri provvedimenti governativi atti a risolvere, anche se in parte, i problemi economici e di lavoro della nostra “Nave Italia” in conseguenza del Covid. Allora parliamone, a distanza di circa un anno dall’insediamento del Governo Conte II e in un momento storico in cui non è chiaro se passeremo ad un Conte Ter o a chissacché.
Sperare in un nuovo Governo più deciso
Possiamo solo sperare che nei prossimi giorni, a capo del nuovo governo del Paese, ci siano uomini diversi dagli attuali, e che le vicende evolvano in meglio. O, per lo meno, differentemente. E’ chiaro che questo sia solo un desiderio, perché ritengo che, in un Paese realmente democratico, i governi vadano senza impedimenti giudicati dai cittadini per quello che fanno, o non fanno. E per onestà lo stesso ragionamento vale per chi è all’opposizione.
In questo periodo si può correttamente affermare che l’opposizione sia rappresentata da figure politiche su cui non rimane facile esprimere un giudizio lusinghiero. Ma solo perché ritengo che “le proposte dell’opposizione sarebbero ai fini della gestione della pandemia, confuse e discordi, quanto quelle del governo”. In questi mesi tutti noi Italiani abbiamo assistito ad un governo che si è appropriato, dimenticando e non ascoltando l’opposizione, di scelte che avranno un impatto di importanza pluridecennale su tutti noi e i nostri figli.
In Italia il tema tasse è sottovalutato
Del resto è nota l’indifferenza degli italiani ai temi della fiscalità. Credo che siamo l’unico paese del mondo occidentale dove si possono vincere le elezioni preannunciando nuove tasse ed irresponsabilità fiscale “e non per alto spirito nazionalistico, ma per un mistero a me sconosciuto ed inspiegabile”. Tutto questo ha favorito una competizione “fra maggioranza e opposizione” a chi reclamava una cosa e a chi un’altra. E tutto questo dovrebbe allarmare ognuno di noi.
Senza dimenticare che nelle concrete decisioni di spesa e di importanti nomine dei vertici di grandi agenzie dello Stato, nomine di manager dell’industria e dei principali servizi che opereranno in finanza pubblica, in un momento di grande importanza per tutti quanti, in evidente emergenza nazionale, nessuno spiraglio è stato lasciato ai rappresentanti dell’opposizione, espressione di più della metà dell’elettorato.
Il tutto coordinato e diretto dalle stanze dei partiti di governo. Un governo nel quale il maggior partito oggi presente in Parlamento, negli ultimi 10 anni ha avuto un elettorato più che dimezzato che da solo certamente non gli avrebbe garantito la presenza nel governo.
L’obiettivo di mantenere i privilegi
Dove i vari governi e forse anche questo in carica “ha il solo fine di perpetuare”, ad ogni costo e fino all’ultimo giorno, il privilegio di una indennità da parlamentare o, creare un incrocio di molti interessi e manovre per potersi garantire, un ulteriore e proprio “illusorio” futuro politico. Senza dimenticare inoltre, che dovremmo forse assistere, ad un ulteriore atto di scorrettezza politica. Sostituire un organo costituzionale, il CIPE “Il Comitato interministeriale per la programmazione economica” un organo di direzione politica, centro dell’azione propulsiva di Governo in materia di programmazione economica, che dovrebbe essere una specie di centro di coordinazione per le azioni che dovrebbero confluire nel Recovery Plan.
Un altro esercito di consulenti
Al suo posto si vorrebbe dar vita ad una nuova, compagine “come i famosi 400 consulenti già in carica” che risponde direttamente, e solo al capo del Governo o a chi per lui. Naturalmente a cose fatte, il tutto verrà comunicato al Parlamento. E fino ad oggi non ne ha parlato forse nessuno, poiché riguarda i livelli decisionali più alti del nostro Stato. Ed è un peccato, perché in una vera democrazia, come credo sia la nostra, la libera stampa, ne dovrebbe parlare e “non dovrebbe esserne complice, perché affetta da cronica indifferenza politica”, nascondendo la vera natura della questione, “che è invece costituzionale, andando a danneggiare le basi della democrazia del nostro paese”.
Chissà se i leader dei partiti dell’opposizione in analoghe circostanze avrebbero dimostrato maggiore rispetto per la democrazia. Penso invece che sia più concreto e costruttivo riflettere sul livello scadente della politica nostrana in questi lunghi mesi di pandemia sotto il Governo Conte.
Alberico Giustini