Cronaca di una giornata nel caos: il nostro report a bordo del taxi durante lo sciopero dei trasporti
L’esperienza a bordo del taxi di Raffaele Salina offre uno spaccato autentico della mobilità capitolina: disorganizzazione, traffico insostenibile e un trasporto pubblico inadeguato
Venerdì scorso, 29 novembre 2024, giorno di sciopero generale dei trasporti, Roma ha visssuto il caos del traffico e della mobilità. Per raccontare questa giornata di straordinaria follia, salgo a bordo del taxi di Raffaele Salina, segretario generale di Fast Confsal Taxi, per un’osservazione diretta della città in uno dei momenti più critici per la mobilità.
Stazione Termini: taxi in attesa, ma non in sciopero
Inizio il viaggio da Stazione Termini, epicentro nevralgico di Roma, dove mi sorprende la lunga fila di taxi in attesa dei clienti. Contrariamente ai titoli dei telegiornali che annunciavano lo sciopero dei tassisti, Raffaele conferma che il 90% delle auto bianche è regolarmente in servizio. «I tassisti non sono in sciopero», precisa con un sorriso. La giornata promette di essere impegnativa, ma la solidarietà verso i cittadini prevale.
Traffico scorrevole… all’apparenza
Attraversiamo piazza della Repubblica e percorriamo via Nazionale fino a Piazza Venezia in soli otto minuti, un tempo insolitamente breve per una mattina feriale romana. Raffaele scherza: «Oggi i romani si sono organizzati, anticipando il weekend». Ma appena ci avviciniamo a via dei Fori Imperiali, il caos comincia. La strada è chiusa per una manifestazione, e i tassisti e gli NCC sono costretti a invertire la marcia. La semplice manovra per tornare indietro richiede tanto tempo quanto l’intero tragitto da Termini a Piazza Venezia.
L’effetto dello sciopero: mani alzate e sguardi disperati
Riprendendo la strada, vediamo persone in attesa alle fermate degli autobus, disperate per l’assenza dei mezzi pubblici. Molti alzano le mani per chiamare un taxi, ma Raffaele spiega: «Sono clienti occasionali. In questi casi, le TV li intervistano per lamentare la mancanza di taxi, ma la realtà è diversa». Scettico, chiedo di proseguire verso le piazzole di sosta dei taxi, convinto di trovarle deserte.
Sosta taxi: piena di auto bianche… e qualche privata
Prima tappa: Largo di Torre Argentina. Con mio stupore, vedo una ventina di taxi fermi in attesa. Stessa scena a Piazza della Chiesa Nuova, dove troviamo due posti regolari occupati da auto private. «Ecco il problema», spiega Raffaele, mostrando come le auto in sosta abusiva ostacolino il servizio. Proseguiamo verso San Pietro, dove ci imbattiamo in un ingorgo monumentale su Ponte Vittorio Emanuele II.
Un caos senza padrone
Lungo il ponte, il traffico è paralizzato: autobus di linea, bus turistici, vetture private, monopattini e biciclette si contendono lo spazio in un senso unico obbligato. Qui impieghiamo 15 minuti per percorrere poche centinaia di metri. «Questo è il risultato di una mobilità disorganizzata», commenta Salina.
La realtà del trasporto pubblico
Il nostro viaggio si conclude a Stazione San Pietro, dove il caos sembra aver preso una pausa. Il contrasto con l’inferno stradale vissuto poco prima è netto, ma la giornata evidenzia le difficoltà croniche del trasporto pubblico romano, amplificate dallo sciopero. Raffaele riassume: «La mancanza di coordinamento tra mezzi pubblici e privati penalizza tutti, dai cittadini ai tassisti».
Lezioni di mobilità
L’esperienza a bordo del taxi di Raffaele Salina offre uno spaccato autentico della mobilità capitolina: disorganizzazione, traffico insostenibile e un trasporto pubblico inadeguato che scarica il peso delle emergenze su tassisti e cittadini. La soluzione? “Più coordinamento, infrastrutture adeguate e rispetto delle regole, non solo da parte dei conducenti, ma anche delle istituzioni”, conclude il segretario di Fast Confsal Taxi. Una riflessione che suona come un appello per una città che, soprattutto in giornate di sciopero, sembra perdere il controllo.