Da cinema a boutique, ecco come cambia il Cinema Metropolitan
Arriva il primo sì in Commissione Urbanistica per la trasformazione del Cinema Metropolitan in via del Corso
Da cinema a boutique: passa con 4 voti favorevoli e 1 contrario – come informa l'agenzia DIRE – il progetto di trasformazione del Cinema Metropolitan in via del Corso, chiuso ormai da 4 anni, per poi portare la proposta di delibera all'esame dell'Assemblea capitolina. I voti favorevoli sono del presidente della Commissione Urbanistica di Roma Capitale Antonio Stampete (PD), di Luca Giansanti (Listaa Civica Marino), Massimo Caprari (Centro Democratico) e Gianluca Peciola (SEL); contrario, il voto di Daniele Frongia (M5S).
Secondo quanto riferisce ancora una volta l'Agenzia DIRE, il progetto prevedrebbe una trasformazione del cinema in una boutique di moda ("si parla di un atelier Benetton", comunica DIRE), con una piccola parte destinata alla sua originale vocazione, ovvero quello di sala adibita alla proiezione di film, anche in lingua originale. Di una superficie di circa 2.200 metri quadri, il 16% (318 mq) sarà infatti a disposizione per una piccola sala, in quella che è una variante al Piano regolatore della Città storica. I restanti 1.800 mq saranno invece destinati alle attività commerciali.
Se inizialmente quasi tutti i componenti della Commissione sembravano contrari al progetto – rimostranze esternate in occasione di una riunione dello scorso 8 settembre (qui per approfondimenti) – oggi si registra un cambio di marcia. Perché – come spiega Peciola – dalle veriche effettuate con la Sovrintendenza, non emergerebbero "particolari vincoli, né artistici, né, sembrerebbe, legati alle attività".
Risalgono ai primi anni 2000 i lavori che hanno stravolto gli abbellimenti e le decorazioni del Cinema Metropolitan, facendogli quindi perdere la qualifica di cinema storico, per trasformarlo in multisala. Secondo quanto spiega ancora DIRE, sembrerebbe che i vincoli legati alle attività – secondo cui non si potrebbe cambiare la destinazione d'uso dove vengono svolte attività culturali – sarebbero subordinati a quelli artistici. Venendo meno i secondi, decadrebbero anche i primi.
Su quest'ultimo punto, però, sono ancora in corso verifiche e se ne discuterà in Aula, dove verranno anche presentati e votati gli emendamenti già resi noti oggi in Commissione. Gli emendamenti portano la firma di Giansanti e Peciola e chiedono: il primo, che l'interesse pubblico dell'opera preveda anche stanziamenti per favorire, nel Municipio I, attività sportive e per l'infanzia; il secondo, che venga ampliato lo spazio all'interno della struttura destinato alle attività culturali, e che il privato si faccia carico di concorrere alla riqualificazione dei cinema Airone e Apollo (il cinema Apollo fu costruito nel 1917 e chiuso nei primi anni '90). Per il "recupero di queste due sale storiche – ha spiegato Peciola all'agenzia Dire – esistono già dei fondi stanziati dalla Sovrintendenza. Si tratterebbe quindi di un 'accompagnamento' ".