Dagli USA a Roma, tornano in Italia 25 opere trafugate
Ci sono anche tre affreschi rubati a Pompei nel 1957 e un altro reperto proveniente da Roma
Ci sono anche tre affreschi rubati a Pompei nel 1957 tra le 25 opere trafugate negli Stati Uniti e tornate in Italia grazie alla collaborazione tra le autorità statunitensi e il Tpc-Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale. Per un valore totale di oltre 30 milioni di euro, tra i reperti spicca un coperchio di un sarcofago di epoca romana, risalente al II secolo d. C. Raffigurante una donna sdraiata e per questo ribattezzato ‘La bella addormentata’, il prezioso sarcofago era in vendita a 4,5 milioni di dollari presso una galleria di New York.
Le indagini sono state portate avanti dal Tpc insieme all’Homeland security investigations-Immigration and customs enforcement (Ice) e hanno permesso di riportare in Italia i reperti trafugati illegalmente che adesso “potranno tornare nei luoghi di provenienza per arricchire lo straordinario patrimonio italiano che rappresenta un museo diffuso in tutto il Paese”.
A presentare i risultati della “straordinaria azione di recupero”, il ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, Dario Franceschini, che ha accolto nella caserma La Marmora, a Roma, l’ambasciatore Usa John R. Phillips. “La giornata di oggi è frutto di una collaborazione importante con il governo degli Stati Uniti – ha detto Franceschini – Tornano in Italia questi 25 oggetti di straordinario valore e torneranno nei territori dove sono stati trafugati, a cominciare da Pompei. Siamo molto orgogliosi del lavoro del Comando Carabinieri tutela patrimonio culturale che sono un’eccellenza in tutto il mondo”.
La collaborazione tra Tpc e Ice ha permesso di riportare in Italia anche un altro reperto proveniente da Roma, una testa votiva in terracotta raffigurante un volto maschile, risalente al III secolo a. C. e provento di un furto avvenuto nel 1982 in un castello privato di Pratica di Mare. Altro rientro eccellente, ha raccontato il generale dei Carabinieri, Mariano Mossa, un vaso etrusco a figure nere con scene di delfini del V secolo a. C., trafugato in Italia e venduto negli Stati Uniti all’inizio degli anni Ottanta. “Nel corso di un procedimento penale della Procura della Repubblica di Roma a carico di Giacomo Medici – ha detto Mossa – è emerso che il vaso, di proprietà del Toledo museum of art in Ohio era riconducibile alle attività illecite del noto trafficante italiano”. A quel punto, l’Arma ha fornito le informazioni utili all’Ice di Cleveland che con il Toledo ha sottoscritto un accordo per la restituzione spontanea.
Altro bene finito nei traffici di Medici è un cratere attico a figure rosse del V secolo a. C. attribuito al pittore Methyse e venduto nel 1983 al Minneapolis institute of arts. Accertata la provenienza illecita, è scattato lo scambio di informazioni con l’Ice e la restituzione all’Italia.
Diverse le sorti dei tre affreschi rubati a Pompei: durante una missione a New York, i Carabinieri hanno saputo di ricerche da parte dell’Ice sulla collezione privata di un magnate statunitense che stava per essere messa all’asta. Passate le informazioni dall’Ice al Tpc, è emerso dalle indagini che i tre affreschi erano parte di un furto avvenuto il 26 giugno del 1957 presso l’Ufficio scavi della Soprintendenza archeologica di Pompei. “I tre reperti – ha detto Mossa – facevano parte di un gruppo di sei affreschi rubati e negli anni tutti recuperati”.
Tra i reperti tornati in Italia e messi in mostra oggi al Comando, anche un cannone veneziano in bronzo del XVII secolo intercettato dal Custom and border protection di Boston durante l’importazione illecita in Usa.
“Il furto di reperti storici e culturali – ha detto l’ambasciatore Usa – è tra le più antiche forme di crimine organizzato transfrontaliero. L’Interpol stima che ogni anno il traffico illecito di beni culturali produca un profitto superiore ai 9 miliardi di dollari”.