Ddl concorrenza, tra i tassisti è protesta. Severgnini (Tam): “Chiediamo stralcio art. 8”
Sul tema è intervenuto anche Salina (Tpnl Fast Confsal): “Questo Governo muto e sordo ancora non ascolta le ragioni della categoria”
Il Consiglio dei Ministri, nell’adunanza del 4 novembre, ha approvato il Ddl per il Mercato e la Concorrenza. Esso, entro la fine dell’anno, si impegna a intervenire sui settori del servizio pubblico locale, energetico, dei trasporti, dei rifiuti, imprenditoriale e della vigilanza del mercato. Il disegno di legge però, non è andato giù ai tassisti italiani, i quali sono scesi nei giorni scorsi nelle piazze di Roma e Milano, per protestare contro l‘articolo 8, che di fatto prevede un mercato strettamente regolamentato e chiuso per la categoria dei taxi.
Sul tema è intervenuto al nostro giornale Claudio Severgnini, tassista e Presidente del Tam (Tassisti Artigiani Milanesi), che ha rilasciato le seguenti dichiarazioni spiegandoci la situazione attuale che stanno vivendo i tassisti italiani, i quali chiedono, oltre a regole uguali per uno stesso mercato, anche lo stralcio dell’articolo 8 del Ddl.
“Siamo all’interno di un mercato strettamente regolamentato e chiuso”
“La categoria dei taxi – afferma Severgnini – è stata inserita all’interno del nuovo Ddl Concorrenza. All’articolo 8 si cerca di aprire un mercato alla concorrenza, dove di fatto noi siamo all’interno di un mercato strettamente regolamentato e chiuso. Questo non lo diciamo noi ma lo dice di fatto la legge che regolamenta il servizio, lo dice la direttiva Bolkestein e alcuni passaggi costituzionali importanti come quello del diritto al lavoro, alla cooperazione… come quello relativo al titolo V della Costituzione che demanda agli Enti locali e alle Regioni la regolamentazione del servizio”.
“Il servizio ‘parallelo’ ha prodotto un rialzo di tariffa del 70/80% circa”
“Tale servizio – prosegue – deve essere, strettamente regolamentato per dare la garanzia all’utente che in qualsiasi giorno dell’anno, in qualsiasi momento della loro vita, potrà trovare un servizio pubblico con le stesse tariffe in qualsiasi momento, cosa che non avviene in un mercato dove le tariffe si regolamentano in funzione della domanda e dell’offerta. Lo abbiamo visto quando c’è stato il 24 novembre lo sciopero del servizio dei taxi. Il servizio “parallelo” ha prodotto un rialzo di tariffa di circa 70/80%. Non penso che sia nell’intenzione del legislatore, meno ancora nell’intenzione dell’utente, potersi garantire un servizio di questo tipo a differenza di ciò che ha.
Se in alcune città e in alcune ore del giorno, mancano i taxi, i comuni, gli enti locali o le regioni hanno un menu di disponibilità per poter intervenire e disporre un numero maggiore di auto in relazione alla modifica di turni, o all’aumento delle seconde guide… o addirittura all’aumento di licenze. Questo però non deve intaccare tutto il sistema, che è regolamentato da una legge di recente modifica. Nel febbraio 2019 infatti, siamo intervenuti in maniera sostanziale a modifica della legge e stavamo lavorando per modificare ulteriormente, con l’intervento di decreti attuativi, la regolamentazione dello stesso”.
“Ddl che favorisce le multinazionali? Non è una gara a regole pari”
“Quando voglio intervenire e far accedere al sistema figure giuridiche che non fanno parte del sistema di trasporto – spiega il Presidente del Tam -, di fatto gli sto aprendo un mercato con regole diverse rispetto a quelle figure giuridiche che agiscono sul mercato in questo momento. È un po’ la situazione degli indiani d’America. Sono all’interno di un territorio ben definito e tutti gli altri sono in libera circolazione. Questa non è concorrenza, soprattutto se teniamo conto che i soggetti di cui stiamo parlando, multinazionali di carattere americano in questo momento, per una legge assolutamente disponibile, hanno la disponibilità di pagare le loro tasse con la libertà di stabilimento e in qualsiasi punto dell’Europa o anche di altri continenti. Non è una gara a regole pari con possibilità di andare in concorrenza con pari opportunità”.
“Andremo avanti fino a quando avremo la forza e la possibilità”
“È una disposizione che tiene i tassisti all’interno del recinto con regole ben definite, e altri liberi tutti. Ovviamente non ci sta bene. Noi rimaniamo su un’unica richiesta: lo stralcio dell’articolo 8. Come ho già detto, anche le direttive europee prevedono che il sistema di trasporto pubblico locale non di linea sia escluso dalle direttive di liberalizzazione. Se questo non avverrà, ovviamente, non smetteremo nella protesta. Andremo avanti fino a quando avremo forza e possibilità di farlo. Non possiamo superare e digerire un’ulteriore ristrettezza a fronte di un libero mercato di altri: regole uguali per uno stesso mercato. È un principio abbastanza chiaro” conclude.
Salina: “Governo muto e sordo che ancora non ascolta le ragioni della categoria”
In merito alla situazione dei taxi, ha parlato anche Raffaele Salina, segretario regionale Tpnl Fast Confsal, il quale ha dichiarato: “A dieci giorni dalla manifestazione di 10.000 tassisti di tutta Italia, che invocano lo stralcio dell’articolo 8 intestino al Ddl Concorrenza e l’emanazione dei decreti attuativi, il Ren, il foglio di viaggio elettronico e la regolamentazione delle piattaforme tecnologiche, emanati dal Dpcm del dicembre 2019, questo governo muto e sordo ancora non ritiene opportuno sentire le ragioni della categoria“.
“Resteremo in uno stato di agitazione”
“Noi resteremo comunque in uno stato di agitazione, con nuove forme di protesta e di fermi affinché non otterremmo ciò che da noi è stato richiesto. La categoria è in uno stato di forte sofferenza causata dalla pandemia, abusivismo e ora anche da questo forte attacco del governo che rischia di distruggere 40.000 famiglie” conclude.