Ddl eco-vandali, prima luce “verde”: un’ottima notizia, anche se…
Il Senato approva la norma che inasprisce le sanzioni anti-affermazionisti: che però va accompagnata da una svolta culturale, cominciando con l’ascoltare solo la vera scienza
Il Senato ha approvato il cosiddetto ddl eco-vandali, la misura che inasprisce le sanzioni per chi danneggia monumenti e opere d’arte. Lo ha fatto peraltro in giorni in cui il peggior ambientalismo sta subendo smacchi continui, anche dalla natura stessa. Ed è un’ottima notizia, malgrado il serio pericolo che non sia sufficiente.
Il ddl eco-vandali
Come riporta Rai News, Palazzo Madama ha dato una prima luce verde (è il caso di dirlo) al ddl eco-vandali voluto dal Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Si tratta della norma recante “Disposizioni sanzionatorie in materia di distruzione, dispersione, deterioramento, deturpamento, imbrattamento e uso illecito di beni culturali o paesaggistici”. Reati che, precisa Meteo Web, fatte salve le sanzioni penali, saranno puniti con multe fino a 60.000 euro.
Il disegno di legge, che ora passerà alla Camera, persegue anche i turisti che attentano al nostro patrimonio artistico, come quello che ha recentemente sfregiato il Colosseo. Ma è chiaro che nel mirino ci sono soprattutto quei gruppi, come Ultima Generazione, che si illudono di salvare l’ambiente a suon di inciviltà. Ed è qui che con tutta probabilità cascherà l’asino, a meno che la provvida iniziativa legislativa non venga accompagnata da una profonda svolta culturale.
Serve una profonda svolta culturale
Come infatti argomentavamo, i veri colpevoli, prima ancora dei giovani catastrofisti, sono i “cattivi maestri” politico-mediatici che hanno fatto loro l’eco-lavaggio del cervello. Facendo loro credere alla bufala del millennio, il climate change di origine antropica, che non è altro che una congettura indimostrata.
Sarebbe gioco facile, per esempio, citare la nevicata che, come riferisce il New York Times, ha imbiancato la città sudafricana di Johannesburg. Anche se, aggiunge l’Agi, secondo gli affermazionisti locali il fenomeno non è attribuibile al cambiamento climatico, che quindi a quanto pare agisce in modo provvidenzialmente selettivo.
Si prenda piuttosto il recente allarme sul record di decessi per il caldo nel Vecchio Continente, 61.672 tra fine maggio e inizio settembre 2022. Innanzitutto, questo numero si basa su una stima (dell’Istituto di Barcellona per la Salute Globale), e non su dati reali. Ma se anche fosse, a fare da contraltare c’è uno studio appena pubblicato sulla prestigiosa rivista The Lancet Planetary Health. Una ricerca ventennale che ha analizzato l’impatto della mortalità dovuta al caldo e al freddo nelle aree urbane continentali, standardizzandola a livello geografico, demografico e anagrafico. E ha scoperto che il freddo uccide 10 volte più del caldo, con un (prevedibile) incremento del rischio all’aumentare dell’età.
Il ddl eco-vandali rischia di essere inutile, a meno che…
Il problema è che l’eco-narrazione dominante non concede posti al sole agli articoli che smontano i suoi teoremi. Analogamente, a eruditi autentici come Antonino Zichichi o Alberto Prestininzi viene dato meno spazio rispetto a pseudo-esperti, e perfino a ragazzini cresciuti a pane e ideologia.
Questo è il dramma a cui bisogna urgentemente porre rimedio, pena l’inevitabile fallimento anche di un provvedimento dignum et iustum come il ddl eco-vandali. Che altrimenti sarebbe come quei farmaci che curano i sintomi, ma non le cause di una malattia.
Tanto per cominciare, bisognerebbe capire che è necessario ascoltare solo la (vera) scienza, abbandonando la propaganda che va tanto di moda. Per fortuna, contrariamente agli slogan green, c’è ancora tempo per salvare il nostro futuro (in tutti i sensi).