Ddl Zan, una legge di cui l’Italia ha bisogno per combattere il pregiudizio
Il ddl Zan è oggi più che mai il cambiamento necessario affinché questo paese dimostri inclusione e rispetto
Il nostro racconto a fumetti della settimana racconta la vicenda normativa che ha visto come protagonista la proposta di legge ad opera del deputato del Partito democratico, Alessandro Zan.
Aprile 2021. Dopo essere stata approvata alla camera, a novembre 2020, il ddl sulle “misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento di genere, sull’identità di genere e sulla disabilità”, è tornato al centro del dibattito politico dopo essere stato bloccato al Senato dai voti contrari di alcuni esponenti di centrodestra tra cui la Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia.
Un disegno di legge controverso
Le tre forze principali che si sono opposte all’approvazione della ribattezzata “Legge Zan”,dal nome del suo relatore, il deputato del Pd Alessandro Zan, hanno risposto alle accuse di favoreggiamento dell’omofobia, definendo il provvedimento non prioritario e bloccandone quindi l’avvio della discussione in commissione Giustizia.
Il disegno di legge, tanto discusso ormai da giorni e al centro di numerosi dibattiti che hanno coinvolto sia celebrities che personaggi politici, è caratterizzato da alcuni punti fondamentali.
Già dall’iniziale descrizione del testo, si capisce come la legge non sia contro la maggioranza della popolazione che si definisce etero, ma metta in realtà sullo stesso piano tutti gli orientamenti sessuali o di genere. Nell’articolo 1 infatti sono definiti i significati delle parole sesso, genere e identità di genere:
Sesso, genere e identità di genere
“Per sesso si intende il sesso biologico o anagrafico; con il termine genere si intende qualunque manifestazione esteriore di una persona che sia conforme o contrastante con le aspettative sociali connesse al sesso; per orientamento sessuale si intende l’attrazione sessuale o affettiva nei confronti di persone di sesso opposto, dello stesso sesso, o di entrambi i sessi; per identità di genere si intende l’identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso, indipendentemente dall’aver concluso un percorso di transizione”.
Tra i provvedimenti previsti vi sono inoltre misure più severe per chi commette atti di discriminazione fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere o sulla disabilità: l’accusato potrebbe infatti rischiare fino a 18 mesi di carcere o una multa fino a 6.000 euro.
E’ prevista anche l’istituzione di una giornata nazionale contro l’omofobia e lo stanziamento di 4 milioni di euro per strutture che operano in quest’ambito.
La legge tocca anche il tema legato all’istruzione tramite l’inserimento di programmi di sensibilizzazione a queste tipologie di discriminazioni all’interno dell’offerta formativa.
Il 7 Aprile scorso ancora un rinvio per la Legge Zan
Il motivo sembra essere quello legato alla volontà dell’ufficio di presidenza della commissione Giustizia del Senato che preso atto della nuova calendarizzazione proposta da M5S, Pd, Leu e Iv, ha deciso di negare quest’ultima, chiedendo prima di procedere all’accorpamento con altre quattro proposte di legge analoghe, attualmente ferme in sede redigente.
Nel frattempo, mentre politici sfavorevoli al ddl, come la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni o il leghista Simone Pillon, continuano la loro lotta tra il parlamento, i social e i reality show, all’infuori del mondo politico, molti personaggi noti si sono rivolti direttamente alle istituzioni chiedendo a gran voce l’approvazione della legge.
Le Celebrities a favore del Ddl Zan
Tra questi, alcuni di loro sono andati oltre i social media, rivolgendosi anche a quotidiani o realizzando interventi all’interno di programmi famosi.
Oltre al cantante Fedez, che negli anni si è mosso in più occasioni a favore della comunità LGBT e che anche in questa occasione non si è tirato indietro e alla cantante Elodie che sui social definisce “indegni” tutti quei politici che si sono mossi a favore del rinvio della calendarizzazione, la collega Levante, il 3 aprile, scrive direttamente su un quotidiano la sua opinione sulla faccenda:
“Il ddl Zan è oggi più che mai il cambiamento necessario affinché questo paese dimostri inclusione e rispetto…per troppo tempo la nostra società è stata impregnata da eteronormatività provocando sacche di sofferenza, dolore, difficoltà e continue ingiustizie con derive maschiliste, misogine, omotransfobiche, abiliste. Se non viene adeguatamente tutelata e protetta ogni forma d’identità di genere, con interventi mirati, allora non verrà mai riconosciuto il giusto valore a ciascuna identità sessuale”.
Sui social poi si rivolge direttamente al leghista Pillon:
“Non è mai troppo tardi per iniziare un percorso di terapia che la aiuti a comprendere l’importanza dell’altro, il diritto dell’altro a essere chi vuole (liberamente) e il dovere di uno stato a tutelarne la libertà”
Tra le altre testimonianze anche quella del vincitore di Sanremo 2019, Mahmood:
“Mi è capitato più volte di assistere impotente a scene di questo tipo di discriminazioni, soprattutto durante la mia adolescenza…ho 28 anni e sento di avere, come tutti, la responsabilità di sostenere questo disegno di legge”
#Diamociunamano
Sui principali social, tra cui in testa c’è sicuramente Instagram, è comparso da qualche giorno l’hashtag #diamociunamano lanciato da Vanity Fair legato alle numerose foto di varie Star che hanno deciso di appoggiare l’approvazione della legge, facendosi ritrarre con la scritta “DDL ZAN” sul palmo della mano. Tra di loro la stilista Donatella Versace che da anni sostiene la lotta all’omofobia, partecipando anche al gay pride di New York in più occasioni. Insieme a lei l’attrice e modella Alice Pagani, protagonista della copertina della rivista che ha lanciato la challenge, la cantante Noemi, il sindaco di Milano Beppe Sala, il direttore creativo di Valentino Pierpaolo Piccioli, l’attrice Laura Chiatti e molti altri.
Il Ddl Zan è la risposta ad una situazione d’emergenza
L’omofobia purtroppo è presente anche in Italia e i casi di atti violenti sono molti. Da qualche giorno infatti, è risaltato all’opinione pubblica il caso di una ragazza cacciata di casa dai genitori, dopo aver scritto una lettera alla sua famiglia in cui confessava di essersi innamorata di Malika, una ragazza ventiduenne di Castelfiorentino. Oltre all’allontanamento dalla propria abitazione, senza la possibilità di poter prendere i propri effetti personali, la ragazza è stata anche insultata e minacciata dai suoi familiari con messaggi vocali.
La vicenda è diventata popolare con un video, messo online da un quotidiano, mentre Malika sentiva tutte le minacce inviatele dalla famiglia. La giovane non vede i suoi parenti da tre mesi e non potendo più avvicinarsi all’abitazione, ha deciso di denunciare i suoi genitori e gli altri familiari che l’hanno insultata.
Malika è oggi al centro di un nuovo dibattito che riguarda l’omofobia che l’hanno portata ad essere protagonista di programmi come Le Iene e Il Maurizio Costanzo Show. Su internet è già partita una campagna di raccolta fondi per le spese legali, di cui una parte andrà in beneficenza e che ha raccolto già la cifra di 100.000 euro.
Il mondo del giornalismo e dello spettacolo per Malika
Inoltre, la ragazza ha ricevuto il sostegno di molti personaggi famosi, ancora una volta si fanno avanti star del calibro di Fedez ed Elodie. Al Maurizio Costanzo Show, un altro ospite, Rudy Zerbi, ci ricorda infine come queste fobie partano tutte dall’educazione che un bambino riceve negli ambienti in cui cresce, dalla famiglia alla scuola. Propone infatti alla ragazza di andare a casa sua per conoscere i suoi figli, perché sarebbe un esempio valido per la loro educazione.
E forse è proprio questo che dà fastidio a politici come Pillon. Il fatto che la legge Zan proponga anche l’inserimento di un riconoscimento di tutti gli orientamenti sessuali e delle persone spesso messe all’angolo, come i disabili. Non solo dedicando una giornata nazionale ma anche con un programma educativo da inserire nelle scuole. Quelle scuole che per troppo tempo sono state teatro di bullismo e di un’educazione patriarcale, omofoba e qualche volta anche razzista messa in pratica da quelle stesse persone che invece dovrebbero dare il buon esempio.
Articolo di Marta Giorgi, Disegni di Chiara Giorgi