Decreto Ucraina, il Governo fronteggia l’opposizione interna (e non solo)
Sull’aumento delle spese militari il M5S minaccia “fibrillazioni”, ma è più preoccupante l’allarme delle forze armate. E gli Italiani bocciano ancora l’operato dell’esecutivo
A dispetto di tutti gli appelli all’unità, fioccano le tensioni attorno al cosiddetto Decreto Ucraina. Il provvedimento dell’esecutivo del Premier Mario Draghi che, tra l’altro, dovrebbe portare all’ingente aumento delle spese militari. Ma che incontra l’ostilità di parte della maggioranza, delle forze armate e, secondo una recente rilevazione statistica, non piace nemmeno agli Italiani.
Governo accerchiato sul Decreto Ucraina
La guerra tra Mosca e Kiev rischia di costare al Governo molto più caro di quanto prevede il relativo Decreto Ucraina. Come infatti spiega TGCom24, la maggioranza è spaccata sull’incremento del budget per la Difesa al 2% del Pil, tanto che Palazzo Chigi paventa il ricorso alla fiducia.
Ad accendere la miccia (è il caso di dirlo) è stato il M5S, per bocca del neo-riconfermato presidente Giuseppe Conte. Il quale, intervistato a Mezz’ora in più, ha ribadito la contrarietà «a un riarmo indiscriminato» che costituirebbe una forzatura di cui l’esecutivo «si assumerebbe la responsabilità».
“M5s non vuole una crisi di governo che non era nel patto fondativo, ma se cambia indirizzo di governo noi faremo valere la forza delle nostre argomentazioni.
Mi faccia però parlare con Draghi e troveremo prospettiva di buon senso” @GiuseppeConteIT #Conte #mezzorainpiu pic.twitter.com/LSQoNZ0LPZ— Mezz’ora in Più (@Mezzorainpiu) March 27, 2022
L’ex bi-Premier, pur evocando fibrillazioni, ha confermato che il MoVimento «non pensa assolutamente in questo momento a una crisi di Governo». Che in effetti resta improbabile prima del prossimo 24 settembre, quando matureranno i requisiti per l’erogazione delle onorevoli pensioni.
Eppure, come riferisce La Stampa, Giuseppi ha aggiunto che i grillini sono pronti a votare no al Def se non saranno accolte le istanze pentastellate. Anche se il fu Avvocato del popolo aveva accresciuto l’esborso per gli armamenti, come gli ha impietosamente ricordato il leader italovivo Matteo Renzi.
Perché adesso Conte ha cambiato idea sulle spese militari dopo averle aumentate quando ha governato? Perché usa il dramma ucraino a fini interni: questo è lo stile politico dei populisti, tutto si riduce a un tweet senza approfondimento.@matteorenzi https://t.co/PLUtT1iTR4 pic.twitter.com/n6iiJ0AUFs
— Italia Viva (@ItaliaViva) March 28, 2022
Non c’è Draghi senza spine
SuperMario, comunque, non ha a che fare solo con l’opposizione interna. E, in effetti, per l’ex numero uno della Bce dovrebbe essere assai più preoccupante l’allarme lanciato, come riporta Libero, dai vertici dell’esercito. I quali hanno sottolineato come l’arsenale nazionale sia ormai ridotto ai minimi termini, con particolare riferimento a carri armati e cacciatorpediniere. Se dunque si inviassero i nostri mezzi nell’Est Europa, nel malauguratissimo caso di un conflitto in casa le nostre riserve rischierebbero di essere completamente inadeguate.
Dulcis in fundo, Enrico Mentana ha presentato al Tg La7 l’esito di un sondaggio che riguardava proprio l’ampliamento delle spese militari. Che è risultato inviso al 54% degli intervistati.
— Tg La7 (@TgLa7) March 28, 2022
E non è nemmeno la prima volta che i cittadini del Belpaese bocciano senza appello l’operato chigiano. Forse, in analogia con le rose, non c’è neppure Draghi senza spine.