Degrado a Roma, Testaccio latrina pubblica
Vagabondi e senza fissa dimora in piazza Santa Maria Liberatrice: mangiano, bevono ed espletano i loro bisogni fisici”
Roma, I Municipio, Rione Testaccio. Non bastava la denuncia di qualche settimana fa, che dipingeva un Rione conteso tra furti, rapine e atti vandalici: ora i cittadini del centro devono fare i conti con una nuova situazione di degrado.
“Vagabondi e persone senza fissa dimora, da mesi, indisturbati, bivaccano in piazza Santa Maria Liberatrice, tra il Monumento ai caduti ed il Teatro Vittoria. Mangiano, bevono, fanno cacca e pipì davanti a tutti. A volte palpeggiano i bambini. I cittadini residenti nel Rione hanno più volte denunciato le precarie condizioni igieniche nelle quali queste persone vivono” – è quanto fa sapere il consigliere del Municipio I Roma Centro Mauro Cioffari (SEL).
Il problema non ha investito solo la preoccupazione dei residenti, ma anche le stesse istituzioni: “Numerose le audizioni, in Commissione Sicurezza del I Municipio, delle autorità preposte al controllo – spiega Cioffari – Ma nulla è cambiato”. E allora viene da chiedersi: “Cos'altro deve accadere per auspicare un intervento che ponga fine a questo scempio?”. Perché – continua Cioffari – nonostante il Municipio stia “utilizzando tutti i suoi strumenti”, il fenomeno non è stato arginato, poiché gli strumenti “a quanto pare non bastano”. E allora “bisogna risolvere questo problema sociale in fretta, prima che diventi un problema di ordine pubblico”.
Secondo Cioffari, un primo passo verso la risoluzione del problema potrebbe essere il trasferimento delle persone che “vivono nei giardini di Testaccio, in più adeguate sistemazioni”, così da poter garantire non solo ai residenti il “diritto di vivere in un Rione più accogliente”, ma anche dare una rispsota “all’emarginazione sociale delle persone senza fissa dimora”.
Sì ma in che modo? “Nell'Italia maglia nera in Europa per evasione fiscale, in cui si perdono circa 180 miliardi di euro all’anno, ed in cui la Capitale primeggia tra le città a più elevata evasione, è sempre più difficile reperire fondi per dare risposte ai bisogni sociali – osserva Cioffari, secondo cui pertanto – Bisognerebbe ripartire dalla lotta all'evasione per recuperare fondi e restituire speranza e dignità ai nostri Rioni, ai nostri quartieri, al nostro Paese e per ridare senso e significato alla parole convivenza e solidarietà”.