Delitto via Poma, legale famiglia Simonetta Cesaroni: possibile riapertura caso
Delitto via Poma, legale famiglia Simonetta Cesaroni: si potrebbe riaprire il caso. Servirebbe un passo da parte della Procura
Delitto via Poma, sconfitta del sistema giudiziario italiano. ll delitto di via Carlo Poma fu l’assassinio di Simonetta Cesaroni commesso l’estate del 7 agosto 1990 in un appartamento al terzo piano del complesso di via Carlo Poma n. 2 a Roma. Gli inquirenti non hanno mai risolto nonostante decenni di indagini. Sono passati trenta anni e il mistero scuote ancora il quartiere Prati. Ma dopo 30 anni, il mistero torna a scuotere Prati: possibile riapertura del caso.
“Sul caso di via Poma si sarebbe potuto fare molto di più, in particolare coinvolgendo esperti, anche stranieri. Tecnicamente si può sempre riaprire l’inchiesta, la possibilità processuale c’è ma servirebbe un passo da parte della Procura.
Se lo Stato decidesse un approfondimento processuale dimostrerebbe un grande senso di civiltà”. Lo dice all’Adnkronos l’avvocato Federica Mondani, legale dei familiari di Simonetta Cesaroni, uccisa 30 anni fa, il 7 agosto 1990, in uno stabile di via Poma, a Roma, con 29 coltellate.
Diverse le persone accusate nel corso degli anni, tra il 1990 e il 2011. Il portiere del palazzo dove avvenne l’omicidio, il datore di lavoro della donna, il fidanzato della vittima, un uomo il cui padre aveva uno studio nello stabile. Ma vennero tutti scagionati.
“Il caso di Via Poma è una sconfitta del sistema giudiziario italiano, non si è individuato un colpevole”. Secondo il legale in particolare “con perizie di livello qualitativo superiore si sarebbero potuti fare passi in avanti” verso la verità.
“Come parte civile avevamo chiesto di coinvolgere periti, esperti oltre confine, purtroppo tutto questo non è stato fatto – conclude l’avvocato Mondani. Oggi resta un grande dolore per la famiglia, il tempo non aiuta a superare le ferite”.